Designazione antica e moderna di Camorra

La fortuna della parola Camorra e di tutti i suoi derivati proprio a cominciare dal termine Camorrista ha avuto nella lingua italiana e nei dialetti d'Italia, un successo enorme1.

A partire dall'Unità d'Italia, la parola Camorra ed il suo uso estensivo per indicare il Camorrista ha inevitabilmente influenzato il linguaggio dei giornali2, e secondo Debora de Fazio anche della politica nazionale3 e della letteratura in generale4. 


A seconda dei diversi punti di vista cronologici l'influenza si è estesa che anche all'universo mondo della Rete Internet ed in comune accordo con Maria Giovanna Arcamone5 ed Alberto Zamboni6 per l'area linguistica italiana il repertorio più ricco ed affidabile è l'articolo CAMERARIUS del LEI7 che documenta con minuzia di particolari come i termini Camorra e Camorrista si siano insediati nella lingua d'Italia e pressocchè in tutti i suoi dialetti specializzandosi in maniera semantica e un po' qua e un po' là adottando per sé usi estensivi ed accezioni ogni volta diverse8.


Camorra e Camorristi come estorsione ed estorsori.


  • Nel lungo e faticoso cammino di ricerca fin qui ottenuto per designare il significato chiaro e legittimo di Camorra e Camorrista resta quello maggiormente significativo di estorsione, già designato a partire dalla metà degli anni Cinquanta dell'Ottocento e rimasto invariato fino all'era moderna dell'italiano scritto e parlato, e con Camorra si vuol anche significare l'atto di riscuotere l'estorsione o comunque più in generale qualsiasi atteggiamento di natura estorsiva. Ed ancora col termine Camorra nell'uso moderno si designa l'organizzazione degli estorsori, dei taglieggiatori, e qualsiasi associazione di delinquenti che si organizza col proposito di generare un vantaggio economico individuale o corporativo. Ad ogni modo almeno fino al 1860 col termine camorra questo si volle intendere come denominazione di senso comune ma non come orientamento giurisprudenziale; è infatti vero, che prima del 1860 i giudici rifiutavano di accogliere le richieste di condanna per associazione di tipo mafioso a chiunque fosse stato considerato presumibilmente un camorrista. Nella Memoria di Marcella Marmo9, si legge di una storia salernitana sulla camorra; un gruppo di persone viene condannato, si legge sul testo, per vagabondità e setta atta a commettere furti e furtarelli con premessa di segreto, e con premessa di segreto si volle intendere la capacità di ogni componente del gruppo di restare fedeli agli ideali che fino a quel punto tennero uniti il gruppo e cioè proprio la natura delittuosa delle attività, ipotesi di reato punibile già a quell'epoca ai sensi dell'articolo 9, L. 28.9.1822, pur nonostante la Gran Conte respinse le richieste di condanna motivando il rifiuto in quanto non furono rilevati elementi costituenti l'associazione illecita. C'è da aggiungere che per quanto riguarda il reato di vagabondaggio agiva in quegli anni una sorta di indulto emesso qualche anno prima, così, che, ritornando ai fatti di Salerno, raccontati dalla Marmo, queste persone furono scarcerate dalle accuse di associazione mafiosa di stampo camorrista e non incarcerati per il reato di vagabondaggio per effetto dell'indulto anzidetto. I fatti di Salerno raccontati sono utile premessa per chiarire la situazione giudiziale italiana post unitaria in relazione all'annoso e dibattuto problema sociale della Camorra che non venne considerata a ragion veduta fin da allora una setta, mandando liberi tutti coloro che ne venivano a costituire un reato come tale. Ma solo con la legge Pica del 15 agosto 1863 l'imputazione di Camorra divenne finalmente un vero e proprio capo d'accusa salvo, secondo quanto scritto dal Michetti, gli effetti insperati dal legislatore.


Spazio note

(1) Lessico e Camorra. Storia della parola, proposte etimologiche e termini del gergo ottocentesco., Francesco Montuori, Fridericiana Editrive Universitaria, Napoli 2008 Bnn ditribuzione 2008 B 2555
(2) Scrive Scavuzzo che nei giornali messinesi la parola camorra appare due volte nel 1892. Testo a stampa (moderno) Monografia Descrizione Studi sulla lingua dei quotidiani messinesi di fine Ottocento / Carmelo Scavuzzo ; presentazione di Luca Serianni Firenze : L. S. Olschki, 1988 206 p. ; 26 cm Note Tit. sul dorso: Studi sulla lingua dei quotidiani messinesi di fine '800 Codice SBN CFI0130294 ISBN 882223605X BNI 90-7648 Collana Biblioteca dell'Archivum Romanicum. . Serie 2, Linguistica 44 Autore Scavuzzo, Carmelo <1949- > Soggettario Firenze GIORNALI - Messina - Sec.19. - Linguaggio Luogo pubblicazione Firenze Editori L. S. Olschki Anno pubblicazione 1988 Altri titoli Studi sulla lingua dei quotidiani messinesi di fine '800. - Bnn COLL. It. B 0061 b (44
(3) Nel lessico socialista della De Fazio è segnalato l'uso del termine camorrista in un contesto poco chiaro apparso per la prima volta nella Palermo dell'Ottocento in una lettera scritta da Rosario Bagnasco. Ed ancora. Nella nota numero 140 a pagina 145 di Lessico e Camorra. Storia della parola, proposte etimologiche e termine del gergo ottocentesco, Federiciana Università Editrice 2008 di Francesco Montuori, si fa riferimento al sito web CEOD (Corpus Epistolare ottocentesco digitale) ove si legge la trascrizione del post scriptum della lettera numero 56 scritta a Marsiglia il 23 agosto del 1856 ed indirizzata a Rosolino Pilo e nella quale si evince l'uso del termine camorra e camorrista come sinominia con il termine: ”ladri”.
(4)Pasquale Sabbatino, Le città indistricabili. Nel ventre di Napoli da Villari a De Filippo., Napoli, Edizione scientifiche italiane 2007.
(5)Annali di Filologia Germanica, Maria Giovanna Arcamone Camorra non è cosa nostra!, “I.U.O.”, XXVII 1984, 107-133
(6) Alberto Zamboni, L'etimologi< Bologna Zanichelli 1983 ed anche vedasi dello stesso autore, Lessici dialettali e lessici etimologici. Esperienze e recuperi incrociati, in F. Bruni. Mentre, a cura di C. Marcato si veda: Lessicografia dialettale. Ricordando Paolo Zolli. Atti del convegno di Studi. Venezia, 9-11 dicembre 2004, Padova, Antenore 2006, 507-526
(7) Testo a stampa (moderno) Titolo Non Significativo Descrizione LEI : Lessico etimologico italiano 12: (Cardeus-katl-) Wiesbaden: Reichert, 2012 1580 colonne ; 30 cm Note Pubblicato a fascicoli dal 2010 al 2012 (fasc.103-110) Sul dorso erroneamente vol. XI Codice SBN TO01776263 ISBN 9783895007705 9783895007736 9783895008825 Luogo pubblicazione Wiesbaden Editori Reichert Anno pubblicazione 2012 Fa parte di LEI : Lessico etimologico italiano , 12 Bnn S.C. Diz.It. 0032 (0012; vedasi anche: Testo a stampa (moderno) Titolo Non Significativo Descrizione LEI : Lessico etimologico italiano 7.65 : [bras-brevis] / edito per incarico della Commissione per la filologia romanza da Max Pfister Wiesbaden: L. Reichert, c2000 Col. 193-384 ; 30 cm Note In testa al front.: Akademie der Wissenschaften und der Wissenschaften und der Literatur, Mainz. Codice SBN TO00926581 ISBN 3895001414 Luogo pubblicazione Wiesbaden Editori L. Reichert Anno pubblicazione 2000 Fa parte di LEI : Lessico etimologico italiano , 7.65  Bnn S.C. Diz.It. 0032 (7.65
(8) Ed il professor Montuori non manca di portare ad esempio la differenza del termine camorra usato nel dialetto àpulo barese col significato di furtarello che si compie sulla spesa ed anche il guadagno illecito negli affari pubblici; in Sicilia invece è detto camorra col significato di Scrocco, ad Isernia, sul documentario del Crudele, Camorra prende il significato di ”cresta, margine di guadagno” ossia la differenza di quanto si è pagato effettivamente e quanto altrimenti riferito. Infine, estratta dalla tesi dottorale di Adriana Cascone, si evince che nella provincia di Napoli, Pianura, che poi diverrà un quartiere della periferia ovest della città, con Camorra si è sempre intesi nel lessico usato dagli anziani anche di Soccavo una somma di denaro versata sotto banco per ottenere in cambio un favore o una prestazione illegale.
(9) Marcella Marmo, Quale ordine pubblico. Notizie ed opinioni a Napoli tra il luglio del 1860 e la legge Pica, in Paolo Macry, Quando crolla lo Stato. Studi sull'Italia pre unitaria. Napoli, Liguori editore 2003.