Caponapoli

Infine, con l’avanzare dell’era liberale e fascista, assieme alla vicinissima Sant'Andrea delle Dame, è diventata la zona delle cliniche universitarie, ed assumendo la forma definitiva di un isolato posto all’apice del colle di fronte alle alture di Fonseca, Stella e Materdei.
È raggiungibile dai varchi aperti in epoche diverse tra loro, la più grande delle quali è la rampa Maria Longo, realizzata nel 1947 in luogo dell’abbattimento di numerose costruzioni settecentesche ed infine dal mastodontico edificio dell’Istituto Casanova, prospisciente piazza Cavour.
Nonostante sia comunque circondato da strade, il suo epicentro urbanistico ruota attorno alla storia architettonica del bastione degli Incurabili e della chiesa di Sant’Aniello, posta in alto, nel luogo detto della Carraria, antica strada di San Giovanni in Porta2, collocato in posizione regia ed in conclusione prospettica con via De Creccchio, a sua volta questa, in linea con via del Sole, epilogo delle trasformazioni finali di tutto quanto il settore nell’Ottocento.
Effettivamente, questa era la zona più alta di tutta la città.
Il suo, quindi, è di fatto da sempre stato un impiego somigliante a fuori Porta San Gennaro.
- E cioè un punto di permeabilità col centro antico di Napoli e la sottostante valle dei Vergini, aperto sul fianco collinare all’apice dell’incrocio di piazza Cavour con il piccolo borgo sotto quota dei cavaioli, finito poi nell’Ottocento per diventare impenetrabile ed isolato col resto della città, all’indomani dell’apertura gradualmente di Via Costantinopoli, Via Vincenzo Bellini ed infine via Pessina. Si tratta però più precisamente dell’ultimo stanziamento immobiliare che tra il Seicento ed il Settecento determinò la caratteristica forma attuale, spinta oltre le fortificazioni a ridosso della cinta muraria entro il perimetro delle mura greche, e, vista la conformazione in altezza, prima delle riforme urbanistiche avviate da Pedro de Toledo, effettivamente, questa era la zona più alta di tutta la città quando questa era ancora un organismo murato. Tuttavia resta una delle zone più antiche di Napoli, per la presenza sul posto di tracce superstiti di quella che fu inizialmente, la cappella di Santa Maria Intercede, promossa a luogo di culto dai genitori del futuro vescovo di Napoli, Sant’Aniello. Ed infine, di quest'ultimo le spoglie vennero in questo luogo sepolte per traslazione avvenuta dalla chiesa interrata di San Gaudioso, nucleo primario della sorgente chiesa del Munacone al rione Sanità. La sepoltura del vescovo Sant’Aniello diede avvio alla costruzione della medesima chiesa in un complesso chiesastico più ampio ed architettonicamente più articolato, finendo per inglobare al suo interno la stessa cappella di Santa Maria Intercede, che ne diverrà il transetto. Le azioni di recupero della zona per un pellegrinaggio devoto e mistico, furono volute dal vescovo di Taranto, G. M. Poderigo, e nel 1589, per esigenze di carrabilità si decise l’apertura di vico Sant’Aniello collegandola definitivamente con la sottostante chiesa di Santa Maria di Costantinopoli.
Spazio note
(1) Liberamente estratto da: [1]: *Centro antico / Italo Ferraro. - Napoli : Clean, 2002. - LXX, 599 p. : ill. ; 31 cm. ISBN 8884970822 pagine 17-19 BNN S.C. Arte B 0495 ter(2) Antonio Colombo: Chiesa di Sant’Aniello Maggiore a Caponapoli in Napoli nobilissima, vol XVII, Napoli, 1921.
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