Palazzo De Fazio a piazza Piedigrotta Napoli

Si tratta del palazzo realizzato su progetto di Giovanni De Fazio, mastodontico edificio di 28 appartamenti e due unità simmetriche, collocate con sommaria unità visiva in piazza Piediogrotta, zona Mergellina a Napoli, di fronte al palazzo d’Arata, alla chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, e l’edificio della stazione di Napoli-Mergellina.

Si impone nel paesaggio contestuale per le sue notevoli dimensioni e le scelte progettuali rappresentative delle primissime costruzioni a Napoli sorte interamente in calcestruzzo armato, mantenendo da sempre i due ingressi ai numeri civici 9 e 15.

Fu ultimato nel 1930, così come venne per lungo tempo ricordato anche in un mosaico pavimentale poi fatto rimuovere.

La sua costruzione precede di alcuni anni la costruzione della Galleria 4 Giornate, il tunnel fascista, che assieme alla galleria Laziale, con sbocco su piazza Sannazzaro, collega il quartiere di Mergellina e relativamente ad esso anche il centro storico di Napoli con il quartiere di Fuorigrotta ai Campi Flegrei.

La facciata principale del palazzo è arretrata rispetto ai due corpi di fabbrica laterali.

È delimitato oltre che dalla via e dalla Piazza di Piedigrotta, anche dalla via e traversa Mergellina.

  • Una situazione questa che rende la forma del lotto su cui è stato edificato il palazzo molto irregolare; i collegamenti ai sei piani di altezza e alla sopraelevazione realizzata qualche tempo dopo è garantita da quattro vani scala e due ascensori; al pian terreno una volta vi era un cinema, mentre la destinazione d’uso del seminterrato, cambiata di volta in volta è quasi sempre tornata ad esser quella di autorimessa. La facciata principale del palazzo è arretrata rispetto ai due corpi di fabbrica laterali che altrimenti avanzano sullo spazio accentuando la loro stessa volumetria, graduando il passaggio tra lo spazio esterno a quello più interno del porticato, quest’ultimo, realizzato alto e profondo, fu ideato per soddisfare le relazioni con l’uso del teatro, di fatto, poi, mai avvenuto, e, quindi, con piena soddisfazione del suo architetto, il portico ha da sempre dimostrato, caso insolito, di sostenere la funzione di un basamento molto possente. Tutto il resto della composizione di facciata è caratterizzato da un accumulo di motivi architettonici, comprese le stesse colonne del porticato, innestate su basi irrobustite da un volume squadrato di dadi e capitelli compositi, stesso identico motivo ripetuto per le cariatidi del quarto piano e quelle del loggiato all’ultimo piano. L’interno replica la medesima ridondanza decorativa che tenta a dissimulare lo sforzo immesso per la costruzione e per il cemento armato, specie e soprattutto per i pilastri rivestiti come colonne ed i controsoffitti dipinte a tinte contrastanti.

Spazio note

(1)Pasquale Belfiore e Benedetto Gravagnuolo Architettura e urbanistica del Novecento, premmessa di Mario De Cunzo, prefazione di Renato De Fusco Editori La Terza maggio 1994 BNN S C ARTE B 495/ter BNN SC ARTE B 495/te