San Gregorio Armeno nei secoli XI e XIII

È noto agli studiosi di usi e costumi religiosi dell’Italia Meridionale, che al complesso di San Gregorio Armeno a Spaccanapoli1, di origini e fondazioni basiliane, fino al XVI secolo per un atto normativo, vi accedessero solo monache provenienti dai sedili più importanti della Capitale del Regno.

Tradizione, questa, confortata dalla presenza delle due delegazioni, Nilo e Capuana, all’elezione della badessa di San Gregorio Armeno.

Era piuttosto cosa normale, tra l’altro, che le giovani vocazioni estratte dalla nobiltà di quel tempo, scegliessero la clausura presso monasteri di prestigio2(2bis) .

Tutto questo non trovò mai più luogo in seguito alle prescrizioni dettate dalla riforma giunta dal Concilio di Trento, alla stessa maniera di come non venne mai più applicata la concessione alle stesse monache di scegliersi la propria badessa, tradizione questa fatta risalire all’epoca del duca Sergio, XIII secolo3.


Una gallina a Pasqua e un fascio di cipolle durante i giorni di Quaresima. Furono parte delle tasse del monastero. 

Nonostante tutto, gli studi concordano che la grave crisi economica colpì il monastero di San Gregorio Armeno già all’indomani dello scadere di quello stesso secolo.

  • Condizione per la quale, le monache si sentirono autorizzate addirittura a chiedere aiuto, a Guglielmo II, sovrano del Regno di stanza a Palermo, remissivo nei confronti del monastero nella persona della badessa Galia, di poterci, cioè, ricavare aiuto e sostentamento a lavorare i campi del demanio presso la zona detta del Fossato, e nel luogo del Friano, restituendo a detto monastero l’obbligo di saldare la situazione debitoria nei confronti della diocesi napoletana. Ed infine, anni dopo, nell’era di Tancredi regnante, al Monastero fu concesso il comodato sui granai di Capua, ed una dose gratuita di 12 salmi di sale ogni anno4, rendita, questa, tra l’altro confermata e rinnovata moltissimi anni più tardi alla badessa Lucia di Annibale per mano di Federico II di Germania5. Suggestiva è la consulta di alcuni documenti che nell’attestare a quanto ammontasse lo stato di crisi del Monastero di San Gregorio Armeno durante quei secoli, parla di un accordo preso tra la badessa di Annibale e l’affittuario Marino, il quale, si impegnò a dar metà dei frutti della terra lavorata in quel di Calvizzano, proprietà del monastero, e, si legge sul documento studiato, una gallina nel giorno della domenica delle Palme, mentre, un tale Giacomo Amalfitano occorse al monastero costruendo per esso un pozzo per l’approvvigionamento d’acqua, in Campu de Fuga, e a portare al Monastero, oltre a duecento tarì amalfitani, anche un fascio di cipolle durante i giorni di Quaresima, i porri il giorno del Giovedì Santo e duecento uova il giorno dopo la Pasqua6.


Spazio note

(1) San Gregorio Armeno: storia religiosa di uno dei più antichi monasteri napoletani di Felice Autieri in: FONDAZIONE VALERIO PER LA STORIA DELLE DONNE SAN GREGORIO ARMENO Storia, architettura, arte e tradizioni a cura di Nicola Spinosa, Aldo Pinto e Adriana Valerio fotografie di Luciano Pedicini Fridericiana Editrice Universitaria edizione italiana Maggio 2013 Stampato in Italia da Liguori Editore – Napoli Fotografie di Luciano Pedicini/Archivio dell’Arte, assistenti alle riprese Marco e Matteo Pedicini Tranne le fotografie alle pp. 97, 98, 99, 121 dx e 160 fornite direttamente dagli autori Spinosa, Nicola (a cura di): San Gregorio Armeno. Storia, architettura, arte e tradizioni/Nicola Spinosa, Aldo Pinto e Adriana Valerio (a cura di) Napoli : Fridericiana Editrice Universitaria, 2013 ISBN 978-88-8338-140-9 (BR) ISBN 978-88-8338-141-6 (RIL) 1. Monasteri femminili 2. Napoli 3. Storia religiosa I. Titolo La carta utilizzata per la stampa di questo volume è inalterabile, priva di acidi, a PH neutro, conforme alle norme UNI EN Iso 9760 ∞, realizzata con materie prime fibrose vergini provenienti da piantagioni rinnovabili e prodotti ausiliari assolutamente naturali, non inquinanti e totalmente biodegradabili (FSC, PEFC, ISO 14001, Paper Profile, EMAS).
(2) Si parla di donne votate alla clausura che portavano il nome di Pignatelli, de Sangro, Minutolo, Caracciolo. Cf. Adriana Valerio, I Luoghi della memoria. Istituti religiosi femminili a Napoli dal IV al XVI secolo, I, Napoli 2006, 196-198
(2bis) Cf. Carlo De Lellis, Aggiunta alla Napoli sacra del d’Engenio [1666] VIII, ff. 31-35. «Post transitum tuum dicte domine Anne abbatisse licentiam habeat ipsa sancta vestra congregatione monacharum presentibus et futuras eligere et facere ibidem abbatissam qualem ad eas placuerit: et confirmamus dicto monasterio medietatem molini constituti vero ad flubeum istius Civitatis». Cf. Bartolommeo Capasso, Monumenta ad Ducatus Neapolitani Historiam pertinentia, Napoli 1881, II, 48. Note 13 e 14 estratte da: San Gregorio Armeno: storia religiosa di uno dei più antichi monasteri napoletani di Felice Autieri.
(3) «Post transitum tuum dicte domine Anne abbatisse licentiam habeat ipsa sancta vestra congregatione monacharum presentibus et futuras eligere et facere ibidem abbatissam qualem ad eas placuerit: et confirmamus dicto monasterio medietatem molini constituti vero ad flubeum istius Civitatis ». Cf. Bartolommeo Capasso, Monumenta ad Ducatus Neapolitani Historiam pertinentia, Napoli 1881, II, 48.
(4) Ivi, n. 3422, c. 285/1. «E prima del Privilegio di Tancredi nostro Re Normando registrato nel nostro Vol. 1° delle Cautele fol. 285 spedito a’ marzo 1192 della Xa inditione esso Re confirmò al nostro Monastero, la donatione fattali prima dal Re Guglielmo suo patruele di posser macinare ogn’anno salme cento di grano nelli molini del Regio Demanio, ch’erano nelle pertinenze di Capua, e di posser seminare nelle Terre laboratorie del Demanio Regio tanto territorio, quanto fusse sufficiente lavorarsi con un paro di Bovi nelle pertinenze di Napoli in perpetuo conceduto dal detto Re Guglielmo, ch’esso Tancredi lo confirmò a Gemma Abadessa del nostro Monastero et ex gratia liberalitatis augumentò la medesima concessione a’ beneficio d’esso Monastero in perpetuo a’ quanto potessero lavorare di terra due para di bovi nel territorio di Sessa in loco detto Urzolone nel territorio regio Demaniale de’ Cesimis. E questo oltre del sale, ut supra, altrove mentionato, colla confirma della Regina Giovanna prima per altro Privilegio dell’anno 1363 similmente registrato in detto Vol. Caut. f. 286». ASGA, n. 46, Platea del Venerabile Monastero di Santo Ligorio formata nel tempo del Governo della molto Reverenda Madre Abbadessa Signora Donna Margarita Grisone nell’anno 1691, rubr. I, 307r.
(5) «Fridericus Dei gratia Romanorum imperator semper augustus et rex Sicilie. Per presens scriptum notum facimus tam presentibus quam futuris quod Luca de Abbinabilis humilis abbatissa monasterii Sancti Gregorii de Neapoli fecit nobis ostendi quasdam litteras predecessoris nostri regis Guillielmi secundi consobrini nostri, quarum continentia tali erat (…). Datum Capue post Curiam ibidem celebratam anno Dominice incarnationis millesimo ducentesimo vicesimo secundo, mense aprelis, decime inditionis»: ASNa, Monasteri soppressi, 3422.
(6) Carla Vetere, Le pergamene di San Gregorio Armeno (1168- 1265), II, Salerno 2000, 123-124