Chiesa delle Convertite Spagnole Napoli

È la chiesa di Santa Maria Maddalena delle Convertite Spagnole, o anche Maddalenella degli Spagnoli, e più semplicemente, chiesa della Maddalenella.

Si trova nel fitto edilizio dei Quartieri Spagnoli a Napoli1; più precisamente si trova nel vico che porta il suo stesso nome, vico quest’ultimo che prosegue dalla fine del Vico Tiratoio.

E quest’altro lo si raggiunge più facilmente dal Vico Speranzella all’altezza della chiesa di Santa Rita.

Maddalenella delle Convertite Spagnole, trae l’origine del suo titolo dall’annesso conservatorio di convertite spagnole eretto nei primissimi anni del XVII secolo, allorquando, Donna Isabella della Ripa, iniziò a raccogliere forse probabilmente all’inizio in casa sua alcune donne convertite di nazionalità spagnole.

Questa lodevole iniziativa fu poi proseguita da Donna Catalina de la Cerda, duchessa di Lemos, e quindi continuata e portata avanti da donna Eleonora Guzman, figlia di quel Conte d’Olivares, al quale fu affidata parte del patrimonio napoletano di patronato Castigliano.


La congregazione delle convertite fu poi accorpata all’Ordine del Predicatori di San Domenico.

E ciò avvenne per concessione di Urbano VIII nel 1634, anno in cui, in questa stessa zona fu aperta la chiesa dedicata a Maddalena la penitente del Vangelo.

  • La chiesa al suo interno è a navata unica divisa in tre settori differenti di cui, quello centrale ospita due altari nello spazio dominato dalla cupola, mentre il settore che lo segue precede la zona absidale che si presenta in forma semicircolare. Il primo ordine della navata di per se stesso nulla di più conferisce all’ambiente circostante a parte un’illuminazione di luce solare maggiore rispetto al resto dell’ambiente, in quanto, la facciata della chiesa medesima di stile puramente tardo barocco, è aperta nel secondo ordine da una finestra enorme, balaustrata ed ornata da graziosi stucchi. Dalla zona absidale, secondo le considerazioni estratte da studi recenti, mancherebbero decorazioni barocche di gusto settecentesco, sostituite da altri pezzi durante un aggravato tentativo di restauro nell’Ottocento. Uno di questi restauri aggressivi è stato ricordato dal Chiarini datato 1859, ed un altro invece è ricordato da una lapide affissa all’ingresso dell’edificio e grazie alla quale, si fa cenno che nel 1889 si è proceduto alla rimozione della cantoria e del bellissimo pulpito. Altri lavori seppur di minor danno furono eseguiti anche dopo le anzidette date e sono ricordati dalle incisioni delle date dei lavori eseguite sugli stessi manufatti; ad esempio, nel 1894 vennero aggiunti giusto al centro della navata i due altari di manifattura di quella stessa epoca, con le cornici e le cone all’interno delle quali, furono inseriti, a destra i dipinti del 1886, firmati Ferdinando Marcelli, uno dei membri della Congregazione agostiniana che in quegli anni governava la chiesa. A destra il quadro raffigura, il Battesimo di Sant’Agostino e a sinistra, Sant’Ambrogio coi santi Agostino e Monica; si aggiunge che a sinistra in una splendida nicchia misurata sta la statua graziosamente barocca, di legno, ritraente la Madonna della Cintola, di Francesco Citarelli.


Sempre di Ferdinando Marcelli è il quadro che ritrae, San Nicola da Tolentino che celebra messa per le anime del purgatorio.

Sistemato a destra dell’altare di destra. Mentre invece i dipinti che una volta stavano sistemati su questi due altari, forse per la loro celebre esecuzione, oggi sono stati spostati nella zona absidale.

  • Essi sono: il Battesimo di Cristo e Madonna del Rosario, scuola napoletana, attribuiti fino al 1994 alla tradizione di Luca Giordano nella persona di Nicola Russo, tra l’altro il firmatario medesimo degli affreschi eseguiti nello spazio della cupola, poi rimossi nel 1962. Assai ridipinto è il quadro che sta al centro dell’area presbiterale, di un pittore ignoto, seconda metà del XVII secolo, raffigurante, il Crocifisso con la Maddalena. Infine, la lapide che sta a destra dell’ingresso, ricorda, suor Angela di San Giuseppe, nata Anna Sevaglios, nazionalizzata spagnola, ma nativa in quel di Messina, a lungo vissuto presso il monastero delle Convertite nonché sua benefattrice.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Napoli Sacra 11. itinerario Napoli : Elio De Rosa, ©1993. - P. 65-128 ill; 33 cm. Codice SBN NAP0159853 Autore secondario Di Mauro, Leonardo Luogo pubblicazione Napoli Editori Elio De Rosa Anno pubblicazione 1993; pagine 913-914. Per la chiesa di Santa Maria del Riposo, alle pagina 914.