Chiesa della Graziella al Porto Napoli

È una delle chiese chiuse del centro storico di Napoli, relativa al tracciato moderno del rione San Giuseppe Carità

La facciata dell'edificio si apre quasi nascosta tra i varchi lasciati aperti dal Risanamento napoletano del 1925.

Sventramenti che furono incisi su territorio un tempo l’antico bacino del Mandracchio, all’interno del quale, ancora restano in piedi altri pezzi del patrimonio immobiliare ecclesiastico sconsacrato: Santa Barbara e San Giacomo degli Italiani.

La piccola cappella è collocata alle spalle della chiesa di Santa Maria della Pietà dei Turchini, nel vico Graziella al Porto ed è raggiungibile attraverso un vicoletto che si apre lungo via Medina, tra la chiesa di San Diego dell’Ospedaletto e l’ex Real Conservatorio, ma anche percorrendo la rampa pedonale che da via Guglielmo San Felice porta ” … nel cuore della Rua”.

  • Un altro ingresso è collocato lungo via De Pretis. Nel 1737, l’architetto Angelo Carasale ottenne in dono dal sovrano Carlo III i ruderi del teatro San Bartolomeo e, in segno di gratitudine verso la Vergine per le fortune economiche ottenute a corte, decise di edificarvi una chiesa chiamata, Santa Maria delle Grazie, detta in seguito, Graziella al Porto. L’officiatura fu a affidata dapprima ai Padri Mercedari e, successivamente al 1801, quando l’Ordine fu soppresso in seguito alle leggi eversive del decennio francese, alla Confraternita dei Santi Bernardo e Margherita. Nel 1859 tale confraternita si unificò con quella di Santa Maria Visita Poveri che, pur contando molti iscritti, disponeva di locali poco adeguati alle proprie esigenze all’interno dell’ex chiesa della Dogana Reale. L’unificata confraternita prese il nome di Santa Maria Visita Poveri e SS. Bernardo e Margherita. La chiesa, purtroppo, ha subito nel corso degli anni diversi furti ed è rimasta chiusa per diverso tempo in seguito al sisma del 1980.


Spazio note

(1) Liberamente tratto da "Splendori e decadenza di cento chiese napoletane : piccola guida per i curiosi"/ Antonio Lazzarini. - Napoli : Gabbiani sopra il mare, 2006.