Museo e Fondazione Morra Greco a Napoli

La Fondazione Antonio Morra Greco per l’arte contemporanea nasce a Napoli con l’intento di promuovere e sviluppare la cultura creativa (arti visive, architettura, design, cinema, fotografia, musica e new media.)

E' situata nel cuore del centro storico UNESCO di Napol in un’ala del Palazzo dei Principi di Avellino che un tempo ne era la pinacoteca; a due passi da via Duomo e Spaccanapoli, sviluppandosi su una superficie di 1800 mq distribuiti su sei livelli.

Il palazzo dei duchi di Avellino si trova in una delle aree urbane più antiche di Europa, non a caso nota ai napoletani col nome familiare di anticaglie; ricco di tesori d’arte e di atavica cultura popolare, è in pieno centro storico, e pur se il palazzo è ad immediato ridosso di Via Duomo, e dunque accessibile facilmente e in piena sicurezza, alla sue spalle si stende una vasta zona di altissimo interesse storico, architettonico, urbanistico e paesaggistico, oggi tuttavia ostica a causa del degrado urbanistico ed edilizio in cui versa.

Il recupero dell’area è uno degli scopi remoti dell’insediamento della Fondazione, che intende promuovere forti investimenti per restituire alla cultura internazionale un pezzo dimenticato di antica civiltà urbana; la presenza della Regione nella Fondazione testimonia della concreta possibilità che il progetto venga avviato, anche utilizzando le risorse provenienti dai fondi strutturali del ciclo di programmazione 2007-2013. In particolare, il largo antistante la fondazione, un quadrilatero con scenario di notevole impatto, potrà rapidamente, chiuso al traffico automobilistico, essere volto a luogo da utilizzare nei mesi estivi per manifestazioni all’aperto coerenti con gli scopi della fondazione: vernici all’aperto, cinema d’arte e performances varie sono solo alcune delle possibilità di impiego.


Un centro attivo volto sia alla documentazione di quello che accade, sia alla ricerca.

Una piattaforma orientata allo sviluppo e alla promozione delle proposte artistiche più interessanti della scena italiana ed internazionale.

  • La Fondazione Antonio Morra Greco tende a caratterizzarsi come un luogo di raccordo e di confronto tra i processi più innovativi e la cultura giovanile, in un clima internazionale in cui il bisogno di confronto e di sperimentazione tocchi l’aspetto sia progettuale che pratico. Intenzione principale della Fondazione è creare a Napoli uno spazio di arte contemporanea con spiccata tendenza alle nuove generazioni, che funga per primo da vero e proprio laboratorio di ricerca e sperimentazione, e poi come spazio espositivo, per intervenire in profondità nel sistema dell’arte contemporanea, a più livelli, oltre la produzione di opere di nuova concezione, e la loro esposizione.

La collezione.

 La Fondazione Antonio Morra Greco dispone una delle più interessanti collezioni d’arte contemporanea d’Europa, composta da oltre trecento opere.

  • La cui caratteristica fondamentale è la ricerca delle avanguardie, che ha scoperto, sostenuto e valorizzato artisti giovani che nel tempo hanno poi dimostrato la propria cifra. E’ intuitivo il valore di tale ricerca che rende la Fondazione un faro di potenziale anticipazione delle tendenze artistiche internazionali. La collezione della Fondazione Antonio Morra Greco non è solo quindi un raro spaccato di arte contemporanea ma ha anche il pregio di essere una panoramica molto vasta sulla giovane scena internazionale, ed il suo orientamento pubblico costituisce un valore pressoché unico nelle esperienze museali e di ricerca a livello mondiale. Vito Acconci, Kai Althoff, Darren Almond, Carlos Amorales, Christian Andersson,Carl Andre, Giovanni Anselmo, Miriam Bäckström,Becky Beasley, Betty Bee, John Bock, Bjorn Braun, Candice Breitz, Pablo Bronstein, Susanne Bürner, Massimiliano Buvoli,Gianni Caravaggio, Pierpaolo Calzolari, Giuseppe Chiari, John Chilver, David Claerbout,Mat Collishaw, Roberto Cuoghi, Keren Cytten, Bjorn Dahlem, Jeremy Deller, Simon Denny, Mark Dion, Martin Disler, Sam Durant, Jimmie Durham, Gardar Eide Einarsson, Elmgreen & Dragset, Marius Engh, Haris Epaminonda, Luciano Fabro. Angus Fairhurst, Hans Peter Feldmann, Urs Fischer, Christian Flamm,, Saul Fletcher, Ceal Floyer, Dara Friedman, Yang Fudong, Ryan Gander, Isa Genzken, Kate Gilmore, Nan Goldin, Piero Golia, Douglas Gordon & Jonathan Monk, Rodney Graham, Henrik Hakansson, Sebastian Hammwohner, Lothar Hempel, Georg Herold, Evan Holloway, Jonathan Horowitz, Christian Jankowski, Sven Johne, Kerstin Kartscher, Ian Kiaer Scott King, Julius Koller, David Korty, Joseph Kosuth, Jiri Kovanda, Edward Krasinski, Friedrich Kunath, Jim Lambie, Peter Land. Annika Larsson, Mark Leckey, Sam Lewitt, Sol LeWitt, Miltos Manetas, Steve McQueen, Jonas Mekas, Ryan Mendoza, Gerhard Merz, Helen Mirra, Jonathan Monk, Callum Morton, Shirin Neshat, Hermann Nitsch, Yoshua Okon, Henrik Olesen, Gabriel Orozco, Damian Ortega, Fernando Ortega, Ilias Papailiakis, Paul Etienne Lincoln, Seb Patane, Giuseppe Penone, Manfred Pernice, Diego Perrone, Alessandro Pessoli, Daniel Pflumm, Kirsten Pieroth, John Pilson Steven Pippin, Giulia Piscitelli, Henrik Jakobsen Plenge, Josephine Pride Stephen Rhodes, Tim Rollins. Ugo Rondinone, Eva Rothschild, Michael Sailstorfer, Bojan Sarcevic, Marcus Schinwald, Gregor Schneider, Norbert Schwontkowski,Lorenzo Scotto di Luzio, Katarina Seda, Carlotta Sennato, Andreas Slominski Sean Snyder, Doron Solomons, Simon Starling, Annika Strom, Katja Strunz, Catherine Sullivan, Tatham & O’Sullivan, Padraig Timoney, Hayley Tompkins, Dezider Tóth, Paloma Varga Weisz, Vedovamazzei, Torbjorn Vejvi, Gabriel Vormstein, Lawrence Weiner, Eric Wesley, Cathy Wilkes, Johannes Wohnseifer, Francesca Woodman, Cerith Wyn Evans, James Yamada, David Zink Yi, Thomas Zipp.

La città.

La scelta di far nascere la Fondazione Antonio Morra Greco a Napoli non è un caso.

  • Napoli è centro e laboratorio di idee, città sperimentatrice e città conservatrice, città di pensiero e filosofia, città complessa e poietica, con un passato artistico, per stare ai tempi recenti, che l’ha vista toccata dalla felice mano dei grandi maestri come Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Joseph Beuys, David Tremlet, Haim Steimbach, Joseph Kosuth, Cy Twombly, Carl Andre, Sol LeWitt, fino ad arrivare ai più giovani, come Ugo Rondinone, Matt Collishaw, Damien Hirst. Città di personalità; eletta spesso dagli artisti più come luogo da vivere per trarre energia che punto di riferimento commerciale. E’ proprio questa capacità di infondere energia creativa che ci spinge ad essere convinti che la Fondazione possa essere un luogo ideale per una giovane produzione artistica che contribuisca a dettare i parametri della futura arte internazionale. La Fondazione, in collegamento costante con la città, è un fulcro di produzione giovanile e non solo un luogo dove importare qualcosa che avviene altrove. Le attività espositive e di supporto a regime, la programmazione si articolerà su: 1) Esposizione permanente, a rotazione, di opere della collezione. 2) Mostre temporanee, tra cui personali di artisti giovani, ma già di importanza internazionale, collettive di artisti che abbiano svolto il programma residence, ed altre affidate ad un curatore esterno sempre diverso che funga da punto dell’arte giovane internazionale. La Fondazione affianca alle attività culturali, servizi di supporto ed animazione, i cui spazi fisici sono costituiti da un’area meeting, una caffetteria, uno shop. La Fondazione intende perseguire un approccio culturale fatto di pensosa leggerezza, che non disdegna anche un intrattenimento stimolante per un pubblico al momento ancora distante dai fenomeni artistici della creazione contemporanea. Questo approccio informale alla fruizione dell’arte contemporanea porta a proporre una struttura che sia vivibile in orari diversi rispetto a quelli canonici dei musei, con l’apertura che andrà dalle ore 16,00 alle ore 24.

Residenza per artisti italiani e stranieri.

Selezionati da una giuria di esperti artisti italiani e di lingua sono ospitati con una borsa di studio negli spazi della Fondazione.

  • Gli artisti selezionati. vincitori della borsa di studio risiedono in città per un periodo variabile da un minimo di 1 mese ad un massimo di 6 mesi, in un lavoro che combina la ricerca con la produzione. L’esempio è quello di spazi come lo Zkm di Karlsrue, il P.S.1 di New York, che si avvale di un “International Studio Program” in collaborazione con fondazioni, strutture straniere e sponsor, o il progetto IASPIS (International Artists’ Studio Program) che ha base a Stoccolma (ma conta anche altre sedi) e sostiene la realizzazione di progetti d’arte contemporanea sia da artisti svedesi che esteri. Unico esempio italiano è quello dell’associazione Viafarini ( Milano) fondata nel 1991 e che dal ’95 insieme con l’associazione Care of ha costituito un Consorzio. Le strutture milanesi hanno attivato un laboratorio e un centro di documentazione composto da biblioteca, archivio giovani artisti e sportello informativo. L’intento della Fondazione con il “progetto residence” è la realizzazione di opere con un valore aggiunto, quello di essere nate specificamente per la città, capace di creare un’ulteriore collezione permanente, una collezione “tout court napoletana”, figlia della città ma anche di un creativo dialogo tra l’Italia e il mondo internazionale dell’arte. Lo Studio Program nasce dall’idea cardine della Fondazione che è quella di uno spazio di produzione artistica prima che di esposizione. La Fondazione può disporre di uno spazio di circa 900 mq, un calzaturificio con una struttura francamente industriale, nel cuore della Napoli storica ma degradata come è quello dei Miracoli, sede di opifici a cavallo tra l’artigianato e la piccolissima industria; una sede ideale, con il giusto mix tra area urbana produttiva ed al contempo zona di disagio sociale, una situazione catalizzante in un discorso artistico. Alla base di ciò è chiaro l’intento di creare un corto circuito tra la poetica artistica frutto della singola esperienza di artista ed il fermento delle viscere di Napoli. E’ intuitiva l’aspettativa di un linguaggio del tutto nuovo che riunisca la singola sensibilità dell’artista e l’energia, colore, comunicazione, spontaneità dell’ambiente napoletano.