Collina di Posillipo.

La collina di Posillipo1, o più semplicemente Posillipo, è la parte del territorio occidentale di Napoli, parzialmente integrata nel Centro Storico UNESCO.

Si tratta di un'area immensa, candidata all’iscrizione come patrimonio naturale dell’umanità del Parco Regionale dei Campi Flegrei2 dalla quale è rimasta esclusa assieme al sistema del Parco Regionale delle Colline3.

Fu ripreso a partire solo dal 2014, unitamente al quartiere di Chiaia, ed inserito nel Piano di Rischio Vulcanico progettato dalla Protezione Civile3bis.

Fu quasi del tutto urbanizzata secondo l'attuale forma architettonica complessiva nel 1960, in forza del sodale concordato tra la SPEME ed il commissario prefettizio Alfredo Correra, negli anni passati alla storia della città come il Sacco di Napoli, del quale, la medesima collina non ne fu risparmiata, edificandovi, per tanto, sui luoghi destinati ad attività agricola dal PRG del 1939, le case popolari per i pescatori meno ambienti.

Fatta salva la sola eccezione che a lavoro terminato, gli edifici furono invece offerti in vendita all'epoca fino alla cifra di 10 milioni di lire per ogni stanza.


L'orografia dei luoghi di Posillipo.

Anche se molto artificializzata ed articolata, la collina presenta momenti di grande valore formale costituito dalle aree d’eccellenza di Marechiaro, Due Frati, Santo Strato, la Gaiola ed il parco marino protetto3ter.

  • E' sottoposta a protezione integrale e al recupero dell’assetto urbano, con particolare riguardo ai luoghi pubblici dai quali sono godibili le vedute panoramiche, con estensione dei benefici dell’azione di tutela anche al patrimonio immobiliare4(5) avente valore di civiltà5bis, assegnatogli già dal PRG del 1939, e per tanto individuati dalla Regione Campania, come "Beni Culturali Minori6(7)8". Affaccia sul golfo ad ovest, diversamente sulle frazioni comunali di Soccavo, Bagnoli e Fuorigrotta per il versante ad est. I confini di questo settore urbano in parte sono interessati dal piano di zona detta R.U.A.9 meglio specificata come area oggetto di recupero urbanistico ed ambientale, e quindi, definiti dall'intera linea di costa, compiutamente a partire dall’ultima angolazione del Lungomare spuntato a Mergellina fino alla piccola baia di Nisida, compreso lo sperone tufaceo. Le pendici occidentali della collina di Posillipo, dal promontorio di Coroglio fino all'area di Cavoncelle, sulla galleria "4 Giornate", ed in quest’ambito è inglobata anche l’area oggi occupata dal Parco Carelli, il Comola Ricci, Villa Elisa all'incrocio con via Boccaccio; villino Santo Strato, villa Panza, villa Pappone, il complesso di case popolari Torre Ranieri e la Villa Oro a via Orazio; l'area pianeggiante di Campegna incluso l'impianto sportivo del CONI; la parte alta della collina di Posillipo a ridosso dell'antica via del Marzano, tra via Manzoni, oltre la quale sono interessate al recupero anche tutto il lotto SPEME, il Parco Flory, il Miranapoli ed il Parco Cafiero, l’edificato del Parco Lamaro ed il Parco Tito Livio con affaccio su via Petrarca. Per quanto riguarda gli abitati sulle zone prospicienti via Campegna, l’area interessa la valle alle pendici di Villanova, via Posillipo, angolo via Manzoni, il Parco Le Rondini, il rione Galdieri ed il rione Pica. L’attuale andamento della linea di costa è determinato dai fenomeni meteo marini, che hanno di fatto plasmato lo scenario attuale, impreziosito dalla presenza a mare delle scogliere frangiflutti composte di materiale lapideo tradizionale e solo in parte in pietra vulcanica.

La stratigrafia della collina e lo stato di salute archeologica. 

La fascia marina supera i 300 metri dalla costa e è di competenza della locale Sovrintendenza Archeologica.

  • Che, sugli specchi d’acqua già individuati al di sopra dei fondali, la gestisce rispettando le prescrizioni imposte dal Piano Particolareggiato Marino, soprattutto nella gestione della navigazione da diporto, gli ormeggi, la pesca e la mitilicoltura, e ad alcuni vivai ittici in attività più volte solo provvisoriamente in superficie alle aree archeologiche subacquee. La dorsale sabbiosa e rocciosa è caratterizzata da una manto ricoperto da vegetazione autoctona arbustiva, abitata dalla rarissima "Iberide Rossa" sul Capo di Posillipo e dal raro e spontaneo "Crescione d’Acqua"10; dalla "Violaciocca Rossa" che qui, come sulla tomba di Virgilio a Mergellina, cresce tra i sassi esposti al sole11, mentre sui terreni ghiaiosi cresce la "Senape Bianca", sulle rupi marittime il Cappero Spinoso12, il Pioppo Tremulo su tutti i Belvedere, la "Rosa Canina" nelle selve boschive13 e non ultima, la Malva silvestre sui versanti a strapiombo del colle14. Nonostante sia particolarmente arida per la scarsa presenza di risorgive d’acqua sommersa, sono abbondanti le piante d’alto fusto, le essenze esotiche e le specie vegetali tipiche della macchia mediterranea15. Posillipo, è meglio conosciuta sulla base della ricerca sistematica effettuata tra il 1902 ed il 1913 dall’inglese Robert Willian Theodore Gunther16 e dalle apprezzabili ricerche per cui divenne ampiamente famosa, condotta dagli studiosi di lingua italiana17, oltre alle tante interpretazioni archeologiche effettuate e pubblicate da Jacono18.

L'apparato immobilare della collina di Posillipo.

E' compresa sulla fascia di costa battuta dalla direttrice di penetrazione costiera ovest, in direzione delle isole di Procida ed Ischia.

  • Partendo da Mergellina e la chiesa di Santa Maria del Parto, e finendo a Capo Posillipo19 nel tratto compreso delle proprietà d’Avalos, Grotta MarinaVolpicelli e Bernasconi e palazzo donn'Anna ai Due Frati, e di tutte quelle che furono del Rendel; ed ancora di recente formazione le ville ChierchiaRosebery e villa Dora, mentre della "città imperiale" oggi sopravvivono la Casa degli Spiriti, la villa di Pollione, il cosiddetto Porto della Gaiola e la Scuola di Virgilio. La creazione di nuovi complessi edilizi, e l’impianto dei parchi, il piccolo porto, l’Istituto delle Piccole Ancelle di Cristo Re, il Rione Duca di Genova a piazza San Luigi, hanno comportato grandi movimenti di terra fino a mutare profondamente l’aspetto orografico del versante esposto. Certe preziose testimonianze di un antichissimo ninfeo furono totalmente distrutte per gettare a mare le fondamenta delle banchine di attracco alla villa Roccaromana20 e di lì a poco l’attracco di piccole imbarcazioni per l’accesso via mare per il palazzo Bernasconi ed, oggi, di quel ninfeo non ne resta che solo il ricordo ritratto in due dipinti ed in certe testine messe ad ornamento della villa della baronessa Felicita Avezzano Romano.


Spazio note

 (1) Nel periodo aureo della dittatura fascista, le riviste di propaganda, si preoccuperanno di mostrare il vero volto della città di Napoli, col solo artefizio di invitare a visitarla con soggetti e schemi visivi già usati 80 prima. La collina di Posillipo verrà incisa come copertina per il primo numero de: ”Il Mondo Illustrato” del 1860, ma furono soggetti ripresi nelle vedute che hanno arricchito la rivista The Illustrated dai numero del 2 marzo 1850, fino a tutti quelli di novembre 1856, fatto per cui, Posillipo giustifica l’ideale ambientale contro quello monumentale nella delicata fase di passaggio del vedutismo, tra le incisioni e la fotografia. Così scritto in Università degli studi di Napoli Federico II Anno Accademico 2006-2007 Dottorato di Ricerca in Storia dell’Architettura e della Citta - XIX ciclo Coordinatore: Ch. mo prof. arch. Francesco Starace NAPOLI TRA INCISIONE E FOTOGRAFIA (1850-1930) Rappresentazione e trasformazione della città tra i due secoli attraverso la stampa periodica illustrata e inediti repertori fotografici Candidata: dott. arch. Nunzia Iannone Tutor: Ch. mo prof. arch. Alfredo Buccaro.
 (2) L'area patrimonio naturale dell'Umanità fu istituita come tale dalla legge regionale numero 33 del 1 settembre 1993. REGIONE CAMPANIA - Giunta Regionale - Seduta del 19 marzo 2005 - Deliberazione n. 417 - Area Generale di Coordinamento - N. 16 - Gestione del Territorio Tutela Beni Paesistico-Ambientali e Culturali - Legge Regionale 1° settembre 1993, n. 33 “Istituzione di Parchi e Riserve naturali in Campania” - Ratifica Protocollo di Intesa tra Regione Campania - Settor e Politica del Territorio e Presidenti Enti Parco e Riserve Naturali (con allegato). Leggi il PDF dal sito della Regione. Il suo primo nome pare fosse stato ”Ammenus”, in relazione alla bellezza e all’incanto dei luoghi, mentre altre ipotesi farebbero derivare il nome Posillipo, da Pausilypu, termine a sua volta ripreso dal greco, stante a significare: tregua dal dolore, e nulla esclude, che, questa, fosse stata la filosofia di base della scuola Epicurea del maestro Sirone, a cui pare partecipò anche il poeta Virgilio. ABITARE L’ITALIA TERRITORI, ECONOMIE, DISEGUAGLIANZE, XIV CONFERENZA SIU - 24/25/26 MARZO 2011, Jalongo G., Torre G. Disuguaglianze e conflitti: problemi di relazionalità. Il Casale di Posillipo a Napoli www.planum.net ISSN 1723-0993, pagina 3
 (3) FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DIPARTIMENTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA E RESTAURO Dottorando Tutor Agostino Di Lorenzo Prof. Leonardo Di Mauro Coordinatore del Dottorato Prof. Francesco Starace Le colline nord-occidentali di Napoli: l’evoluzione storica di un paesaggio urbano FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DIPARTIMENTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA E RESTAURO Dottorato di Ricerca in Storia dell’architettura e della città XVII Ciclo Agostino Di Lorenzo Gennaio 2006
 (3bis) Lo ha annunciato l'assessore regionale alla Protezione civile, Edoardo Cosenza, in occasione di un convegno a Napoli, Notizia dell'ANSA. Leggi qui.
 (3ter) Ministro dell‟Ambiente con 56 D.I. del 07.08. 2002 - G.U. n. 285 del 05.12.2002
 (4) Per tutto il patrimonio immobiliare presente sulla collina di Posillipo, è stato chiesto espressamente che i colori delle pareti dei palazzi e delle ville fossero compatibili col decoro ambientale. I canali pluviali debbono restare a vista. Sotto traccia invece è fatto d’obbligo di tenere le canalizzazioni e gli impianti tecnici; le grondaie o altro tipo di condotta, è fatto obbligatorio che siano in lamiera zingata o rame; le ringhiere corrimano, le grate ed i cancelli, o qualsiasi altro elemento d’arredo che sia visibile all’esterno delle strutture di residenza debbono obbligatoriamente esser in ferro battuto o lavorati a mano. Ed infine, è fatto divieto assoluto di utilizzare alluminio anodizzato. È fatto assoluto divieto di sostituire i manti di copertura tradizionali in coppi. Al caso di Posillipo è stato ammesso solo la messa in sicurezza dei piani di quota antifrana grazie alla moderna ingegneria naturalistica, e laddove, dagli istituti scientifici sia disposta la non applicabilità delle tecniche ingegneristiche testè riportate, considerate non naturalistiche, sarà valutato caso per caso il tipo di intervento alternativo, mentre per i muri di contenimento del terreno, questi, debbono essere realizzati con materiale lapideo, a faccia a vista e senza stilatura dei giunti, e solo e soltanto in casi estremi, si autorizza l’uso di strutture armate, e comunque, dovranno esser rivestire di materiale lapideo tradizionale. Assessorato all’Urbanistica, Politica del Territorio, Tutela Beni Paesistico-Ambientali e Culturali Linee Guida per la Pianificazione Territoriale Regionale Testi integrali strumenti di pianificazione paesistica.
 (5) Per tanto, tutta quanta Posillipo è tutelata dalle norme d’ambito di attuazione e pianificazione della zonizzazione delle aree protette. LEGGE 8 agosto 1985, n. 431 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 giugno 1985, n. 312, recante disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale. Integrazioni dell'articolo 82 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616. (GU n.197 del 22-8-1985 ) Per l'ambito di protezione di questo particolare ambiente, le categorie di beni da tutelare sono quelle individuate dall'art. 1 della legge 29 giugno 1939, n. 1497 e dall'art. 1 della legge 8 agosto 1985, n. 431.
 (5bis) Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004 - Supplemento Ordinario n. 28. Leggi tutto il testo
 (6) UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” DIPARTIMENTO DI CONFIGURAZIONE E ATTUAZIONE DELL’ARCHITETTURA DIPARTIMENTO DI PROGETTAZIONE URBANA DOTTORATO DI RICERCA IN “TECNOLOGIA E RAPPRESENTAZIONE DELL’ARCHITETTURA E DELL’AMBIENTE” Indirizzo: “Tecnologia dell’Architettura” XIX Ciclo - Coordinatore Prof. Arch. Virginia Gangemi Tutor: Prof. Arch. Dora Francese Dottorando: Francesco Filippi RELAZIONE SULL'ATTIVITA’ DI RICERCA Attività svolta nell’anno 2004
 (7) D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 19981, il quale all’art. 148 così definisce i Beni Culturali: “Definizione di Patrimonio culturale” tratta dall’ultima modifica legislativa: “1. Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici; 2. Sono beni culturali le cose immobili e mobili che (…) presentano interesse artistico, storico archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà; 3. Sono beni paesaggistici gli immobili e le aree (…) costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla legge o in base alla legge; 4. I beni del patrimonio culturale di appartenenza pubblica sono destinati alla fruizione della collettività, compatibilmente con le esigenze di uso istituzionale e sempre che non vi ostino ragioni di tutela”, dall’art. 2 della Prima Parte del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” - D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 (G.U. n. 45 del 24 febbraio 2004, in vigore dal 1° maggio 2004).
 (8) Le autorizzazioni di cui all'art. 7 legge n. 1497/39 e all'art. 1 legge n. 431/85 per i progetti riguardanti le cose e gli immobili compresi nei territori regolati dal presente piano sono rilasciate nel rispetto delle prescrizioni contenute nella presente normativa. Il Sindaco, previo parere consultivo obbligatorio della Commissione Edilizia Integrata ex lege R.C. n. 10/82, vigila sulla osservanza delle prescrizioni contenute nella presente normativa, trasmettendo alla Soprintendenza per i BB.AA.AA. le autorizzazioni rilasciate e la relativa documentazione ai sensi del quinto comma dell'art. 1 della legge n. 431/85. Gli effetti della legge di protezione sono applicabili anche alle aree archeologiche presenti sul crinale del colle Il piano di cui al paragrafo precedente costituisce norma immediatamente vincolante e prevalente nei confronti degli strumenti di pianificazione urbanistica comunali, provinciali e nei confronti del P.T.C. ai sensi dell'art. 5 della legge 17 agosto 1942 n. 1150 e dei piani di settore regionali, in applicazione dell'art. 23 regio decreto 1357/40. Gli strumenti urbanistici esistenti dovranno essere adeguati alla presente normativa di piano paesistico. In sede di adeguamento dei predetti strumenti urbanistici dovranno essere riportate le perimetrazioni delle aree di interesse archeologico individuate dalla Soprintendenza Archeologica.
 (9) Piani Territoriali Paesistici (PTP) sottoposti alla disposizione dell’art. 162 del D.L.vo n.490 del 29/10/99 e redatti ai sensi dell’art.149 del D.L.vo n.490 del 29/10/99 (ex legge 431/85 articolo 1) Regione Campania Assessorato all' Urbanistica, Gestione del Territorio Tutela Beni Paesistici, Ambientali e Culturali Verifica di compatibilita' tra gli strumenti di pianificazione paesistica e l'accordo Stato - Regioni del 19.4.2001. allegato C, analisi degli strumenti di pianificazione paesistica. Dal PTR, Piano Territoriale Regionale del marzo 2003
 (10) Nasturtium officinale R. Br. Sebeto (Pasq. et Av., 1841); Capo di Posillipo (May., 1903).Vedi nota successiva per tutte le altre fonti
 (11) Matthiola incana (L.) R. Br. subsp. rupestris (Rafin.) Nyman Pausylippi (Ten., 1831, sub M. rupestris Presl); tomba di Virgilio, nuova strada di Posillipo (Ten., 1833b, sub M. rupestris); Chiatamone, Castelnuovo (De Rosa, 1906, sub M. rupestris Guss.). Vedi nota successiva per tutte le altre fonti
 (12) Capparis spinosa L. var. inermis (Turra) Fiori - Ch rept - Eurasiat. -(Ten., 1823a, sub C. spinosa var. B); ad muros et scopula: circa Neapolim (Ten., 1826, sub C. rupestris). Vedi nota successiva
 (13) Per la Rosa Canina, (Ten., 1823a); in sylvis communis (Ten., 1831). La specie è segnalata in Flora d'Italia (PIGNATTI, 1982) per l'Italia settentrionale. In Nuova Flora Analitica d'Italia (FIORI, 1923-1929), è specificato soltanto luoghi selvatici frequente. Non è stato possibile ritrovare il campione della località napoletana di V. canina L. (NAP) per poter confermare la segnalazione precedente. Dati estratti, vedi nota successiva.
 (14) Oltre alle specie già segnalate, ricordiamo anche: Dalla famiglia della BRASSICACEAE, la Brassica fruticulosa Cyr. - Ch suff - Steno-Medit. La Lavatera cretica L. - T er - Steno-Medit. - Macerie, incolti e muri – R. Della famiglia delle PLUMBAGINACEAE, rarissimo, specie sulla costa rocciosa, il Limonium cumanum (Ten.) O. Kuntze [L. johannis Pign.] - Ch suff - Endem. - Costa rocciosa - >” La flora di Napoli: i quartieri della città ANTONINO DE NATALE, VINCENZO LA VALVA Dipartimento di Biologia Vegetale Università degli Studi di Napoli "Federico II" via Foria, 223 - 80139 Napoli. Dipartimento di Scienze Ambientali. Seconda Università degli Studi di Napoli via Arena, 22 - Centro Direzionale S. Benedetto, I - 81100 Caserta Lavoro eseguito con i fondi MURST 60%, 1996. Contributi: Renato Agostini del 1959, della “Seconda aggiunta alla Flora dei Campi Flegrei” di Nicola Terracciano (1921) e del contributo “Contribution aux études des biocenoses subtidales” di Helena Gamulin-Brida, Giuseppe Giaccone e Stjepko Golubic (1967).
 (15) Tutte le specie visibili e riconoscibili sul posto sono sotto custodia al Corpo Forestale dello Stato, al servizio Giardini Pubblici del Comune di Napoli, e ad ogni provvidenza di legge, per quanto riguarda gli espianti e gli scavi agli enti di Stato si associa la consulenza dell’Orto Botanico e la locale Università. Sono state segnalate del tipo specie rara e rarissime. Della famiglia delle CARYOPHYLLACEAE, l'Herniaria hirsuta L. - H caesp - Paleotemp. Dalla famiglia delle CHENOPODIACEAE, qui come alla Gajola e alla Baia due Frati, e alla Scuola di Virgilio, la Salsola Tragus, la Salsola Kali, la Suaeda vera J. F. Gmelin. Sub Salsola Salsa, la Suaeda maritima (L.) Dumort. Dalla famiglia delle Cactaceae, l'Opuntia ficus-barbarica A. Berger [O. ficus-indica auct., non (L.) Miller] - P succ - Avv. (Neotrop.) - una più variegata forma della Barbadensis Miller (l'Aloe Vera). Dalla famiglia delle AIZOACEAE, il Mesembryanthemum nodiflorum L. - T er - S-Medit.-Sudafr. - Rocce - RR - Dp, Ep Segnalaz. preced.: Posillipo (Ten., 1811-1838; 1831); qui come al Chiatamone. Sulle rupi assolate ed in prossimità degli elementi marini sono state segnalate sub spontanee e rarissimi i: Carpobrotus acinaciformis (L.) Bolus - Ch suff - Avv. (S-Africa) RR - Ep Carpobrotus edulis (L.) N. E. Br. - Ch suff - Avv. (S-Africa) . (Ten., 1823a). Il Thalictrum minus L., il Delphinium halteratum (Gr., 1925, sub D. peregrinum L. var. halteratum S. et Sm.). La specie possiede una distribuzione limitata alla Liguria, Lombardia e Veneto (PIGNATTI, 1982). Secondo Nuova Flora Analitica d'Italia (FIORI, 1923-1929) e Flora Italica (ZANGHERI, 1976) l’areale della specie si estende all’Italia centrale e meridionale, alle isole d’Ischia, Eolie, Sicilia e Malta. “Sylloge plantarum vascularium Florae Napolitanae” (1831) e delle relative appendici (“Ad Florae Neapolitanae plantarum vascularium Syllogem Appendix tertia” (1833a); “Ad Florae Neapolitanae Syllogem, Appendix quarta” (1835); “Ad Florae Neapolitanae Syllogem Appendix quinta” Op. cit. alla nota 7.
 (16) Hanno scritto su Posillipo: J. D’Arms, Romans in the bay of Naples, Cambridge, Mass, 1970, pag. 118. Anche: *Contributions to the study of Earth-movements in the bay of Naples / by R.T. Gunther. - Oxford : Parker & Son. ; Rome : E. Loescher & Co., 1903. - 62, 49 p., 9 c. di tav. : ill., c. geogr. ; 30 cm. (( Contiene: 1. The submerged Greek and Roman foreshore near Naples. 2. Earth-movements in the bay of Naples. - La prima memoria è estr. da: Archaeologia, v. LVIII; la seconda è estr. da: The Geographical Journal for August and September, 1903. Anche: *Pausilypon : the imperial villa near Naples / with a description of the submerged foreshore and with observations on the tomb of Virgil and on other Roman antiquities on Posilipo by R. T. Günther. - Oxford : printed by Horace Hart for the author at the University Press, 1913. - XII, 294 p. : ill. [3] c. di tav. : ill. ; 27 cm . Codice SBN SBL0739031 Codice SBN SBL0745773
 (17) Mario Napoli, Napoli greco romana, Fiorentini Napoli, 1956, alla pagina 166. Dello stesso autore, Topografia e Archeologia, in Storia di Napoli, Napoli, 1976, vol. I, pagg 468 e 506. Vedi anche M. Pagano, Gli impianti marittimi di villa Pausilypon, in Atti del convegno di Puteoli romana, estratto da Puteoli, studi di storia antica, IV V, 1980-1981, pagg 245 e seguenti. G. Vecchio, Le ville sul mare, in Napoli Antica, Macchiaroli Napoli, 1985, da pagina 348 e seguenti
ù (18) L. Jacono, Note di archeologia marittima, estratto da Neapolis, I fascicolo, 1914 da pagina 365 e seguenti.
 (19) Lungo la costa sopravvivono, in gran parte sommerse dalle acque del golfo, tracce del remoto insediamento immobiliare romano, apparendo essi stessi senza uno scopo tattico né logistico. Si tratta in verità di una dispersa quantità variegata di elementi in muratura, frammenti di pavimenti, grotte, volte affrescate, pozzi e cunicoli e non di rado intere strutture in superficie, molto più evidenti nel Cinquecento. I reperti archeologici di sostanza imperiale, giustificarono l’avvento e la costruzione di numerosi edifici aristocratici, gli stessi che finirono di seppellire i reperti, ed ancor di più, contribuirono ai trafugamenti continui, letteralmente organizzato in più poste dai ricercatori di anticaglie. C.G. Capaccio, La vera antichità di Pozzuolo descritta….ove si narrano le bellezze di Posillipo, Carlini e Vitale, Napoli 1607
 (20) R. Carafa Villa Roccaromana in Napoli Nobilissima, volume II,fascicolo III, marzo 1893, pagina 45 e seguenti