Nuovo Palazzo di Giustizia Napoli

Emblematico della sua realizzazione sono gli edifici a Torre, portati a compimento tra il 1980 ed il 1995, dal gruppo degli architetti Michele ed Antonio Capobianco, Massimo Pico Ciamarra e Daniele Zagaria ed il coordinamento del professor Corrado Beguinot1bis.
Si tratta quindi di un unico spazio costituito, entro il quale si espletano le funzioni giudiziarie precedentemente svolte in oltre 30 sedi distaccate e sparse nel variegato mondo antico del centro storico della città e del centro storico UNESCO, tra cui spicca per importanza, la sede storica di Castelcapuano alla Vicaria1ter
Di proprietà del Comune, sui suoli espropriati durante gli anni Sessanta del Novecento e sottratti alle pertinenze della società MEDEDIL, il nuovo palazzo di Giustizia si trova a ridosso della Stazione Centrale ed il comprensorio del quartiere di Poggioreale.
Con una zona detta antinucleo e due altre zone collaterali, tutto il nuovo palazzo di Giustizia si estende per 1.200.000, m2 articolato dalla costituzione architettonica di tre torri, con altezza variabile tra i 70 ed i 110 metri, tutte collegate tra loro, con ingresso principale stabilito in piazza Porzio.
È definita la cittadella giudiziaria più grande d’Europa.
Caratterizzata per la chiave tipologica moderna che la rende sicura all’uso di vicino presidio giudiziario per il carcere di Poggioreale col quale, è ben collegata da gallerie carrabili scavate sotto terra2.
- Tuttavia a partire dalla legge 309 del 25 aprile 1957, il Nuovo Palazzo di Giustizia rappresenta anche il centro per le attività di carattere giudiziario del circondario Corte d’Appello, città di Napoli. In effetti il nuovo palazzo di Giustizia è di fatto il nucleo storico e primario del complesso immobiliare Centro Direzionale, e fu inaugurato il 16 agosto del 1995, cinque anni dopo, il doloso incendio che distrusse la torre più alta del complesso, ripristinata solo nove anni più tardi3. L’elemento fondamentale, secondo uno dei più noti tra i suoi progettisti, il professor Corrado Beguinot, è la ”piazza coperta”, una ”hall sotto tetto”, sopraelevata a 18 metri di altezza dalla quota di fondazione, destinato all’accoglienza di tutti coloro che si trovano ad esser nella condizione di fruire dell’Amministrazione giudiziaria oltre ad esser punto di permeabilità tra le istituzioni del potere giudiziario ed i cittadini. L’area del palazzo di Giustizia di Napoli si presenta coperta per un utile di 155.000 m2, occupati dalla fondazione delle tre torri, A, B, e C, la più piccola delle torri, la Torre C, sul lato est si sviluppa da quota 30 metri a quota 68,40 per un totale di 17 piani. Il corpo di fabbrica medio, cioè, la Torre B, si eleva da quota 30 metri a quota 87,60, e conta 22 piani ed infine, la Torre A, lato Ovest, si erge da quota 30 metri a quota 112,50 per complessivi 29 piani. Le Torri sono a loro volta affiancate sui lati destro e sinistro da due corpi di fabbrica complessi, con volumetria che varia dai 41 ai 44 metri in altezza e per una superficie di suolo insediata per complessivi 170.000 m2; queste due anzidette “ali di fabbrica” sono caratterizzate da ” … architettura a sbalzo e sviluppo eminentemente orizzontale, segnato dagli scuri lucernari a prisma”. Più a sud emergono con sviluppo curvilineo delle facciate continue ed infisse a tutta altezza, mentre sul lato nord, le torri sono sviluppate verticalmente, è raccordate da un corpo di fabbrica a forma di trapezio assai sottile, definito, ”corpo lamellare” anche questo impreziosito da facciate con infissi continui. Le aule tribunalizie sono ubicate per le udienze del Penale e del Civile nel I e III lotto, in due blocchi sviluppato su di un grado di inclinazione di 45°, e sono state progettate affinché gli ambienti del pubblico e dell’avvocatura, restino separati da quello dei magistrati. Ed ancora: tutti gli ambienti si sviluppano all’interno di volumi architettonici agganciati alla grande piazza coperta, e rinchiusi all’interno di strutture in metallo, con copertura di lucernari e falde inclinate. Infine, all’interno della sala Arengario, allestita per incontri e convegni, si può ammirare la pala di legno del XVI secolo, ritraente L’Eterno Padre, lo Spirito Santo e Gesù Crocifisso, tra i Santi Andrea e Giacomo, restaurata coi soldi del Banco di Napoli, dal maestro Bruno Arciprete.
Spazio note
(1) Centro direzionale di Napoli Progetto planovolumetrico e sistemazione urbanistica Kenzo Tange&Urtec Novembre 1982, BNN Sezione Napoletana Miscellanea VII C 4/15. Vedasi anche: Centro direzionale di Napoli Rassegna A.N.I.A.I., 6/1 A6 1983 BNN alla Sala dei Periodici; ed ancora: col contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche - Fondazione Aldo Della Rocca Ente Morale per gli Studi Urbanistici Collana di Ricerche e documentazione Il Centro Direzionale di Napoli Cronistoria tecnico-amministrativa di Giuseppe Furitano Gian Aldo della Rocca Casa Editrice dottor Antonio Milani, a Napoli nel 1992 BNN Sezione Napoletana VII B 145. Cfr., Al Centro : il Centro Direzionale di Napoli / \\testi: Antonella Sinopoli, Marco Suraci ; foto ed elaborazioni digitali: Ciro Fusco!. - \\S. l.! : Editoriale Vivere, \\1999!. - 103 p. : ill. ; 33 cm. ((Testo anche in inglese. Codice SBN NAP0261280 BNN Sez Nap VII A 1619 pagine 48-49. Altri contributi alla scheda tecnica, apri qui, e da quest'altra scheda, apri qui.(1bis) Fu poi successivamente con la legge 12 dicembre del 1966 n° 1095, disposto che il palazzo fosse costruito laddove indicato dal Ministero dei Lavori Pubblici d’intesa col Comune di Napoli, non prima e non senza aver sentito il parere del Consiglio dell’Ordine Forense e le Autorità Giudiziarie.
(1ter) Quindi, con un ingaggio di sedici miliardi di lire, optato con tanto di decreto legge, 30 dicembre 1970, numero 1294, si scelse che il palazzo di Giustizia sorgesse nell’area che attualmente occupa. Per quest’operazione fu bandito nel 1962 concorso nazionale di 1° grado e nel 1974 un concorso nazionale di 2° grado nel 1975. Tutta quanta la struttura interessata dalle attività tribunalizie, comprese le carceri agli ultimi piani, portano la firma dei professori Elio Giangreco e Giuseppe Giordani, mentre gli impianti sono del professor Gino Parolini. I lavori di costruzione del palazzo di Giustizia, coordinati dall’ingegner Martuscelli, per la direzione tecnica e dall’ingegner De Rogatis per la direzione dei Lavori Pubblici, hanno avuto inizio a maggio del 1980 poi interrottisi per il sopraggiunto evento sismico del 23 novembre di quello stesso anno. Ripresi lentamente all’indomani dello scadere del 1984 furono conclusi a maggio del 1991.
(2) Mentre, per il personale militare esterno, gli impiegati della Pubblica Amministrazione e per il pubblico è stato pensato e creato un efficiente sistema di ingressi differenziati, ed infine, le cosiddette, strade di ronda perimetrale, permettono l’accesso alla cittadella ai magistrati, alle persone sottoposte a protezione e agli organi di Polizia.
(3) È collocato sul posto in alternativa alla legge 285 del 5 marzo 1983, per effetto della quale, assieme ad un contributo statale di 6 miliardi di lire, fu previsto, senza riuscirvi che il palazzo venisse costruito sul Corso Garibaldi, alle spalle della Stazione Circumvesuviana di Napoli Terminal. Tutt’oggi, infatti, la struttura è caratterizzata da un’articolazione ed un’estensione adeguata al flusso d’utenza previsto per una cittadella giudiziaria ad elevata complessità funzionale.
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