Palazzo d’Arata alla Salita Piedigrotta Napoli

Si tratta dell’edificio residenziale al numero civico 3 della salita Piedigrotta a Napoli1, sulla linea dell’assetto strutturale tra la stazione della Metropolitana di Napoli-Mergellina, il Palazzo De Fazio, la chiesa di Piedigrotta ed il Parco Virgiliano.
Fu fatto edificare durante il decorso dell’anno solare corrente tra le date 1927-1928, su progetto e direzione tecnica di Giulio Ulisse Arata.

Giulio Ulisse Arata è stato il medesimo autore del palazzo dei Mannajuolo a via Filangieri, e delle Terme di Agnano ai Campi Flegrei, ed ancora, il palazzo dei Cottrau-Ricciardi di piazza Amedeo nell’omonimo comparto urbano, col quale condivide l’impresa di costruzione.

Per quest’opera diretta a comprendere lo spazio ascendente della salita di Piedigrotta a Mergellina, tra piazza Sannazaro e l’inizio del Corso Vittorio Emanuele, l’autore intese colmare il vuoto innanzi alle rampe di Sant’Antonio2, imponendola quindi, con una scelta che lo ha disegnato a testata d’angolo.

Il palazzo si presenta ad occhio con mole classicista molto semplificata e con qualche spunto rivelatore dell’art decò, tra l’altro già collaudato da autori diversi negli immobili Russo-Ermolli a via Palizzi e le ville Dora e Pappone a Posillipo.


Il palazzo presenta segni di forte moderazione per l’eclettismo di Giulio Ulisse Arata.

Il problema della pendenza della strada su cui si sviluppa l’immobile, l’autore lo risolve con un basamento ad altezza variabile e a pianta trapezoidale rettangolare.

  • Sul quale riesce a farci stare l’immobile con tipologia a corte aperta su strada, alla stessa maniera del palazzo Leonetti, al numero 40 di via dei Mille, ugualmente costruito per opera dell’Arata. Per questo palazzo Giulio Ulisse Arata presenta segni di forte moderazione per l’eclettismo che lo ha da sempre distinto nelle altre sue opere napoletane, consegnandolo alla collettività privo delle solite decorazioni esuberanti ed abbandonando di fatto gli stilemi delle opere precedenti. La facciata principale del palazzo è considerata quella prospisciente la salita di Piedigrotta, ovè collocato l’ingresso in posizione baricentrica rispetto all’asse longitudinale dell’immobile; lo stesso ingresso, disegnato su un doppio arco, lascia credere che inizialmente questo fosse stato pensato per aver non uno, ma due ingressi con due rispettivi portoni, di cui, quello di destra dovette esser stato trasformato in finestra qualche anno dopo. I paini superiori si distinguono per le finestre diverse per forme e dimensioni. Al quinto livello, una terrazza in alluminio anodizzato, segna l’inizio, da quel punto in poi, dell’arretramento dell’edificio.


Spazio note

(1) ML Scalvini-F. Mangone Arata a Napoli tra Liberty e neoeclettismo, Electa, Napoli 1990, pagg. 55, 56, 106, 108; Fabio Mangone, Giulio Ulisse Arata Electa, Napoli, 1993, pagina 174 in: Pasquale Belfiore e Benedetto Gravagnuolo Palazzo Cottrau-Ricciardi a piazza Amedeo, in: Architettura e urbanistica del Novecento, premmessa di Mario De Cunzo, prefazione di Renato De Fusco Editori La Terza maggio 1994 BNN S C ARTE B 495/ter pagina 164
(2) Nasconde alle sue spalle l’ingresso a terra delle rampe di Sant’Antonio, che, grazie all’impressionante sequenza di tornanti, salgono ripide il colle di Posillipo. Strada antichissima, questa, oggi non più frequentata con assiduità a partire dalla costruzione della galleria 4 Giornate, grazie alla quale, l’area di Mergellina e, relativamente anche tutto il centro storico di Napoli sono efficacemente collegati al quartiere di Fuorigrotta dei Campi Flegrei.