Chiesa Santa Maria del Parto a Mergellina

E’ la chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, Napoli1, fatta erigere dal poeta Jacopo Sannazzaro, del quale al suo interno sono custodite le reliquie nel celebre monumento funebre.
Sorge su una piccola altura, ai piedi della collina di Posillipo, non molto distante da altri manufatti di grande interesse artistico come ad esempio il palazzo donn’Anna e la villa Chierchia. La proprietà fu avuta in concessione nel 1497, dal re Ferdinando d’Aragona, lungo l’insenatura di Margellina, nel quartiere di Chiaia.

Il progetto iniziale prevedeva due chiese, una inferiore, scavata nel tufo, dedicata alla “Vergine del Parto”, dove era collocato il presepe ligneo di Giovanni da Nola, e una superiore dedicata ai “Santi Patroni del poeta, San Giacomo e San Nazzario”.

  • Solo la prima chiesa però fu terminata nel 1525, mentre la seconda rimase incompleta sia per l’epidemia di peste che costrinse il Poeta a lasciare Napoli, sia per le successive vicende belliche tra francesi e spagnoli. Al suo rientro in città, nel 1529, il Sannazzaro lasciò all’Ordine dei Padri Servi di Maria, la chiesa e tutte le proprietà circostanti, con l’impegno di costruire la seconda chiesa ed un monumento sepolcrale a lui dedicato. Sul finire del Seicento la chiesa subì dei lavori di restauro e fu arricchita con numerosi affreschi e tele. Durante il decennio francese il convento fu soppresso e le case divennero proprietà del famoso impresario teatrale Domenico Barbaja, che vi ospitò Gioacchino Rossini, durante il suo periodo di permanenza a Napoli e alle strutture teatrali del San Carlo e del Mercadante. A partire dal 1812 la chiesa fu affidata alla Confraternita di Maria mentre i Padri Servi di Maria vi fecero ritorno solo nel 1971. Dal punto di vista architettonico la chiesa è caratterizzata da un’unica navata che termina con un abside decorata con stucchi e affreschi eseguiti nel 1593 dall’artista romano Paolo Guidotti che raffigurò le Storie della Vergine; sulla facciata, oramai quasi illeggibili, sono presenti due tondi affrescati con i ritratti di Federico d’Aragona e Jacopo Sannazzaro.


Spazio note

(1) Tutte le informazioni contenute in questo scritto sono state liberamente tratte dal testo "Napoli Sacra, guida alle chiese di Napoli 12°itinerario" a cura della soprintendenza per i beni artistici e storici –De Rosa editore, 1996, Napoli. Nel 1528, durante l’assedio francese, Filiberto principe d’Orange fece abbattere la torre e trasformare la villa in accampamento militare per le truppe.