Sfida al canto tra pastori Napoli

Assieme ad una copia del Tischbein, presso la stanza degli Idilli del castello di Oldenburg, il dipinto idealizza il paesaggio del lago di Albano e la costa tiberina.
Entro la quale, è ritratto un gruppo di pastori, disegnati intenti a deliziarsi in una sfida di canto, un tema assai trattato dalla pittura neoclassica, negli ambienti di scuola romana e tedesca di cultura sulzeriana.
Qui, nel dipinto, la scena ritrae qualcosa che è già stato da raccontato dall’Eloga III di Virgilio: Dameta e Menalca siedono per sfidarsi ad una prova di canto, e Palemone fa da giudice.
Unica pecca è che si nota la caparbietà di usare tecniche tipiche di Raffaello, come ad esempio, il gruppo dei pastori in piedi sulla destra, sono identici ad un altro gruppo di pastori disegnato da Raffaello per le Logge Vaticane nel Giuseppe che spiega i sogni ai fratelli.
Sfida al canto tra Pastori, il dipinto degli abusi sulla tecnica del Raffaello.
E' stato rintracciato dai critici dell’arte un altro abuso della leva romantica di Raffaello nel quadro della Prefettura napoletana.
- L’acconciatura della figura di donna che occupa il centro della scena, ad esempio, è chiaramente ispirato alle tecniche del Raffaello. L’oggetto del dipinto, persegue lo scopo di rendere più accessibile il contenuto classico della condizione primitiva dell’uomo durante la mitica età dell’oro raccontata dalla prosa di Esiodo, Teocrito e Virgilio. E cioè quando l’uomo, non ancora sedotto dall’arte del decadere, sfrutta la terra benigna di frutti e di fauna, benedetta dal sole e dall’acqua, vivendo felicemente di pastorizia e di canto, uniche attività descritte nelle pitture di paesaggio italiano riferendosi alla leggendaria Arcadia, ed anche nello spirito di Goethe, i pastori scelgono l’ombra di una quercia, come accade nel dipinto in questione, per sedersi e radunarsi attorno ad un flauto in canto. Gli elementi che i critici raccolgono per assegnare la paternità del quadro in oggetto, allo stile neoclassico della pittura, sono innanzi tutto proprio l’incontro dei pastori focalizzati al centro della scena, riunitisi per l’ascolto del concerto, indi, poi, le tre età dell’uomo, ritratte a sinistra della quercia, la gestualità affettuosa che ricorre spontanea tra soggetti, marito e moglie, madre e figlio, ed infine, la simbologia dell’amicizia collocata in un mondo fantastico, illuminato dalla dolcezza delle tinte pastello.
Spazio note
(1) Olio su tela cm 93x14 Copia di Giuseppe Mancinelli.(2) Contributi: Ugo Carughi, Luisa Martorelli, Annalisa Porzio in Il Palazzo della Prefettura introduzione di Agatino Neri. Sergio Civita Editore Officine Grafiche Peerson Napoli 1989. A pagina 92
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