Il Lungomare di Napoli

E' composto da Via Partenope e via Caracciolo strade queste ottenute dalla colmate a mare nel massimo punto di esposizione della città alla baia.
E nel tratto da Mergellina al palazzo d'angolo di piazza Municipio è diventata area pedonale a partire dal febbraio del 2012(2quater).
E' riconoscibile in tutte le vedute moderne, in primo luogo per le scogliere frangiflutti installate sul fondale della costa, dalla quale, emergono necessarie all'uso in seguito alle disastrose maree del 1880.
Il tracciato e la lunghezza dei viali a destra e a sinistra della Villa Comunale che ne occupa il quaranta per cento del suo percorso saranno modificati dai suggerimenti accolti nell'interesse di migliorare il rapporto del lungomare con l'ambiente.
Dal 2007 tutta la fascia interna è interessata da scavi profondi in sottosuolo per la realizzazione della linea ferroviaria sommersa, che l'aggancia definitivamente al quartiere di Fuorigrotta nelle terre dei Campi Flegrei ancor oggi a forte potenziale insediativo col centro città3.
Mergellina, ultimo tratto del Lungomare è divenuto un vero e proprio quartiere.
Non prima e non senza le solite lungaggini burocratiche che un poco trovarono giustificazioni negli effettivi danni che le mareggiate d'inverno provocarono.
- Oltre alla necessità di reperire in quantità industriali il materiale per la nuova colmata data anche l'incertezza di un posto nuovo da dare ai pescatori che si videro perdere la spiaggia che andava scomparendo, piazza Sannazaro, venne realizzata quindi per evitare che un viale così bello e suggestivo come lo era quello a destra della Villa Comunale, finisse praticamente in un'osteria. Il lungomare di Napoli oggi è l'esito finale dei lavori eseguiti dagli appaltatori Giletta ed il barone belga Ermanno Du Mesnil, rappresentato a Napoli dal fratello Oscar nell'impresa anticipata solo dall'offerta pubblica del 18644 di Antonio Gabrielli, ricalcante il progetto di Luigi Giura, che poi in sostanza riguardò tutta quanta la zona interessata in un capitolato separato dal progetto Fiocca. Il risultato, fu la sottrazione di trecentomila metri quadrati al mare, la demolizione del Giardino d'Inverno un edificio in stile neomoresco costruito nel 1860 a piazza Vittoria adiacente la spiaggia buttato giù senza ripensamenti assieme alla scomparsa dell'arenile ed il nuovo quartiere per i marinai e le lavandaie fondato sotto il palazzo Donn'Anna.
Gli isolati del Lungomare di Via Partenope e Via Caracciolo.
Così com'è circoscritto nel moderno rione della Vittoria, è sezionato in tre lunghi viali per tre quarti in linea retta tra loro ed ovvero: via Caracciolo, al centro la Villa Comunale e più dentro via Della Riviera di Chiaia.
- Tutt'ora comprende borgo Santa Lucia a Mare, sul fronte dell'isolotto di Megaride, subito all'uscita del Chiatamone in prossimità del palazzo Grand Hotel Santa Lucia. Via Partenope a partire dal palazzo Cosenza, il Grand Hotel Royal Continental ed il palazzo del Grand Hotel Vesuvio. Quest'ultima tenta di esuberare lo sitle della cortina edilizia oltre la quale si segna il passo all'ordito del quartiere di Chiaia ed il Rione Amedeo, spuntati dal pendio boscoso sotto la collina delle Celse ed il Poggio delle Mortelle. In forma scenografica, con facciata aperta direttamente sul litorale, essi sono: palazzo Pignatelli di Strongoli del 1820, del duca di San Teodoro del 1826 opera di Guglierlmo Bechi e la Villa Acton oggi il Museo Pignatelli ed il palazzo Caravita di Sirignano. Sul versante lato mare, un rinnovato rapporto del napoletano con questo elemento è stato dato da un processo di urbanizzazione portuale all'indomani dell'Unità d'Italia ricordato soprattutto dalle epiche colmate a mare, la costruzione dei docks che, dalle falde del Palazzo Reale, raggiunsero il Ponte della Maddalena e l'ultimo stabile di San Giovanni a Teduccio, lasciando di fatto libera alla fruizione popolare la costa a sud di Pozzuoli, che, oggi, dalle propaggini del Molo Siglio, è stata allestita dal complesso delle scogliere che corre lungo tutto l'orlo della Baia interrotta dal Castel dell'Ovo e da vari punti di attracco per le imbarcazioni da diporto, barche pescherecce e barche a vela. Dal lato opposto sotto la collina di Posillipo venne distrutto un edificio accanto alla chiesa di Santa Maria del Parto che si è sempre saputo esser stata la casa privata di Jacopo Sannazaro. Il tratto di strada rettilinea molto vicina alla costa è stata allargata, allungata e laddove necessario è stato realizzato un pareggio altimetrico dei vari spezzoni di terra inclusi nel progetto sulla Riviera che per alcune centinaia di metri son stati pure sottratti al mare. Posillipo e Mergellina restarono coinvolte nel processo urbanistico godendo del beneficio in ultimo di restare collegati alla città dall'allora Corso Maria Teresa, oggi il Corso Vittorio Emanuele.
La massima rappresentatività del Lungomare napoletano.
Laddove oggi sorgono gli alberghi Santa Lucia ed Excelsior un tempio v'erano edifici adibiti a depandance dell'hotel Vesuvio.
- Attrezzature per lo sfruttamento delle acque sulfuree esistevano già presso l'Hotel de Rome poi aggiunte di nuove nell'area del Chiatamone nei pressi dell'hotel Continental. Il Lungomare napoletano, essenzialmente mai trattato neppure nella più tarda delle poesie sugli incanti della città, ha subito numerose varianti al di qua e al di là delle due vie che costeggiano il Giardino reale primi tra i tanti il progetto alquanto vago e velleitario mai realizzato di Vincenzo Greco di Cerisano che nel 1847 si orientò verso una totale ristrutturazione di tutta la fascia costiera restando sui limiti di un riordino paesistico, una sorta di città nuova nella città vecchia con tanto di colline e ponti, diversamente dall'effettivo uso che se ne fece dei suoli ricavati dalla colmata a mare dagli appaltatori e dagli architetti desiderate come nuove aree fabbricabili. Altri progetti più o meno analoghi firmati Gaetano Genovese e Fiocca vennero presentati alla Municipalità con l'obiettivo di occupare in un qualche modo lo spazio non praticato da nessun tipo di attività che quest'area effettivamente ancor oggi dispone all'aperto ed in un progetto di quello stesso secolo s'era ideato di radere a suolo il Castel dell'Ovo inutile ed inservibile onde poterci ricavare altro suolo con altra colmata a mare di un'ulteriore fascia di costa ad esso corrispondente e relativa ad undici milioni di palmi napoletani per fabbricarci un nuovo quartiere per almeno altri 50 mila abitanti. Oggi il lungomare di Napoli si presenta a doppia impressione, con la possibilità prima di attardarsi ai movimenti turbinosi del traffico veicolare che ormai ne insedia tutta la parte ed in secondo luogo si avvale di quella non perduta delicatezza paesistica unica al mondo per il contrasto forte e vicino delle forze di natura disegnate nelle verdi colline ad est affondate direttamente nei fondali a mare ad ovest. E tra le diverse orografie c'è di mezzo il piano delle architetture e l'ordito dell'urbanistica dell'Ottocento e del Novecento che tenta umanamente di imitarne bellezza ed asprezza. "Chi ama passeggiare, scrive Giancarlo Alisio, tra il turbinio dei rumori lo fa passeggiando sull'interno del Lungomare, chi altrimenti desidera abbandonarsi a meditazione va rasente la riva, che è stata adattata a passeggio per la presenza di una scogliera montata ad arte che ha ben altro uso che semplicemente esser frequentata. L'arte laddove ce ne fosse non può superare la natura5.
Spazio note
(1) [Per i versi in epigrafe Atti del Consiglio Comunale di Napoli tornata del 20 Febbraio del 1865 discorso tenuto dal Consigliere comunale di Napoli Francesco Giordano. Napoli nonostante la deplorevole situazione in fatto di case e di alloggi è di un'immobilità che sgomenta...alle bellezze naturali non ha saputo aggiungere bellezze artificiali. Essa è limitata alle sue spalle dalle colline e non ha sbocchi espansivi ad oriente dove stanno le paludi, ed anzi ha fatto quanto di più per privarci ulteriormente di spazio con la costruzione delle ferrovie e del gasometro; l'avvenire di questa città dunque è Chiaia...](2) [Liberamente estratto da: Il Lungomare di Napoli di Giancarlo Alisio in “Napoli: uomini e luoghi delle trasformazioni urbane” collana per la Electa Napoli 1989 BNN SEZ NAP VII B 224]
(2bis) [G. ALISIO, Lamont Young. Utopia e realtà nell’urbanistica napoletana dell’Ottocento, Officina, Roma 1978, pp. 145-150.]
(2ter) Napoli, la giunta comunale approva il restyling del lungomare. Leggi il documento on line.
(2quater) Ho sempre pensato che il compito della buona politica fosse trasformare. Trasformare in senso progressista. Trasformare spazi, uomini, abitudini, cultura. Per innovare e cercare di migliorarci. Continua a leggere su: Luigi De Magistris: in Apriamo Cantieri e trasformiamo la città.
(3) [A. BUCCARO, Le «Appuntazioni» del 1839: lo sviluppo post-unitario e la legge del 1904, in AA.VV., Lo Stato e il Mezzogiorno a ottanta anni dalla legge speciale per Napoli, Guida, Napoli 1986, pp. 144-145 in La cultura neoclassica napoletana nel dibattito europeo. La figura e l'opera di Stefano e Luigi Gasse. Facoltà di Architettura dottorato di Ricerca in Storia dell'architettura e della città XXI ciclo Coordinatore Architetto Starace, Tutor Architetto Buccaro, dottorando Architetto Marilena Malangone.]
(4) [ A.C.C.N per l'anno 1864 tornata del 2 febbraio, pag. 212]
(5) [ACCN per l'anno 1869 tornata 10 maggio pagg 43-44].
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