Natività di Criscuolo ai Girolamini di Napoli

La Natività di Giovan Filippo Criscuolo1 è un olio su tavola2 custodito nella Quadreria dei Girolamini, sita in Via Duomo ed adiacente alla Biblioteca Oratoriana ed alla Chiesa dei Girolamini ubicata nell’omonimo largo in uno dei decumani della città di Napoli.
Nelle antiche guide di Napoli, il dipinto è ascritto ad Andrea Sabatini, maestro del Criscuolo; nel 1959 Ferdinando Bologna restituisce la tavola a Giovan Filippo Criscuolo.
La datazione del dipinto, associabile ai polittici di Novi Velia e del Museo di Capodimonte realizzati dall’artista rispettivamente nel 1540 e nel 1545, è da collocarsi probabilmente “non lungi dal 1540, se non ancora entro il quarto decennio del secolo“3.

La personalità ed il percorso artistico del Criscuolo, attivo a Napoli nel secondo quarto del XVI secolo, è stato ricostruito in base alle opere degli anni Trenta e Quaranta che risultano firmate e datate.

Anche se la sua attività è nota fino al 1561, nei decenni successivi alla metà del secolo è difficile ricostruirne l’operato. Stilisticamente gli inizi del Criscuolo nel corso degli anni Venti del XVI secolo sono contraddistinti “da un’interpretazione semplificata del raffaellismo sabatiniano“4.

Il pittore Giovan Filippo Criscuolo si forma nella bottega di Andrea Sabatini da Salerno.

Nella quale si distingue “solo per una più “arcaica” passione per i quadraturismi lombardi e le fisionomie membrute dello spagnolo Fernandez e per le ardite semplificazioni plastiche di un Agostino Tesauro5.

  • Con il Maestro collabora a Montecassino in alcune parti della pala di San Benedetto per l’altare maggiore dell’Abbazia e nello stesso luogo dipinge anche il Battesimo del Refettorio. Di Giovan Filippo Criscuolo si conosce, in maniera discreta il percorso artistico dei tardi anni Venti, quand’era ancora all’interno della bottega del Sabatini, e dei primi anni Trenta. La sua attività si svolge fra Napoli, Gaeta e Montecassino. Tra le prime opere si colloca il Sant’Andrea già in Santa Maria delle Grazie a Caponapoli, datato 1529; in questo primo periodo napoletano realizza anche il San Domenico nella chiesa di San Domenico Maggiore e le Storie della Vergine al Museo Pignatelli. Alla morte del Sabatini, avvenuta nel 1530, Criscuolo eredita le commissioni del maestro a Gaeta, dove continua a lavorare fino alla metà degli anni Trenta. Nella zona realizza il ciclo con Storie cristologiche e santi nella Grotta d’Oro all’Annunziata di Gaeta, un cui pannello reca la data 1531, il polittico di Santa Maria del Piano ad Ausonia datato 1531, un altro per la cappella del Conservatorio all’Annunziata di Gaeta, datato 1534 o 1536, un terzo per l’altare maggiore della stessa Annunziata, e la Morte e Assunzione della Vergine dell’Assunta di Fondi datato 1534. In quest’ultimo dipinto Criscuolo sembra accennare ad uno "sviluppo manierista in chiave polidoresca, secondo quanto andavano facendo, pure negli anni trenta, i suoi colleghi Agostino Tesauro, Severo Ierace e Marco Cardisco“6. Successive agli anni gaetani si pongono una serie di opere: le Dormitio Virginis della chiesa di San Tommaso Apostolo a Napoli, della Cattedrale di Lipari e quella del Museo di Budapest, la Crocifissione e il Dio Padre del Museo Pepoli di Trapani, la Natività dei Girolamini e le altre di collezioni private, le varie Adorazioni custodite sia in raccolte pubbliche che private, la Madonna e santi già a Firenze, la Madonna coi Santi Pietro e Paolo di San Lorenzo a Napoli ed altri dipinti proposti in vendite all’asta.

Dopo l’attività gaetana, Criscuolo ritorna e si stabilisce a Napoli.

Il suo linguaggio aggiornato alle novità della maniera tosco-romana si sviluppa “con efficaci innesti di manierismi eleganti e vivaci alla Perin del Vaga".  

Suscettibili di recuperare in loco anche alcuni aspetti della tradizione di Polidoro e di Machuca7. Questo stile diviene evidente nella sua pittura degli anni Quaranta. Tra l’altro nel quinto decennio realizza i polittici datati della Parrocchiale di Novi Velia del 1540 e quello del Museo di Capodimonte del 1545, forse proveniente dall’Annunziata di Aversa, e quello con l’Incoronazione e santi del Duomo di Ravello. Negli anni successivi alla metà del secolo, in cui il pittore s’impegna in numerose pale d’altare sparse in tutta l’intera regione campana, si collocano presumibilmente alcune opere raffinate dalla “straordinaria efficacia neo-raffaellesca“8 quali le Madonne in Gloria della chiesa di Montecalavario e del Duomo di Gaeta, l’Immacolata del Gesù e Maria ed una serie di opere proposte in vendite all’asta e di collezioni private. L’ultima fase del pittore è caratterizzata da numerose opere di bottega della quale fanno parte alcuni componenti della sua famiglia come Mariangela e Giovannangelo. A questa produzione appartengono le Annunciazioni del Gesù delle Monache e della Parrochiale di Bucciano, la Madonna e Santi del Museo di Varsavia, la Crocifissione del Banco di Napoli, le tavolette con Storie cristologiche in San Paolo Maggiore, i polittici del Gesù delle Monache e di Santa Maria di Montecalvario e quello con la Natività di Santa Maria degli Angeli a Castroreale.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da Pierluigi Leone de Castris, Scheda dell’opera "Natività" di Giovan Filippo Criscuolo, in La Quadreria dei Girolamini, a cura di Pierluigi Leone de Castris e Roberto Middione, Guida, Napoli, 1986, pp. 32-35 (Biblioteca Nazionale Braidense, collocazione 280 H 244); Pierluigi Leone de Castris, Scheda dell’opera "Crocifissione e santi" di Giovan Filippo Criscuolo, in Il patrimonio artistico del Banco di Napoli, coordinamento scientifico di Nicola Spinosa, Edizione Banco di Napoli, Napoli, 1984, pp. 6-9 (Biblioteca Nazionale Braidense, collocazione 280 I 392); Pierluigi Leone de Castris, La pittura del Cinquecento nell’Italia Meridionale, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di Giuliano Briganti, riedizione accresciuta e aggiornata, Electa, Milano, 1988, Vol. II, pp. 472-514, in particolare pp. 480-481 (Biblioteca Nazionale Braidense, collocazione CONS. G 157 3/2); Pierluigi Leone de Castris, Scheda biografica "Criscuolo, Giovan Filippo", in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di Giuliano Briganti, riedizione accresciuta e aggiornata, Electa, Milano, 1988, Vol. II, pp. 689-690 (Biblioteca Nazionale Braidense, collocazione CONS. G 157 3/2).
(2) Olio su tavola di cm 66 x 65. Le misure, la tecnica, il supporto sono riferiti in La Quadreria dei Girolamini, a cura di Pierluigi Leone de Castris e Roberto Middione, Guida, Napoli, 1986, p. 32.
(3) Pierluigi Leone de Castris, Scheda dell’opera "Natività" di Giovan Filippo Criscuolo, in La Quadreria dei Girolamini, a cura di Pierluigi Leone de Castris e Roberto Middione, Guida, Napoli, 1986, p. 34.
(4) Pierluigi Leone de Castris, Scheda biografica "Criscuolo, Giovan Filippo", in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di Giuliano Briganti, riedizione accresciuta e aggiornata, Electa, Milano, 1988, Vol. II, p. 689.
(5) Pierluigi Leone de Castris, La pittura del Cinquecento nell’Italia Meridionale, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di Giuliano Briganti, riedizione accresciuta e aggiornata, Electa, Milano, 1988, Vol. II, p. 480.
(6) Pierluigi Leone de Castris, Scheda dell’opera "Natività" di Giovan Filippo Criscuolo, in La Quadreria dei Girolamini, a cura di Pierluigi Leone de Castris e Roberto Middione, Guida, Napoli, 1986, p. 34.
(7) Pierluigi Leone de Castris, La pittura del Cinquecento nell’Italia Meridionale, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di Giuliano Briganti, riedizione accresciuta e aggiornata, Electa, Milano, 1988, Vol. II, p. 480.
(8) Pierluigi Leone de Castris, La pittura del Cinquecento nell’Italia Meridionale, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di Giuliano Briganti, riedizione accresciuta e aggiornata, Electa, Milano, 1988, Vol. II, p. 481.