Chiesa San Giacomo degli Italiani Napoli

E’ una delle chiese chiuse di Napoli1, eretta nel comparto urbano afferente la zona di piazza Municipio, ma fisicamente addossata al tessuto edilizio proprio del Sedile di Porto.

Si trova in asse al palazzo Penne e alla penninata Santa Barbara, e di fatto conclude l’assetto orientale di Rua Catalana, sventrato dall’ultimo risanamento classe 1925, a sua volta aperto dalle chiese chiuse della Graziella al Porto e di Santa Barbara dei Marinai e dei Cannonieri.


Tradizione vuole che sotto le fondamenta di questa chiesa ancora si conservino resti antichissimi di una primitiva forma di basilica sorta sotto il rito catalano di San Giacomo della Spada e le fonti solitamente attendibili farebbero risalire la fondazione della prima chiesa ai tempi di Federico II di Svevia, durante i periodi di scorribande tra i porti rivali di Napoli e Palermo.

Sempre secondo tradizione, la chiesa sarebbe stata fondata per realizzare ”in pietra” il voto messo in preghiera dalle guarnigioni senesi e pisane al seguito del leggendario esercito di Federico l’Imperatore di Germania, di erigere un santuario dedicato a San Giacomo, laddove sarebbero approdati durante il viaggio per il ritorno.



Il 29 giugno del 1238, giunsero a Napoli i cavalieri superstiti e i loro ufficiali Addome Guadullo e Tugino Pesce, rispettando il voto fatto.

  • Acquistarono quindi un terreno nei pressi del Vico Venafro, e vi costruirono un oratorio dedicato al Santo. La consacrazione dell’ edificio sarebbe avvenuta il 29 agosto del 1239. Nel 1406 re Ladislao avrebbe concesso la chiesa ai cavalieri italiani e spagnoli insigniti dell’Ordine equestre di San Giacomo della Spada. Circa un secolo dopo, il vicerè Don Pedro de Toledo fece costruire un’ altra chiesa dedicata al Santo, mettendola sempre a disposizione dei cavalieri del medesimo ordine, questa volta però in maggioranza spagnoli; per distinguere le due chiese allora si incominciò a chiamare la prima di San Giacomo degli Italiani e la seconda di San Giacomo degli Spagnoli, attualmente assorbita in toto, nella pancia di palazzo San Giacomo. Nel 1613, i confratelli di Santa Maria del Refrigerio, detti anche Bianchi del Purgatorio, acquisirono il diritto di patronato sulla chiesa, rimanendovi per circa tre secoli. Alla fine dell’Ottocento la chiesa fu demolita dalla Società per il Risanamento, e sopra le sue macerie venne edificato un nuovo tempio, consacrato dall’ Arcivescovo Giuseppe Prisco nel 1901. La facciata della nuova chiesa, articolata in due ordini, con i fondi a bugno, conserva il portale originale in stile rinascimentale, sormontato dall’antico stemma dell’Ordine cavalleresco. Durante il dopoguerra e fino al 1956 circa, la chiesa fu nota anche come “chiesa degli Americani”, perché le autorità militari statunitensi, di stanza nel porto di Napoli, la scelsero come cappella destinata al culto per il contingente di fede Cattolica.


Spazio note

(1) Splendori e decadenza di cento chiese napoletane : piccola guida per i curiosi ... / Antonio Lazzarini. - Napoli : Gabbiani sopra il mare, 2006. - 216 p. : ill. ; 22 cm. Codice SBN NAP0359683 ISBN 8890215623 Autore Lazzarini, Antonio <1926- Cfr: Santa Maria della Pietà dei Turchini : chiesa e Real conservatorio / [coordinamento scientifico di Laura Donadio, Vincenzo Pacelli, Fabio Speranza]. - Napoli : Paparo, [2005]. - 174 p. : ill. ; 24 cm. -. ((Nell'occhietto: Universita degli studi di Napoli Federico 2., Dipartimento di discipline storiche Ettore Lepore Codice SBN NAP0339619 ISBN 8887111367 Autore secondario Pacelli, Vincenzo <1939- >