Monastero SS.Bernardo e Margherita Napoli

È il Real Collegio dei Santi Bernardo e Margherita a Fonseca1 di Napoli.

Per l’uso della travata ritmica e la copertura della chiesa con volta a botte lunettata, è associata alla comune paternità della chiesa di San Potito alla Costigliola, là dove oggi si trova ubicata la successiva residenza delle monache insediatesi nell’omonima chiesa ed attualmente in uso al Sovrano Ordine Militare dei Cavalieri di Malta.


Con piccola chiesetta annessa, definitivamente chiusa e lasciata in stato di totale abbandono, il monastero si trova in Via Fonseca, all’apice dello sviluppo urbanistico del quartiere Stella.
Occupa il settore a tutta destra del ponte della Sanità, ed è stato sistemato fin dai giorni della sua costruzione in modo da rendere confortevole il suo affaccio sullo sperone tufaceo della Sanità e giardini di Vico dei Lammatari alle sue spalle.

È stato fondato nel 1620, ma prese residenza in questo luogo dalla sua originaria sede presso l’Ecce Homo al Cerriglio, poi trasferitasi quindi a Fonseca grazie alle donazioni di Gianpietro Morso e l’acquisto dell’immobile da parte di Ugo Fonseca.


Studi condotti nel Novecento ne attribuirebbero il disegno secentesco a Pietro de Marino.

Vista l’indisponibilità e la naturale orografia accidentata dei luoghi, lo spazio della chiesa fu allungato verticalmente, tale da rendere agevole l’ingresso alla chiesa dal transetto.

  • La sua chiesa, nata senza cupola, originariamente configurata quindi secondo lo schema imposto dalla Controriforma, si presentava ad aula unica coperta con volta a botte fino al restauro del 1694, così come testimoniato da una lapide che un tempo restava affissa all’ingresso. Questa situazione oggi, nonostante sia stata rimossa la lapide, è ancora ricordata nell’attento lavoro monografico del Sigismondo2 ed in una bolla di pagamento del 1694 a Nicolò Malinconico3, a proposito della quale, in tale bolla, si fa riferimento alla presenza in chiesa di un quadro ritraente il Glorioso santo Francesco d’Assisi ed il Miracolo delle Stimmate, quadro, quest’ultimo, rinvenuto presso la chiesa mercedaria della Concezione a Montecalvario, nel pieno dei Quartieri Spagnoli (Senza Fonte). Tra l’altro, i disastrosi terremoti del 1688 e del 1694, indussero l’amministrazione religiosa ad occuparsi sempre in maniera crescente dei restauri operativi alla cappella primitiva ormai non più adatta alle esigenze dell’Ordine in forte fase di sviluppo. In seguito ai lavori commissionati per 1800 ducati, da Suor Maria Colombo Focito4 la chiesa oltre ad essersi aggiunta la cupola ebbe anche avuto aperto il suo ingresso attuale, decentrato rispetto al suo interno e comunque relativamente comodo anche rispetto alla crescita urbanistica del comparto, che la vedeva appunto, posta al margine destro dello slargo che si apre innanzi, secondo quello che era un metodo efficacissimo dell’epoca, alla stregua di quanto accadde anche il complesso monastico di San Raffaele a Materdei nella stretta di Via Amato da Montecassino. Vista l’indisponibilità e la naturale orografia accidentata dei luoghi, lo spazio della chiesa fu allungato verticalmente, tale da rendere agevole l’ingresso alla chiesa dal transetto. Pratica questa resa efficace da analoghe situazioni ed esperienze pregresse in lavori di collaudo presso il monastero di Sant’Antonio a Port’Alba, al Gesù delle Monache e a Santa Maria in Donnalbina ai Banchi Nuovi5. Altri lavori di ristrutturazione vanno assegnati alla mano egregia di Domenico Antonio Vaccaro6 firmati negli stucchi e negli arredi del 1734, mentre, seppur resta ancora ignoto il suo autore, alcuni studi condotti negli anni Sessanta del Novecento ne attribuirebbero il disegno secentesco a Pietro de Marino, medesimo autore, si legge sui documenti, della chiesa di San Potito sull’omonimo colle.


Spazio note

(1) L’integrazione dei borghi alla città: il ruolo di San Potito, Materdei, la Salute, Alfonso Gambardella-Giosi Amirante, Napoli fuori le mura: la Costigliola e Fonseca da platee a borgo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1994, diritto di stampa 1757198 alla BNN distribuzione 2008 c 192
(2) G. Sigismondo, Descrizione della città di Napoli e suoi borghi, Napoli, 1879 III, pagina 82.
(3) V. Rizzo, Nuove notizie su pittori, scultori, ed architetti napoletani del Seicento, dall’Archivio Storico del Banco di Napoli, in Ricerche sul Seicento napoletano, Milano 1987, pagina 158
(4) A.S.B.N., Banco della Pietà, 11 settembre del 1694, m. 999 e Banco della Pietà, 10 dicembre 1694, m. 995
(5) G. Amirante, Architettura napoletana tra Seicento e Settecento. L’opera di Arcangelo Guglielmelli, Napoli 1990 passim
(6) A.S.B.N.,Banco dello Spirito Santo, 6 luglio 1734, m. 1724