Edificio Stazione Mergellina Napoli

La lunga facciata che percorre un tratto in discesa, contrassegnata da una simmetria detta beaux arts, permette all’immobile nel suo stato definitivo di aderire alla stilematica storicistica dell’architettura innegabilmente floreale.
All’interno di questo immobile all’altezza del primo piano, è ancora attivo il servizio trasporto pubblico su strada ferrata, gestito da Metronapoli S.p.A., nonostante l’offerta dei servizi per quanto riguarda il trasporto passeggeri si è caratterizzata fino a tutto il 2014 con materiale ferroviario di appartenenza alla stessa linea storica scavata nel monte.
Tutto quanto il tragitto, relativo al circondario di Napoli e provincia, disegna un percorso a tappe da Pozzuoli in direzione di Gianturco, attraversando Napoli nei comparti urbani dei quartieri sul ciglio del cratere di Agnano, il quartiere di Fuorigrotta con le uscite di Napoli – Campi Flegrei e Napoli piazza Leopardi ed ancora le fermate al Rione Amedeo, lo storico quartiere dei Ventaglieri a Montesanto, piazza Cavour ed infine, piazza Garibaldi. Conclude il capolinea a sud di Napoli-Gianturco.
L’immobile accoglie il materiale ferroviario di transito e riesce a convivere col tessuto preesistente.
Fu inaugurata il 28 ottobre del 1928 a sostegno delle opere di riprogrammazione di tutto il comparto all’indomani dell’apertura della linea direttissima Roma-Napoli.
- Seguì le linee del disegno consegnato ai lavori da Gaetano Costa, l’unico ingegnere napoletano, che, in quegli anni, oltre a distinguersi per altre opere immobiliari lasciate non solo sul territorio, parteciperà all’importante concorso internazionale per il palazzo della Società delle Nazioni a Ginevra. L’immobile della Stazione metropolitana di Napoli Mergellina, dunque, si presenta come opera emblematica della cultura del suo tempo, che, a Napoli, lasciava di fatto lo stile Floreale degli anni Venti per ereditare il lascito del déco, in perfetta armonia con le opere lasciate sul posto dal genio di Giulio Ulisse Arata. L’immobile che accoglie il materiale ferroviario di transito riesce a convivere in forma piena col tessuto edilizio preesistente nonostante la sua stessa mole pregiudichi l’aspetto morfologico di questa zona alta di Mergellina, nella quale, si svilupparono in quegli stessi anni, a sinistra e di fronte alla chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, il palazzo d'Arata ed il palazzo De Fazio, unici e soli a poter muovere un motivo di competizione con l’opera rustica della Stazione di Mergellina. Resta appartenente al mondo antico, invece, solo il vicinissimo il parco bruno dei Lauri che ospita il Colombario Virgiliano e la tomba di Giacomo Leopardi e le retrostanti Rampe di Sant’Antonio, unica testimonianza urbana e collettiva ancora servente l’antichissimo passaggio alternativo alla Grotta di Virgilio Mago da Mergellina alla Collina di Posillipo, e, fino all’apertura della Galleria Laziale, usate anche come varco di transito dal centro storico della città al quartiere di Fuorigrotta dei Campi Flegrei.
L’impianto immobiliare della stazione di Mergellina è organizzato attorno a due grandi saloni.
L'uno destinato alla partenza e l’altro all’arrivo, e tutti e due posti ai lati dell’edificio in accordo col differente livello di quota su cui è impostata tutta quanta la facciata principale.
- Le due sale ovviamente conducono al piano superiore in direzione delle banchine d’attesa, pur tuttavia, le stesse sono tra loro collegate da un passaggio vestibolo da cui si può accedere alla sala destinata da sempre al ristorante bistrò, che tra l’altro, mantiene anche un ingresso autonomo inquadrato da un ricco portale con paraste binate posto sull’asse di simmetria della facciata. Tutti gli ambienti sono coperti da volte a botte motivo per cui la stazione è considerato un luogo storico della città, con intradosso modellato da una teoria di blocchetti di vetrocemento incastonati nel cassettonato, impreziosito da marmo rifiniti da stucchi e biglietteria in legno di rovere e partiture decorative che richiamano oltre modo al gusto classicista. Alla base della facciata, un bugnato in travertino ne costituisce l’alto basamento realizzato da conci alternati in opera rustica e finitura liscia. La stessa facciata è di fatto alla sua base interrotta tre volte, di cui una di queste è l’ingresso alla sala bar, le altre due sono gli ingressi alle sale arrivo-partenza, sui quali, si sono prospettati varchi impreziositi da colonne doriche, ed architravi che sostengono la possente pensilina in ghisa a sbalzo, con tanto di lucernai in vetro. Il resto della facciata oltre il piano della pensilina di protezione è scandita da una perfetta sequenza lineare di lesene corinzie aggressivamente aggettanti, ed in un gioco di forti aspirazioni del chiaro sullo scuro, gli aggetti continuano a staccare campate di grandezze variabili, tra le quali, di particolare interesse, vi sarebbe da segnalare la campata all’altezza degli spigoli, nella quale, strettissime finestre s’allungano ben oltre a sfondare il paramento in mattoni del livello soprastante. Ed infine, una selva di statue, arconi, cornici, paraste, colonne binate e balaustre, creano la sequenza in gloria attorno all’effetto del grande arco termale che domina in alto l’immagine complessiva della facciata della stazione ferroviaria. L’arcone è tamponato in vetro, al centro del quale, si esibisce una coppia di statue che affiancano un orologio in oro e azzurro.
Spazio note
(1) Pasquale Belfiore e Benedetto Gravagnuolo Architettura e urbanistica del Novecento, premmessa di Mario De Cunzo, prefazione di Renato De Fusco Editori La Terza maggio 1994 BNN S C ARTE B 495/ter BNN SC ARTE B 495/terCategorie delle Guide
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