Facciata chiesa del Gesù Nuovo di Napoli

Unica per la sua insolita tipologia, la facciata della chiesa del Gesù Nuovo di Napoli1 è caratterizzata da un rivestimento esterno di grande effetto scenografico, anche grazie ai risultati ottenuti col chiaroscuro.

E’ opera quasi certamente ideata su suggerimento del comasco Màlvico data la palese attinenza che questo tiene con il portale della chiesa Santissima Annunziata Maggiore a Forcella.

A Napoli una situazione del genere è stata ottenuta per alcune facciate che caratterizzano il terzo tipo aggregativo di insediamenti residenziali relativamente moderni e di estrazione sanfeliciana, presente nel tratto serrato della Salita Capodimonte, la cosiddetta scenografica, Salita del Presepe. Tra l’altro nel 1767 proprio questa zona fu un insediamento gesuitico1bis.

Per quanto riguarda la facciata della chiesa del Gesù, nell’omonina piazza, essa si presenta in piperno bugnato, un massiccio rilievo formato da una miriade di blocchi lavorati a punta di diamante ognuno dei quali, uno dopo l’altro recano le incisioni del lapicida, ossia del costruttore che ivi ha installato il blocchetto.


La facciata avrebbe dovuto ottenere grand’effetto finale con un coronamento terminale.

Rispondente a quello ben visibile nella carta topografica di Alessandro Baratta del 1629 e di Stopendael del 1653.

  • Gli effetti anzidetti non sono mai stati realizzati e anzi di questa mancata capacità di chiudere l’architettura ancor’oggi se ne sente la conseguenza2. Sulle fasce laterali intervallati da un mascherone e l’altro, i festoni di fiori e frutta recanti finissime decorazioni dette anche a candelabri e alle estremità le mensole a forma di foglie che trascinano le insegne dei principi di Salerno. Si dice dettate da ragioni prevalentemente pratiche, soltanto nel 1598 vennero eseguite delle modifiche con efficacia esaltata sul piperno grigio dalle ornie di candido marmo bianco ad opera dei maestri marmorari Marasi e Andea Sarti3 alla struttura giusto per realizzare i tre grandi finestroni in corrispondenza dei tre grandi portali rispettivi ognuno ai tre grandi ingressi alle altrettante tre grandi navate interne. Altri lavori si registrarono a nome di Pietro Bartolomeo Ghetti nel 1692 per irrobustire i varchi laterali e arricchire di fregi e di inserzioni quello centrale anche in rispetto alle nuove funzioni dell’edificio. A quest’ultimo vennero sovrapposte due colonne di granito rosso ancor oggi atte a sorreggere con capitelli corinzi un timpano spezzato oltre il quale due angeli al di qua e a di là di due cherubini reggono lo stemma dei padri Gesuiti. In ultimo si segnala che l’architrave dell’antico portale è parzialmente reso invisibile da una lapide apposta dai padri Gesuiti a memoria della contessa Isabella Feltria Della Rovere principessa di Bisignano che finanziando coi suoi soldi i lavori di riqualificazione della chiesa rese il palazzo San Severino santamente splendido dedicandolo a Dio Ottimo e Massimo e alla Vergine senza peccato l’anno del Signore 1597.


Spazio note

(1) Pane: ”Il Rinascimento”,1977,pp 219,220; ”I Restauro dell'atrio della Casa Santissima dell'Annunziata di Napoli” testi a cura di I. Maietta e C. Tenerellio. La chiesa un tempo fu il palazzo Sanseverino, come lo ricorda una lapide posta all’estrema sinistra, con data di edificazione 1474, assieme al nome di Novello San Lucano suo costruttore.
(1bis) Ornella Zerlenga, Santa Maria del Presepe, ultimo polo monumentale sulla vecchia strada per Capodimonte in Il *Borgo dei Vergini : Storia e struttura urbana / a cura di Alfredo Buccaro; prefazione di Giancarlo Alisio. - Napoli : CUEN, [1991]. - 388 p. : ill. ; 24x22 cm. Codice SBN NAP0007472 ISBN 8872951011 Collana Architettura e città; 3 BNN sez. nap. VII B 1592 pag. 180 penultimo rigo.
(2) Per il documento del 1717: vedasi: ARSI Neap.186 “De Ecclesiae fabrica” f.246.v
(3) G.B D'Addosio, Documenti ineditidi artisti napoletanidei secoli XVI° e VVII° dalle polizze dei Banchi dall'Archivio Storico per le Province napoletane, 43- 1918 p.137.