Officina dei Papiri ercolanesi di Napoli

In essa vi sono custoditi i papiri ercolanesi sepolti sotto la coltre lavica dell’eruzione del Vesuvio datata anno 79 dopo Cristo e riportati a luce nuova nel biennio 1752/1754 ad Ercolano.
I papiri restano uniti ai disegni rappresentativi della forma facsimilare degli originali e ad una collezione di materiale digitalizzato nel 2000 dall’Institute for the Study and the Preservation of Ancient Religious Texts, già noti e referenziati dalle tecniche spettrometrali applicate ai “Rotoli di Petra” congiuntamente a David R. Seely della Brigham Young University di Provo (Utah), Stati Uniti d'America cuore insediativo di Salt Lake Valley e convenzionati con la Biblioteca Nazionale di Napoli.
Data l’eccezionale qualità del documentario cartaceo consistente la raccolta e il fondo dei Papiri ercolanesi, ritrovati all’indomani dei lavori di repertazione presso gli scavi archeologici dell’area vesuviana, la sezione è riservata ad un pubblico specializzato, salvo lasciare libero l’ingresso ai visitatori solo se in gruppo e se vi sia stato previo avviso.
I Papiri di cui si discute vennero riportati in superficie tra l’ottobre del 1752 e l’agosto del 1754.
Tempo successivo al trasferimento dei Papiri e della strumentazione per la lettura di questi dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli alla sua attuale collocazione.
- E' in opera dal 1992 un’attività ampiamente diversificata sempre continua e sempre attiva per la facilitazione e la massima fruizione possibile dello straordinario patrimonio principalmente librario oltre che artistico e culturale anche a quella particolare fetta di pubblico senza competenze specifiche, ma solo interessate ai papiri da un punto di vista culturale. I Papiri di cui si discute vennero riportati in superficie tra l’ottobre del 1752 e l’agosto del 1754 durante lavori di scavo a carattere archeologico presso la famosa Villa dei Pisoni di cui si dica esserne diretto proprietario un tale Lucio Calpurnio Pisone Cesonino e successivamente al ritrovo del materiale in oggetto tutta l’area perturbana acquisì il toponimo di Villa dei Papiri ad Ercolano. In seguito ad un primo tenativo rimasto infruttuoso del principe di San Severo che per l’occasione si servì anche di mercurio, il sacerdote dell’Ordine degli scolopi di san Giuseppe Calasanzio, padre Piaggio, con accorgimenti tali che previdero l’uso massiccio di pellicole di battiloro ricavato dalle interiora di porci e pecore, attivò anche una speciale macchina da presa con legature di tipo sulfureo, precedentemente utilizzata e dunque anche collaudata in lavori presso la Biblioteca vaticana in Roma. Seppur macchinoso e rozzo codesto metodo si verificò capace e sufficiente a srotolare parte del materiale in stato di combustione definitiva e tirò avanti fina agli anni Dieci del Novecento. E’ del 1984 invece l’utilizzo di particolari sostanze che quì impropriamente chiameremo solventi per mano dei gruppo di norvegesi guidati dal maestro Knut Kleveper, finalizzata ad ottenere la restituzione del piano originario dei Papiri. A data 1999 l’ultimo metodo applicato fu messo in sospensione per una ricognizione più dettagliata dei risultati raggiunti, che ad ogni modo restano inventariati e depositati presso la locale Sovrintendenza artistica e libraria. In anni di lavoro attento e paziente son venuti fuori testi che prima erano giunti alla moderna letteratura solo attreverso trascrizioni medioevali e miniaturistiche religiose anzitutto o comunque a carattere religioso. Trattasi ad esempio di frammenti d’opera di Demetrio Lacone, Polistrato, Carneisco, Colote e Metrodoro entrambi di Lampsaco, e dello stoico Crisippo. Oltre a testimonianze meno presunte di commedie, opere storiografiche, testi politici e giuridici tutti in lingua latina.
Spazio note
(1) Nella sezione sono ammessi gli utenti che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età, previo accertamento dell'identità. Solo per la raccolta libraria si applicano le norme generali di accesso alla lettura in biblioteca. - Per le altre raccolte vigono le seguenti disposizioni: A chi per la prima volta accede allo studio di papiri, disegni, documenti di archivio, è richiesta lettera di presentazione sottoscritta da un docente o da un organismo accademico e culturale con specifica competenza, che attesti la peculiarità degli interessi del richiedente. Per la consultazione dell'AOP si accetta la dichiarazione sottoscritta dallo studioso se questi rientra in una delle categorie previste dal Regolamento interno della BNN al tit. VI art. 22. - Previa richiesta scritta ed autorizzazione del direttore della BNN o, in sua vece, del responsabile del settore, è possibile la consultazione di una cornice e di una cartella di disegni o documenti per volta, salvo comprovate esigenze di studio. La consultazione è limitata ai papiri svolti e sistemati in cornici. Per le immagini sulle stoffette o papiri si veda anche: Steeve Booras della Brigham Young University [*] E' anche intitolata a Marcello Gigante. Per approfondimenti: [*] Per una trattazione più specifica dell'argomento si veda anche il sito ufficiale della Biblioteca Nazionale di Napoli sezione Officina dei Papiri: [*]Categorie delle Guide
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