Galleria Umberto I ed il piano attico abusivo

Un piano attico abusivo fu costruito su tutti e quattro i fronti della Galleria Umberto I a Napoli1.

Per effetto di una stipula curata dal notaio Scotti di Uccio, rogata il 31 dicembre del 1893, in seguito all’approvazione con delibera del Regio Commissario del 29 dicembre di quello stesso anno, fu registrata una convenzione tra l’Impresa Esquilino di Roma ed il Municipio di Napoli, con la quale, si diede atto a tutta una serie di aspetti accessori dell’opera della Galleria già inaugurata nel 1890.


Tra queste emergevano a carattere strettamente urgente la cessione di alcuni spazi eccedenti allo scomparso Vico Rotto a San Carlo, nell’ambito dello sventramento del vecchio rione a Santa Brigida, la sistemazione della rete fognaria, l’illuminazione del complesso architettonico.

Ma più di tutto, la restrizione agli isolati A e B2 del suddetto piano attico, oggi, evidente nell’angolo occupato dall’ex-palazzo Capone, tra Via Verdi e Via Santa Brigida.


La costruzione del piano attico abusivo per accrescere gli utili finali.

Ciò che fu costruito, abbattuto dalle bombe del 1943, poi nuovamente ricostruito ed infine abbandonato, fu il Salone Margherita.

  • La questione del piano attico abusivo molto studiata e ricordata è importante poiché mette in risalto l’acuirsi delle difficoltà finanziare dell’Impresa Esquilino di Roma e per essa anche l’appaltante Deserti e Fantoni ed i primi seri problemi di ordine tattico, tecnico ed anche amministrativo di tutte le aziende e le banche coinvolte nel progetto di fondazione della Galleria. Ai problemi connessi con il corso d’opera, tra l’altro del tutto normale per quel che fu il cantiere più grande in Italia mai realizzato fino a tutto il 1889, seguirono senza autorizzazione occupazioni di sottosuolo e modifiche di grosse parti decorative, modificando sostanzialmente tutto il programma dei lavori fino a raggiungere la gravità di accrescere gli utili finali con la costruzione del famosissimo piano attico3. Il 25 febbraio del 1889, il vicesindaco della sezione San Ferdinando solleva formale protesto ed emette verbale di contravvenzione contro la Deserti e Fantoni, disponendo per volere della Giunta comunale che fosse abbattuto il piano attico abusivo e ripristinato il regolare corso d’opera. Il 25 aprile di quello stesso anno la Giunta torna nuovamente a disporre, entro e non oltre il quindicesimo giorno, l’immediata demolizione del piano attico abusivo a spese dei concessionari, che nel frattempo attueranno tutte le specifiche del caso per lasciare in piedi il piano attico. Il 10 maggio di quello stesso anno, ancora la Giunta si pronuncia sul caso, ma l’impresa impugna la decisione a sua volta impugnata dallo stesso Municipio, e tra le diverse opposizioni si arriverà al 23 dicembre del 1889. Vi furono discussioni accese in Consiglio comunale per addurre le specifiche alle ragioni dell’Impresa di opporsi all’ordine di buttar giù il piano attico ormai già costruito e le tesi della difesa vennero sostenute con forza dal Nardi, il quale, ricordava ripetutamente che la polemica sul piano attico, per quanto gli riguardava aveva del sospetto, in quanto, allo scoppiare dello scandalo e alla posa della prima pietra abusiva erano ormai trascorsi più di undici mesi. Ed ancora: già nell’agosto del 1889 cercò, lo stesso Nardi, disperatamente di favorire un accordo tra le parti, giustificando l’opera abusiva come il solo frutto di un momento di crisi internazionale che stava soffocando le risorse di quasi tutte le imprese ancora attive, e non ne fece eccezione l’Impresa Esquilino di Roma in quanto, questa ebbe già avanzato quanto sufficiente in termini di denaro proprio per realizzare gli espropri. Tra gli accusatori, quello più agguerrito, fu il Casini aggrappato agli articoli 30, 34 e 44 del regolamento edilizio palesemente violato nella sostanza, poiché, il quinto piano addirittura con copertura, contravveniva al rapporto tra larghezza ed altezza dell’edificio.


Spazio note

(1) Galleria Umberto I. Architettura del ferro a Napoli di Ugo Carughi prefazione di Giancarlo Alisio, Franco Di Mauro Editore. Il presente volume nasce da una ricerca condotta nell’’ambito dei programmi dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, ISBN-88-85263-86-0 BNN distribuzione 2008 D 12
(2) A.S.B.I.N., Archivio numero 283 cas 37. Pos. 1, Fas.1 Transazione Esquilino – Municipio Napoli. (senza data)
(3) A.S.C.N., Atti del Consiglio Comunale, seduta del 27 agosto del 1889, sessione straordinaria, pagg. 906-921