Storia della MEDEDIL Napoli

MEDEDIL, dall’8 novembre del 1962, al 25 luglio del 2011 è stato l’acronimo della ”Società edilizia Mediterranea”, S.p.A.1, un’attività commerciale coinvolta nei piani di lottizzazione sulle aree espropriate dal Comune di Napoli, col quale firmerà lo storico accordo il 1 agosto 1975, in luogo della costruzione del Palazzo di Giustizia e quasi tutto il Centro Direzionale, cuore insediativo del progetto di riqualificazione degli spazi urbani sottratti all’architettura industriale di buona parte della zona orientale a ridosso della Stazione Centrale, il Corso Malta, e l’area sub-comprensoriale di Poggioreale.

È nata il 7 marzo del 1906 a Genova, ed è stata indicata fino a tutto il 1961 con la ragione sociale: Società italiana per l’iniezione del legname Sistema Rueping2, in forza dell’atto del notaio Grondona, con un primo capitale di 500 mila lire, su iniziativa del tutto privata degli industriali settentrionali d’Italia e della Società tedesca Hueksberg C.ie, titolare del brevetto ”Rueping” .

Rueping fu un sistema di protezione del legno dagli elementi avversi dell’aria e dell’acqua utilizzato a scopo commerciale per costruire ed installare le traversine in legno per binari ferroviari.
La Società nel triennio 1983-1986 concluse la lunga trattativa con B.E.I, Banca Europea per gli investimenti, in luogo di un prestito finanziario di 55 miliardi di lire su 110 richiesti per far fronte al debito contratto con la cessione del pacchetto azionario all’ITALSTAT, che a sua volta ne assunse il pieno controllo, col suo ultimo atto ufficiale stipulato il 12 giungo del 1983.


Tutto ebbe inizio con un capitale sociale di di 500 mila lire.


A tutto il 31 dicembre del 1984 MEDEDIL stimava un capitale sociale di cinquanta miliardi di lire3.

  • Grazie a questo sistema, la stessa società, per l’avanzare della sua impresa protetta dal brevetto, si trovò proprietaria di 117.727m3 d’area solo nella zona orientale di Napoli, laddove gli strumenti urbanistici avevano localizzato la distribuzione edilizia dell’attuale Centro Direzionale della città iscritta nel libro del catasto immobiliare per un valore, a quell’epoca, di soli 391 milioni di lire4. In seguito a problemi di crisi economica legata al brevetto e alla produzione delle traversine, il 28 maggio del 1962 alla Società per l’iniezione del Legame si affilia la Società Generale Immobiliare acquistando il pacchetto di maggioranza costituita da 50 mila azioni comprate, di cui, 16 mila verranno cedute il 1 dicembre del 1962 all’Istituto Romano di Beni Stabili e medesima offerta anche per la Società Italiana Condotte ed Acqua. Nel 1967 alla platea azionaria vi si aggiunsero il gruppo di imprese napoletane della S.I.I.M.I., controllata al 100% dalla SME, il Banco di Napoli e l’anno successivo, fu la volta della Società per il Risanamento di Napoli. Modifiche allo statuto ne seguirono necessarie alle sopraggiunte esigenze giuridiche in ordine all’occupazione di nuovi suoli da fondare, per cui, nel 1968, le Manifatture e Cotonerie Meridionali, società proprietaria dei suoli dove sorgeranno le case popolari del Rione Amicizia cederà alla MEDEDIL, quattro aree di sua proprietà per complessivi 104.892 m2, e l’anno seguente la Napoli Centro Edilizio, Na. C.ED., una controllata della MEDEDIL verrà infeudata dalla società romana Beni Stabili, acquisendo in tal modo, anche tutta l’area appartenente allo stabilimento Gaslini, grande 102.000m2, pacchetto che verrà poi acquisito nel 1972 dalla stessa MEDEDIL.

La MEDEDIL nel 1973 capitalizzò 300 milioni di lire e nel 1979 giunse a 6 miliardi. 

Tre anni dopo, MEDEDIL, acquisterà dall’IRI, 27.000m2 d’area un tempo occupati da materiale immobiliare ospitanti le sedi prima della CAMIM, il Centro di Addestramento delle Maestranze all’Industria Metalmeccanica e della storica ANCIFAP, poi, finita sotto processo per scandali finanziari5.

  • L’entità del capitale, per tanto, negli anni compresi tra il 1955 ed il 1973, rimase sostanzialmente invariato non al di sotto dei 300 milioni di lire, passato quindi a 2 miliardi all’indomani dell’Assemblea Straordinaria della società del 4 luglio 1975, portato poi a 6.300.000 nel 1979, rivisto a ribasso e riportato a quota 5.612.484.000 nel 1981 a causa della mancata sottoscrizione della quota azionaria da parte della Bastogi I.R.B.I.S., e di altri azionisti di minoranza.  La costruzione del centro direzionale di Napoli sotto il profilo economico e sociale è da individuarsi nel sodalizio dei due grandi gruppi economici di Roma e di Napoli, il primo largamente rappresentato dalla Bastogi, la Società Immobiliare e la Società Immobiliare Condotte ed Acqua, mentre per il secondo si avvicenderanno momenti di reciproci diritti e doveri l’uno sull’altro a partire dall’intervento finale della Società per il Risanamento di Napoli sopraggiunta a quietare la cessione delle azioni SME, la quale a sua volta, già controllava il 100% delle azioni investite nell’operazione dalla Società Immobiliare ed Industriale del Mezzogiorno d’Italia ed il Banco di Napoli. Il 24 aprile del 1967, infatti, si ritenne opportuno stipulare un contratto separato, conosciuto col termine più proprio di contratto parasociale, col quale, si considerasse, intanto che: i due grandi gruppi economici parti contraenti del medesimo accordo non dovessero tra loro concorrere nella cessione ad altre parti delle loro quote se non alle società collegate al progetto o a patto che le stesse fossero controllate direttamente dalle cessionarie, ma soprattutto ed in special modo, l’impegno dei due gruppi di convocarsi allo scadere del nono anno dal contratto e decidere assieme l’opportunità o meno di approvare o respingere varianti all’accordo stesso.

Storia della MEDEDIL dal 1976 al 1981.

Quest’ultimo poi fu rinnovato il 23 dicembre del 1968, anno in cui nella compagine azionaria fece ingresso la Società per il Risanamento di Napoli.

  • Occasione per riprendere e rafforzare i concetti fondanti il contratto parasociale. L’accordo fondava in primo luogo la garanzia sulla parità delle condizioni tra i due gruppi sul controllo dell’Amministrazione della Società anche se il primo gruppo costituiva nettamente la maggioranza del controllo delle azioni, con il 46% delle 50.000 unità di valore nominale stabilite a 6.000 lire ciascuna. La stipula del contratto prevedeva anche l’obbligo per questi due gruppi, che in sostanza va ricordato esser riuniti sotto l’egida dell’unico nome MEDEDIL, di preventivare consultazioni sugli argomenti più importanti e sulle relative deliberazioni societarie, nonché, il patto di garantire fideiussioni e mezzi finanziari l’uno all’altro, fatta salva la sola eccezione per il Banco di Napoli, esonerato da quest’obbligo in proporzione della quota capitale corrispondente. Nel patto si decise pure una certa libertà di manovra per ogni società dell’uno e dell’altro gruppo, di aggiudicarsi imprese di costruzione a cui affidare un aliquota dei lotti da appaltare al giusto ed equo prezzo, cosa che poi trovò corrispondenza nell’assegnazione delle aliquote sui lotti però parti al 55 % per il gruppo di Roma ed il 45% per i napoletani. Ed ancora: qualora, nell’uno e nell’altro gruppo volesse affiliarsi un componente del terzo settore estraneo all’insieme, il nuovo giunto avrebbe dovuto avere come requisito minimo di ammissione il gradimento dell’altro gruppo, questo sia per i romani che per quelli di Napoli. Allo scadere del nono anno, il grande incontro, non avvenne, anche se formalmente le parti rappresentanti di entrambe i gruppi intervennero più spesso, ma senza buon esito, per cercare l’intesa ottimale sui patti novenari che si considerassero urgenti alla modificazione. Soprattutto il mancato incontro influenzò fortemente gli episodi programmatici tra il 1978 ed il 1981 delle società impegnate, a partire primariamente dalla Bastogi, che nel 1978 si fuse con l’Istituto Beni Stabili di Roma, dando vita alla ragione sociale BASTOGI I.R.B.I.S., ed attivando una politica lenta, ma certa di disimpegno da tutte le atre attività legate al terzo settore, in primo luogo proprio quelli segnati dall’accordo MEDEDIL, reso evidente solo dopo il 3 luglio del 1979, anno, mese e giorno in cui, per far fronte alle spese previste, la MEDEDIL chiedeva a tutti i partecipanti l’aumento di capitale da 2 a 6 miliardi di lire con facoltà al Consiglio di Amministrazione di portare entro fine anno il capitale sociale a 10 miliardi di lire. Gli unici due rappresentanti della BASTOGI I.R.B.I.S., il 21 febbraio del 1980 rassegnarono le dimissioni dal Consiglio e di conseguenza, fu deciso l’8 luglio di quell’anno di ridurre da 12 a 10 il numero dei Consiglieri. La mancata partecipazione al consiglio direttivo, nonché la decisione di non fruire del proprio diritto-dovere a sottoscrivere nuove azioni di capitale da parte di Bastogi I.R.B.I.S., ebbe riflessi notevoli anche sul piano delle fideiussioni bancarie e dei debiti che nel frattempo andarono cumulandosi, contrastando anche notevolmente le circostanziate decisioni sull’inizio dei lavori di costruzione del Palazzo di Giustizia, affidamento del progetto planovolumetrico all’architetto Tange, diffidando enormemente sulla salvaguardia delle trattative di cessione di alcune parti d’area ad Enti qualificati pubblici e privati.


Spazio note

(1) Centro direzionale di Napoli Progetto planovolumetrico e sistemazione urbanistica Kenzo Tange&Urtec Novembre 1982, BNN Sezione Napoletana Miscellanea VII C 4/15. Vedasi anche: Centro direzionale di Napoli Rassegna A.N.I.A.I., 6/1 A6 1983 BNN alla Sala dei Periodici; ed ancora: col contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche - Fondazione Aldo Della Rocca Ente Morale per gli Studi Urbanistici Collana di Ricerche e documentazione Il Centro Direzionale di Napoli Cronistoria tecnico-amministrativa di Giuseppe Furitano Gian Aldo della Rocca Casa Editrice dottor Antonio Milani, a Napoli nel 1992 BNN Sezione Napoletana VII B 145.
(2) In quello stesso anno fu modificato anche lo scopo dell’attività legata alla ragione sociale, che dismise, quindi, la produzione delle traversine di legno, per occuparsi solo ed esclusivamente di risanamento urbanistico.
(3) 50.512.365.000 lire, relativamente a 50 miliardi di azioni valente ognuna 1 mille lire, distribuita per l’88% alla ITALSTAT, la Società Italiana per le infrastrutture e l’assetto del territorio. Altro 11,30% andava assegnato all’ITALSCAI, la Società Italiana per lo Sviluppo ed il Coordinamento di Attività Immobiliari, anche questa una S.p.A, solo lo 0,68% alla BASTOGI I.R.B.S. S.p.A., ed infine un utile pari allo 0,1% corrispondente al solo valore capitale di 3 milioni di vecchie lire italiane a società terze distribuite.
(4) Per la precisione si trattò di un’area già densamente fondata da architettura industriale ad opera delle scomparse Officine Meccaniche e Fonderie Napoletane comprese tra il Corso Malta e via Taddeo da Sessa.
(5) Notizia Archivio Storico UNINA Giornale dell’Unità di domenica 9 dicembre 1979. Leggi il quotidiano.