Chiesa dell’Immacolata al Monte Napoli

È una delle chiese chiuse di Napoli1 alle falde di una zona relativamente boscosa sotto Castel Sant’Elmo, propria del comparto urbano di Santa Lucia al Monte, ed arrancata sul fronte a mare del versante occidentale collina del Vomero.
Si trova all’apice di Via Suor Orsola e da questa sola strada resta collegata al Corso Vittorio Emanuele, e con una rampa di scalinate si insinua nel complesso claustrale del Suor Orsola di cui ne fa parte fin dalla sua costruzione.

È più antica della Sala degli Angeli anche se dopo tutto è pur sempre stata costruita nella stessa epoca, presentandosi secondo lo schema imposto dal restauro effettuato nel secondo quarto del XVIII secolo.

I restauri che le hanno conferito l’eleganza e la raffinatezza che la distingue dall’edificio inferiore per il tono unitario e conforme ai marmi commessi, alle gelosie lignee ed agli stucchi incisi durante l’opera di rinnovamento, furono diretti dall’architetto Rocco Doyno, venosino, seguace delle novità del rococò napoletano, per cui segna in quest’immobile la sua unica opera a Napoli.


Bellissimo il coro ligneo delle monache posto in alto all’ingresso.

Gli affreschi della volta, ritraenti l’Assunta con i Santi, e di tutte le cappelle che completano l’unica navata della chiesa, sono di Michele Foschini.

  • Michele Foschini fu studente privilegiato per il suo notevole talento artistico, in forza del quale, fu esonerato dagli studi onde poter seguire i lavori presso la bottega d’arte di Mariano Rossi, allievo di Francesco Solimena. Nonostante tutto, per quanto riguarda le opere lasciate in questo ambiente, esse tradiscono, però, un’eccezionale gusto molto vicino allo stile del De Mura. Del medesimo autore sono le tele ritraenti Sant’Andrea d’Avellino, sul terzo altare di destra e sempre di questi sul terzo altare di sinistra è la tela raffigurante San Michele, ed infine un’Adorazione di Pastori sul primo altare di destra. Della prima metà del XVII secolo sono invece gli affreschi della terza cappella di sinistra, ritraendo la Santissima Trinità nella volta, e Gli Evangelisti nei peducci ed ancora: San Michele, Abramo e Tre Angeli nelle lunette. Della scuola d’arte di Giovanni Conte e sempre del Seicento sono la scultura lignea posta all’ingresso della chiesa ritraente Il Padre Eterno Benedicente, e sull’altare maggiore, L’Immacolata coi Santi Pietro e Gregorio Magno; coeva è la tela della Madonna di Costantinopoli con i Santi a destra dell’altar maggiore eseguita Giovan D’Angelo D’Amato da Maiori. È del 1700 la Statua lignea di San Gaetano, sul secondo altare di sinistra quasi certamente opera di Gaetano Patalano, un artista riconosciuto innovatore della scultura d’arte applicata al legno nel tardo Seicento. Mentre invece fu una volta rubato l’altare di destra della seconda cappella, in pietra scagliola del secondo Seicento, rarissimo esemplare, mentre alla sinistra, ancora trova riposo Suor Orsola. Una coppia di sconosciuti sono sepolti in un piccolo ambiente ricavato al di sotto della seconda cappella di sinistra ed una lapide informa della sepoltura avvenuta nel secondo Cinquecento; una scaletta conduce al comunichino, decorato con un rilievo ritraente L’Eterno Padre fra gli Angeli di un seguace dello stile di Giovan Tommaso Malvito. Anche in questo caso, il pavimento è di Ignazio Chiaiese, bellissimo il coro ligneo delle monache posto in alto all’ingresso e sulla sua parete di volta è affrescata un splendida Visione dell’Apocalisse, 1765 di Pietro Bardellino.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Napoli sacra : guida alle chiese della città 13° itinerario da pagina 792 a pagina 793 Coordinamento scientifico: Nicola Spinosa ; a cura di Gemma Cautela, Leonardo Di Mauro, Renato Ruotolo. – Napoli : Elio De Rosa. – v. ; 33 cm. ((In cop.: Soprintendenza per i beni artistici e storici. Codice SBN NAP0150544. Altro materiale da: Sito ufficiale dell'Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa