Villa Pappone a Posillipo Napoli

È la Villa Pappone, opera del 1912 di Gregorio Botta, con scenografica chiusura di facciata.

E' l’unica tra le ville di Napoli1, ad aver il cornicione sorretto da mensole in bronzo, ritraente, ognuna una forma di palma, ed ispirato allo stile della Secessione viennese tramandata dalla letteratura di fine Ottocento.

Di bronzo sono anche i grifoni che spiccano sul prospetto della facciata principale, e che agganciano incatenandola al muro maestro, la pensilina d’ingresso in ferro e vetro policromi.

È detta anche Villino Floreal, per aver preso parte al programma di insediamento edilizio di stile squisitamente Liberty sulla collina di Posillipo
Piuttosto, villa Pappone sorse nell’era edilizia in cui le colline della città furono orlate da insolita architettura moderna e la stagione del Liberty iniziò a popolare anche le colline del Vomero e Capodimonte.
Benedetto Gravagnuolo e Pasquale Belfiore ricorderanno per sempre che per le sole ragioni di presenza scenica di casini borbonici, e soprattutto l’imponente Reggia del Parco di Capodimonte, le colline della città di Napoli perderanno l’effettiva capacità di mantenere equilibrato il rapporto tra natura ed artificio, assegnando alle medesime colline tutta l’inattendibilità toponomastica di zone rurali.


Villa Pappone e l'Art Nouveau.

La villa si trova esattamente alla Salita del Casale di Posillipo, 5, quattro passi più a nord di villa Dora

  • Nel suo genere fu commissionata dal commendator, Francesco Pappone, fabbricante di fiori artificiali, il quale, desideroso di costruirsi una residenza che fosse all’altezza dei suoi clienti europei, affiderà il difficile compito all’ingegner Botta, il quale, a sua volta si affiderà all’Art Nouveau. Realizzando per tanto un edificio a pianta e a prospetti assolutamente dissimmetrici tra di loro. Da un corpo poligonale centrale, di grande altezza, che a quota di copertura forma una torre ottagonale, si dipartono architettonicamente due bracci di diverse dimensioni. Le facciate sono l’epica testimonianza dell’insorgere del gusto floreale. Esse si sviluppano per tre piani d’altezza oltre a quello del pian terreno. Sono variate ad ogni piano di quota dalla plastica minore, dalle piastrelle della maiolica napoletana, dagli stucchi ai timpani ed ai mascheroni, ed il gioco delle balaustre in ferro battuto disegnate ognuna diversa per ogni piano, ai quali, ci si arriva per un unico ingresso ed unica scala che centra in pieno il corpo di fabbrica.


Spazio note

(1) Pasquale Belfiore e Benedetto Gravagnuolo Architettura e urbanistica del Novecento, premmessa di Mario De Cunzo, prefazione di Renato De Fusco Editori La Terza maggio 1994 BNN S C ARTE B 495/ter BNN SC ARTE B 495/ter