Palazzo della Borghesia Napoli

È uno dei palazzi di Napoli1 occupante buona parte del circondario del teatro San Carlo e prospisciente con la facciata principale l’omonima strada, in linea con l’ingresso principale alla Galleria Umberto I.

Il restante dell’immobile affaccia anche su via Verdi e Via Santa Brigida e buona parte di esso completa la cortina edilizia nord di piazza del Municipio, all’altezza dell’Arco di Trionfo al Maschio Angioino.


Il palazzo fa parte di quella serie di opere di riorganizzazione edilizia della zona che circonda il Castello, realizzate su lotti ceduti dal Municipio al Ministero della Guerra nel periodo post-unitario ed oggi, ampiamente gestito dalla Banca d’Italia, compreso il complesso della Galleria Umberto I.

Un primo progetto dell’edificio fu redatto nel 1871 ad opera della società “Giura-Alvino e C.”, ma la costruzione del palazzo fu completata solo nel 1887 dall’architetto Guglielmo Raimondi, undici anni dopo la morte del suo maestro, Alvino. Ed infine esso rispecchia in pieno il modello di edificio richiesto dalla classe borghese di fine Ottocento, con grandi spazzi dove collocare negozi e attività commerciali situati nei piani inferiori ed appartamenti e uffici collocati ai piani superiori.

Nell'estrema chiarezza e semplicità mostra le grandezze del Neoclassico.

Questo tipo di edificio asseconda esigenze di carattere funzionale piuttosto che di natura formale.

  • Pur mantenendo nella sua estrema chiarezza e semplicità, di stampo Neoclassico, quel decoro richiesto dalla sua ubicazione, in una zona centralissima della città, nel pressi del teatro San Carlo e del Palazzo Reale. Nel progetto del 1871 la forma dell’edificio è quella osservabile attualmente, ma suddivide pochi lo sanno, a croce a formare, quattro cortili: due di forma quadrata che comunicano con Via Santa Brigida e due di forma trapezoidale in direzione del San Carlo. Il progetto definitivo ha conservato i due cortili rettangolari, mentre l’asse centrale si conclude all’interno di un unico cortile centrale di forma poligonale. Un basamento in finto bugnato che prosegue fino all’altezza del primo piano, è collocato lungo tutti i lati della costruzione: lo stesso che ritroviamo nelle lesene che armonizzano la facciata superiore. L’ultimo livello dell’edificio è caratterizzato dall’alternarsi dei vuoti delle finestre con i riquadri decorati a stucco che formano una fascia continua corrente al di sotto della linea di gronda. Appare evidente dallo studio dei diversi progetti come il Rimondi stravolse, in parte, quello che era il progetto originario dell’Alvino, per assecondare quegli orientamenti stilistici a cui si era avvicinato dopo la morte del maestro: la facciata che si apre su Via Santa Brigida, ad esempio, in un primo disegno conserva chiari riferimenti al lavoro di Alvino, alcuni dei quali si trovano in alcuni elementi di Palazzo Nunziante come la regolare sistemazione dei conci e delle lesene o la sistemazione del portone sormontato da stemmi, mentre la stesura definitiva, come è attualmente osservabile, rispetta i grafici ritrovati in disegni inediti dell’archivio di Guglielmo Raimondi.

Spazio note

(1) Estratto da: Italo Ferraro Napoli Atlante della città storica –quartieri spagnoli e rione carità-2004. col.Sez. Nap., VII A 1638/3 BNN. Vedasi anche: -RASSEGNA ANIAI, col. PERIODICI ITALIANI 1185, bnn-Guglielmo Raimondi” architetto nella cultura italiana tra 800 e 900 di Maria Vittoria de Franciscis-1991. L’azienda GRANDI MAGAZZINI ITALIANI E. & A. MELE venne fondata a Napoli nel 1889, dai fratelli Emiddio e Alfonso Mele, ispirati dai grandi magazzini parigini LAFAYETTE e LE BON MARCHE. I magazzini Mele ebbero come sede il Palazzo della Borghesia, occupando uno spazio di oltre 2000 m.q.