La camorra ed il rapporto Silvio Spaventa.

Il documento ha il chiaro intento di non confermare la tesi del Monnier che intende la Camorra come una setta, quanto invece, una tipologia di malviventi che concretizzano materialmente l'idea esecutiva del taglieggiamento.
Alcuni contesti di occorrenza, scrive il Montuori, sui fatti e i protagonisti della storia d'Italia ha spinto nel tempo, giornalisti e scrittori, ma anche e forse soprattutto uomini della politica, a spiegare un po' più chiaramente a coloro che non fossero abbastanza a conoscenza sulle vicende interne al Regno delle Due Sicilie durante l'epoca dei Plebisciti d'Italia come andarono realmente i fatti traumatici che accompagnarono le varie regioni della Penisola verso l'annessione al Piemonte.
Appena ciò fu chiarito emerse che per gli Stati meridionali del Paese non ancora unito, la volontà politica d'unificazione fu determinata dalle dinamiche contestuali alla classe dirigente inevitabilmente connivente con la malavita del posto.
Vi fu già un'esperienza del genere durante i moti del 1848.
In cui il potentissimo ministro Liborio Romano costituì una vera e propria polizia locale composta di soli uomini della Camorra.
- E non vi è molto da redarguire all'allora ministro che in un certo senso non poté fare altrimenti. Erano tempi in cui un governo centrale non esisteva, Roma era ancora divisa tra potentati sabaudi e Stati Pontifici, il nord ancora in lotta con le regioni sarde, nelle facoltà a comandare erano pur sempre i Carbonari, e gli studenti erano pur certi di una vittoria degli ideali del Risorgimento, insomma, non v'era uno stato di diritto, una carta costituzionale certa e quindi a far la storia in quegli anni non poterono che esser solo gli audaci, e non certo questi i Camorristi, che piuttosto, figurarono come sempre, all'ombra delle lotte politiche, fermi nell'intenzione di capitalizzare interessi privati e secondari rispetto alla propria prestazione d'opera. E furono certo quelli gli anni in cui la Camorra ed i Camorristi vissero momenti di grandi finanze prima di rifinire nuovamente nel buio assoluto delle proprie attività che si concludono sempre e comunque nell'estorsione. E furono quelli dunque gli anni in cui appare per la prima volta nella storia del diritto la parola ”estorsione organizzata” come attività principale del sistema marginale napoletano detto, ”Camorra”, imposta alle attività sul territorio da persone di diverso livello sociale perciò chiunque a quell'epoca esercitasse questo tipo di attività individualmente o di gruppo, direttamente o solo come esecutore anche se non necessariamente con violenza fisica ed anche senza esser per forza affiliato, veniva detto per l'appunto, camorrista. A questo proposito esiste un memoriale senza firma d'autore, avente titolo: ”Memoria sulla Consorteria dei Camorristi esistente nelle Provincie Napolitane, ed un rapporto che ha per titolo solo Rapporto sulla Camorra firmato Silvio Spaventa ed indirizzati tutti e due nel 1861 al Ministero degli Interni che a quell'epoca ebbe sede a Torino. Tutti e due questi documenti furono poi pubblicati sul giornale torinese: L'Opinione. Tutti e due i testi si leggono sul lavoro di ricerca svolto da Marcella Marmo in Camorra anno zero. Contemporanea rivista di storia dell'800 e del '9002.
L'anonimo estensore della Memoria inizia con tono pacato.
E conclude in pochissime parole ciò che per lui fu l'esatta definizione di Camorra fino a quel punto raggiunta.
- E cioè: ”Sotto il patronato della Madonna del Carmine vive nelle Provincie Napolitane una mala consorteria che Consorteria dei Camorristi o Camorra semplicemente si appella. Essa ha organamento, mezzi di azione e scopo determinato e questo scopo è: campare la vita nell'ozio mediante estorsione e scrocco da praticarsi a scapito dei giuocatori anzi tutto poi di quanti si guadagnano anche onestamente il pane.”. Silvio Spaventa altrimenti aggiunge nella sua introduzione che la ”Camorra - scrive, … è un sodalizio criminoso che ha per iscopo un lucro illecito e che si esercita da uomini feroci sui deboli per mezzo delle minacce e della violenza.” La conclusione della disanima dello Spaventa è un'attenta analisi che distingue netto i due ambiti in cui pare sia sia sviluppata al meglio la mentalità della Camorra, ed ovvero: il carcere e ”miez 'a via”, nel senso sul territorio ad operare l'estorsione e le frodi qualificate da applicare alle case da gioco primariamente, poi alle prostitute ed infine ai mercati della farina, i cereali, frutta, pesce, nei macelli e nei mercati di vendita di carne al dettaglio, sull'affitto delle carrozze, sui carri da trasporto, sulle imbarcazioni che giungono al porto, e -, vi è scritto sul documento, su tutti quei generi che non vengono derubati facilmente e quindi di facilitarne la vendita per il riscatto dell'estorsione tipo per esempio la locazione o la vendita di una casa, per forza. Ed inoltre il documento riporta anche un'altra specie di estorsione che ha luogo fuori dalla stazione centrale oppure in ogni altra parte della città che funge da stazione di transito non solo di treni ma anche di carri e carrozze, per cui, alcuni vagabondi oziano in attesa del “carico da scaricare per forza e per forza da retribuire con regolare saldo.” La Marmo riporta che anche i facchini e i sensali, cioè, i prestatori di servizi a pagamento, figurano comunque tra le voci di estorsori, dunque, camorristi, ed infine sotto questa voce ricaddero anche i pignatori, cioè coloro che compravano a poco prezzo gli oggetti preziosi, sotto la qual mediazione prestata per la compravendita era da configurarsi a pieno vera e propria azione estorsiva, esatta come mercede di senseria per l'uso abituale.
Spazio note
(1) Francesco Montuori, Lessico e Camorra. Storia della parola, proposte etimologiche e termini del gergo ottocentesco. Fridericiana Editrice Universitaria deposito legale 1762772 Bnn Distribuzione 2008 B 2555Categorie delle Guide
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