Edifici di Camillo Gubitosi al CDN Napoli

Sono gli edifici progettati dagli architetti associati Camillo Gubitosi ed Alberto Izzo per le piastre sopraelevate ed affini tra loro nel cuore del Centro Direzionale di Napoli1.

Si tratta rispettivamente dell’edificio F13, sede dell’attuale Consiglio Regionale della Campania, oltre che dell’insula ad esedra, considerata opera di massima soddisfazione architettonica, composta da quattro blocchi simmetrici, F9, F10, F11, F12.

Gli anzidetti blocchi edilizi sono situati in un confronto spaziale armonizzato tra le facciate dei corpi di fabbrica tale da riuscire nell’impresa di realizzare una piccola piazza privata.

In effetti, svincolandosi del tutto dal progetto planovolumentrico di Kenzo Tange, questa soluzione ha permesso di realizzare un passaggio centrale tra due blocchi, fino a dividere tutto in quattro immobili l’uno separato dall’altro.

Altra variante di piena soddisfazione per Alberto Izzo l’architetto co-autore assieme a Camillo Gubitosi di questo spazio è stato l’uso di prefabbricati in calcestruzzo squisitamente rosa in luogo della superficie di cristallo adottata invece per il novanta per cento del resto delle strutture.


Va chiarito il concetto associato a questa terna di torri per niente omogenea. 

La facciata dell’edificio F13, immobile questo con angoli smussati per tutta quanta la sua superficie, è prospisciente l’asse verde del Centro Direzionale.  

  • Subito in seguito alla piastra disegnata da Nicola Pagliara, ovvero le torri dei lotti A4 e B1 con le quali si relaziona così come previsto dal disegno del suo progettista, e di fatto anche ad occhio si può notare la simile sostanza dei pilastri di fonazione delle due strutture; non la stessa cosa invece per gli edifici costruiti alle spalle, ossia, le tre torri, F2, F4 ed F13 che all’origine era un unico blocco, poi scorporata in tre unità differenti per aiutarne la messa in vendita. Va chiarito il concetto associato a questa terna di torri per niente omogenea in quanto ognuna di essa fu progettata da un diverso architetto ed ognuno di questi si affidò alle sole esigenze senza optare per una scelta di progettazione comune. Per questo tipo di operazione infatti, molto dello spazio originariamente destinato ad una sola attività fu ricavato per la localizzazione della strumentazione tecnica relativa a tre diverse unità locative. Infine da alcune dichiarazioni rese dallo stesso Alberto Izzo, raccolte nell’opuscolo Al centro, dell’Editoriale Vivere, l’edificio F13 fu costruito col proposito di replicare gli edifici di New York specie per quelli tirati su durante gli anni Venti e Trenta del Novecento. Questo tipo di riferimento permette di esprimere al meglio la forma che l’architetto suo ideatore ha voluto per l’edificio, che continua ad ispirarsi agli omologhi modelli americani, con la cima, tipo l’Empire State Building, occupata da un ingombro utile a definire la fine dell’ascesa del corpo verticale e non invece la soluzione spesso ideata per i grattacieli comuni, costruiti praticamente uguali dal primo all’ultimo piano, come se fosse incompleto, o peggio, ancora in fase di ultimazione. Per questo solo motivo alla base dell’edificio F13 è stata studiata un’apposita sistemazione coordinata con l’edificio ad esso conseguente, F1, mentre all’apice della costruzione fu sistemata un elemento di copertura che funge da spazio per tutti gli impianti della stessa torre. Per l’edificio è stato usato il curtain walls a scalare, realizzando solo per la torre una superficie alternata da marmo di granito rosa e sardo, abbinamento, quest’ultimo, letteralmente unico ed azzardato per la sua epoca, scelto per una contrarietà di base degli architetti al solo utilizzo del curtain walls, alla fine mediato da elementi a griglia in rame e bronzo. L’impianto immobiliare F1, è un fabbricato a piastra, a forma di “elle” acquisito tra le proprietà dell’Istituto Mobiliare Italiano prima che venisse quest’ultimo incorporato nel progetto economico e finanziario di ImiSan Paolo, poi Banca Intesa ed infine Intesa San Paolo. Ottimo, si legge scritto sul documento, il risultato ottenuto per l’edificio a piastra E2, con la parte basamentale ottenuta con marmo multicolore ed infissi in alluminio bronzato, applicati alle facciate come mezzo di scansione della vetrata leggermente tinta d’azzurro.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Al Centro : il Centro Direzionale di Napoli / \\testi: Antonella Sinopoli, Marco Suraci ; foto ed elaborazioni digitali: Ciro Fusco!. - \\S. l.! : Editoriale Vivere, \\1999!. - 103 p. : ill. ; 33 cm. ((Testo anche in inglese. Codice SBN NAP0261280