Napoli: la biblioteca Lucchesi Palli

Oltre all’impegno di depositare le testimonianze di un’epoca passata, la biblioteca Lucchesi Palli si propone all’utenza fissa, ma anche ai liberi ricercatori come biblioteca moderna,
Essa è dedicata alla musica, al cinema, alla televisione e in misura ridotta anche alla moda, alla tecnologia, i nuovi media e le informazioni digitalizzate.
Inizialmente composta da 30.000 unità di vario genere: dalle documentazioni scritte di mano dei grandi artisti dell’epoca rinascimentale napoletana, ai libretti d’opera, ai manoscritti rari avente per oggetto la passione per la cartografia musicale e cinematografica, una vasta esposizione di opere in lingua giapponese ed una cospicua raccolta di materiale giuridico rilasciato dai giureconsulti del tempo.
Lucchesi Palli lasciò la biblioteca e le sue ricchezze in materia di raccolta fissa che fosse di dominio pubblico.
Fatta salva l’eccezione che bibliotecario e sottobibliotecario fossero “fra i più rinomati cultori della letteratura drammatica”.
- A tutelarne il desiderio promesso e fino ad oggi mantenuto, vi fu il sovrintendente del Regio Teatro San Carlo di Napoli, Achille Torelli, l’unico napoletano simpatico al Manzoni sulla opera sua pièce Triste realtà mentre restò efficace “I Mariti” ì irripetibile successo di tutto il palinsesto di Torelli, capace di tradurre in libera e piacevole scorrevolezza delle parole Il Cantico dei cantici. E’ del 1902 l’inacrico di sostenere e tutelare la biblioteca Lucchesi Palli a Salvatore di Giacomo, padre dell’epoca d’oro della canzone napoletana unitamente a Ernesto Murolo, Libero Bovio, E. A. Mario. La Lucchesi Palli Oggi Direttamente dall’inventario della Biblioteca Lucchesi Palli ritraiamo le informazioni raggiunte via internet: Fra gli acquisti in antiquariato più corposi vanno citati: la raccolta Mastriani pervenuta nel 1961, il carteggio Torelli acquistato nel 1975, ed una raccolta di oltre 650 copioni teatrali dal 1850 al 1920, in uso presso la compagnie teatrali dell’epoca, acquistato nel 1985. Fra i doni più cospicui bisogna ricordare: la raccolta De Martino (200 copioni teatrali donati nel 1946 dal pulcinella Giuseppe De Martino), la raccolta Cenerazzo (oltre 970 copioni manoscritti e un migliaio fra volumi e opuscoli appartenuti all’attore italo-americano Armando Cenerazzo, deceduto nel 1957), la raccolta De Leva (di prevalente interesse musicale, comprende spartiti, partiture e ritratti di musicisti), la raccolta De Muto (copioni ed opere a stampa che costituivano il repertorio di Salvatore e Rosa De Muto).
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