Palazzo Sansevero Napoli

È uno dei palazzi del centro antico della città di Napoli1, uno dei pochi sorti assieme ai vicinissimi palazzo Corigliano e Sangro dei principi di Fondi, su di una zona nel tardo Quattrocento, la cosiddetta regio Nilensis, a risultare straordinariamente ancora libera da costruzioni immobiliari, nonostante fosse stata da sempre considerata l’estremo lembo occidentale della Neapolis greca1bis.

Tuttora, l’immobile resta dominato dalla figura leggendaria di Raimondo di Sangro, VII principe di Sansevero di Foggia



Il principe usò a modo di residenza privata il palazzo medesimo, allestendovi all’interno una sorta di museo privato per le collezioni da lui stesso inventate, come gli archibugi ad aria compressa che gli ottennero la vittoria dell’esercito napoletano misto spagnolo contro gli austriaci a Velletri e non ultimo le Macchine Anatomiche esposte in bella mostra presso l’“Appartamento della Fenice”.
Oggi il palazzo ricade amministrativamente nell’antico quartier San Lorenzo ai limiti fisici della zona di Caponapoli sotto il policlinico e la zona di Sant’Andrea delle Dame agli Incurabili al di qua di Santa Maria del Purgatorio ad Arco.


Alla restaurazione secentesca del palazzo parteciparono vari artisti di estrazione locale.

Tuttavia, il palazzo è più facile raggiungerlo da Spaccanapoli da dove mantiene l’affaccio su piazza San Domenico Maggiore, come si evince anche dalla toponomastica antica, che porta il suo nome.

  • Fu fatto costruire agli inizi del Cinquecento da Paolo di Sangro, V principe di Sansevero e duca di Torremaggiore, su disegno di Merliano da Nola che ne individua l’ingresso principale al lato dell’abside della chiesa di San Domenico Maggiore. Tra il 1592 ed il 1642 fu ininterrottamente interessato da lavori di ammodernamento eseguiti principalmente per la rifazione del palazzo e a seguire per la cappella ad esso collegata per mezzo di un ponte aereo, sul quale il principe Raimondo di Sangro fece costruire un tempietto di forma ottagonale ed un orologio meccanico a carillon. Il ponte è crollato giù nel 1889. Alla restaurazione secentesca del palazzo parteciparono vari artisti di estrazione locale; il bel portale di marmo e piperno è opera di Vitale Finelli su disegno di Bartolomeo Picchiatti. Si presenta sovrastato da un timpano spezzato nel quale, resta installato il blasone della casata Sansevero. L’atrio di ingresso è sormontato da una volta a botte ed è scandita da archi che scaricano su pareti riproposte nuovamente per lo stesso modello di piperno bugnato che ne impreziosisce la facciata.


Spazio note

(1) Centro antico / Italo Ferraro. - Napoli : Clean, 2002. - LXX, 599 p. : ill. ; 31 cm. Codice SBN UFI0406320 ISBN 8884970822 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 1 pagina 186
(1bis) F. Colonna, Scoperte di antichità in Napoli 1876-1897, Napoli 1898; Bartolomeo Capasso Napoli greco-romana Napoli 1905; Gabrici 1951-1952; Castagnoli del 1956-1959; Cesare De Seta, Cartografia della città di Napoli, Napoli 1969; ed ancora: AA.VV., Archeologia urbana e centro antico di Napoli; documenti, Napoli 1983; AA.VV., Archeologia urbana e centro antico di Napoli. Atti del convegno 1983, Napoli 1984; Santoro Napoli, 1984 nota 1 pagina 10 di Palazzo Corigliano. Tra archeologia e Storia (Estratto) Istituto Universitario Orientale di Napol, ottobre 1984, DON 1.209.562 BNN sez nap MIsc VII C 3/4z copia estratta da 1167802 D.S. BNN distribuzione 1994 D 87 relazione a cura di Irene Bragantini e Patrizia Castaldi, premessa di Maurizio Taddei.