San Gregorio Armeno nel Trecento

Ed ovvvero, in quell'ultima parte di secolo caratterizzata da una lite giuridica col vicinissimo complesso conventuale di San Lorenzo Maggiore, sede della Curia Generalizia dei Frati Minori Conventuali di Napoli così come si evince da un documento datato 6 aprile 1302.
La lite, mediata da Andrea d’Isernia, maestro razionale della Magna Curia, scaturì, sembra, per la presenza, “impicciosa”, di un muro divisorio, messo su dai Minori in un giardino da questi ultimi coltivato ad orto, ma di proprietà delle Monache, che all’epoca, non erano più Basiliane, come all’origine della fondazione del complesso di San Gregorio, ma Benedettine, Ordine a cui appartennero fino a tutto il Settecento, prima di lasciar posto alle Monache di Santa Patrizia.
In sé e per sé la lite non ha alcun valore storico se non la necessità di configurare chiaramente lo stato dei luoghi in cui sorgeva il complesso monastico di San Gregorio Armeno all’inizio del Trecento.
Un annuo censo di cinquanta tareni d’oro, in subsidium emptionis orti Monasterii S. Ligorii.
Qui la questione del muro divisorio si risolse in favore dei Minori ai quali non venne imputato alcunchè, dato che il muro non fu trovato più alto del regolare.
- È a partire da questa lite che si definisce il confine dell’orto dei Minori con l’orto di campagna delle Monache, confinante, si legge sul documento ad oriente e a mezzogiorno con altri beni dello stesso monastero e ad occidente con il Vico Campana e a settentrione, c’è scritto, con la via pubblica, che indubbiamente, dovrà corrispondere all’attuale Via San Gregorio Armeno2. Ancora si legge scritto sul testo, l’orto dato dai Minori alle Monache, poiché, questa faccenda degli orti sembra esser regolata da una sorta di scambio o permuta delle proprietà, confina ad oriente con ancora un altro piccolo orticello questa volta di proprietà della chiesa di Santa Restituta e dato in fitto a don Giovanni Orsone, ad occidente confina cone gli immobili di proprietà della chiesa di Santa Maria ad Balneum, e con ” … un appezzamentino con tanto di piccola cisternetta per la raccolta acqua” lavorato, forse anche censuato a Bartolomeo di Capua ed infine a settentrione troviamo nuovamente il convento dei Minori. A metà del Trecento, la comunità di San Gregorio Armeno non ha poi assorbito molto delle nevralgie insite nel cambio del potere avvenuto al vertice della corona del Regno; erano quelli, gli anni precursori in cui i governanti Svevi lasciarono di fatto il comando agli Angioini, che dopotutto, confermarono dignità e privilegi allo stesso complesso che, continuò a goderne e concessogli nuovamente dal sovrano medesimo d’Angiò in un annuo censo di cinquanta tareni d’oro, in subsidium emptionis orti Monasterii S. Ligorii3. Infine, questo documento che conferma la concessione del censo, datato 4 giugno 1331, indica, uno dopo l’altro, i nomi ed i cognomi di tutte le ventidue suore residenti a quell’epoca presso il complesso monastico e costituenti da sole la comunità monastica, forse tra le più antiche e nobili di tutta quanta la città4.
Spazio note
(1) San Gregorio Armeno: storia religiosa di uno dei più antichi monasteri napoletani di Felice Autieri in: FONDAZIONE VALERIO PER LA STORIA DELLE DONNE SAN GREGORIO ARMENO Storia, architettura, arte e tradizioni a cura di Nicola Spinosa, Aldo Pinto e Adriana Valerio fotografie di Luciano Pedicini Fridericiana Editrice Universitaria edizione italiana Maggio 2013 Stampato in Italia da Liguori Editore – Napoli Fotografie di Luciano Pedicini/Archivio dell’Arte, assistenti alle riprese Marco e Matteo Pedicini Tranne le fotografie alle pp. 97, 98, 99, 121 dx e 160 fornite direttamente dagli autori Spinosa, Nicola (a cura di): San Gregorio Armeno. Storia, architettura, arte e tradizioni/Nicola Spinosa, Aldo Pinto e Adriana Valerio (a cura di) Napoli : Fridericiana Editrice Universitaria, 2013 ISBN 978-88-8338-140-9 (BR) ISBN 978-88-8338-141-6 (RIL) 1. Monasteri femminili 2. Napoli 3. Storia religiosa I. Titolo La carta utilizzata per la stampa di questo volume è inalterabile, priva di acidi, a PH neutro, conforme alle norme UNI EN Iso 9760 ∞, realizzata con materie prime fibrose vergini provenienti da piantagioni rinnovabili e prodotti ausiliari assolutamente naturali, non inquinanti e totalmente biodegradabili (FSC, PEFC, ISO 14001, Paper Profile, EMAS).(2) ASN, Monasteri soppressi, 1184, n. 96
(3) Antonio Chiarito, Commento istorico-critico-diplomatico sulla costituzione "De instrumentis conficendis per curiales dell’imperatore Federico II", Napoli 1772, 24.
(4) «Die 4 iunii, indictione 14, Neapoli, anno ab incarnatione Domini 1331, regnante domino nostro Roberto anno 23 et eius dominationis civitatis Neapolis anno 23. Thomasius Morumile Neofilus filius Leonis et dominae Venutae iugalium, et Sanctorus Morumile et Guilielmus et Loisius uterini germani hoc est genitor et filii promittunt dominae Gaitelgrimae Filingeri abbatissae monasterii Sancti Gregorii Maioris de Neapoli et dominae Isabectae Tumacella et dominae Gaitelgrimae de Arco et dominae Sabellae Tumacella et dominae Alexandrae Tumacella et dominae Adilizae Brancacza Zoza et dominae Mathiae Cacapice et dominae Alexandrae uterinis germanis, et dominae Franciscae Bulcana et dominae Mariae Bulcana, et dominae Mariae de lu Conte, et dominae Liziae Turnuparda, et dominae Mariae Sicenolfa, et dominae Isabellae Sicenolfa et dominae Margarithae Tomacella, et dominae Liziae Tumacella, et dominae Alexandrae Carazula, et dominae Trudae de Castellu vetere, et dominae Finiziae Tumacella, et dominae Stefaniae Rumba, et dominae Mariae Rumba, et dominae Trudae Rumba monialibus ipsius monasterii Sancti Gregorii Maioris cum consensu domini Iacobi presbiteri Ruxumagno procuratoris ipsius monasterii». Rosaria Pilone, Il Diplomatico di S. Gregorio Armeno conservato nell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1989, p. 132.
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