San Pietro che battezza il Centurione

Estratto dal Libro degli Atti degli Apostoli1, San Pietro che battezza il Centurione, è un olio su tela2, pendant con il San Paolo che converte Lidia, collocato al piano nobile di palazzo della Prefettura a piazza del Plebiscito di Napoli.

Il tema religioso del San Pietro fu molto caro agli accademici del Real Istituto d’Arte a Napoli, opera dell’artista Raffaele Postiglione3, noto come allievo di Costanzo Angelini, collaboratore del Mancinelli e succeduto come professore emerito all’Accademia di Belle Arti di Napoli occupando la sede lasciata vacante da Aniello d’Aloiso.

Tuttavia, di quest’artista, la sua personalità è ancora in parte in ombra e solo grazie alle informazioni sussidiarie del contemporaneo Francis Napier, si seppe di certi speciali interessamenti da parte di personaggi importanti della Famiglia Reale verso il pittore all’epoca del pensionato di Roma.

E a conferma di ciò, le raccolte datate e firmate Postiglione nella pinacoteche di Napoli e Caserta4. Col dipinto in questione, Raffaele Postiglione celebra la propria vocazione a trattare la questione religiosa nell’impianto iconografico al quale, egli stesso mostra particolari attitudini, specie per le mostre borboniche del 1841.



Il quadro è rimasto assegnato ad autore ignoto fino alla data del 1948, quando, lo studioso Causa, lo inserì nella lista dei dipinti che avrebbero di lì a poco impreziosito la Quadreria al piano nobile del palazzo della Prefettura di Napoli, dove effettivamente il quadro tutt’ora risiede.

  • Anche se, nonostante privo di marchi che ne avrebbero potuto tracciare l’esistenza da sempre alla Foresteria Borbonica, il nome originario del palazzo della Prefettura, la tela è suffragata per questa ipotesi da un altro quadro presente a palazzo e che reca di fatto il superstite bollo rosso con sigla numerica 272, e che ha in comune col dipinto in oggetto la cornice e più in generale tutto quanto il formato. Col dipinto, l’autore meriterà la medaglia d’argento di prima classe ed un encomio da parte del Quattromani per il settore dedicato alla pittura, per il quale scriverà insoliti apprezzamenti specie, per ” … la semplicità di mosse, la bellezza del colore, correzione di disegno, andar di pieghe grandioso, e l’ eletta forma di testa di San Pietro”56.


Spazio note

(1) Libro degli Atti degli Apostoli X, 47-48
(2) Olio su tela cm 130x104 di Raffaele Postiglione.
(3) Contributi: Ugo Carughi, Luisa Martorelli, Annalisa Porzio in Il Palazzo della Prefettura introduzione di Agatino Neri. Sergio Civita Editore Officine Grafiche Peerson Napoli 1989. A pagina 40
(4) Gabriele Quattromani e un suo inedito diario politico del 1848 napoletano / Alfredo Zazo. - Napoli : Edizioni Dehoniane, [1979]. - 111 p. ; 24 cm. Codice SBN NAP0103940 Collana Documenti studi e sussidi; 3
(5) Si ricordano la Partenza del Ciorolano, ed il Rapimento della Figlia di Giacobbe. Nel David e Saul conservato presso la Reggia di Caserta, è impressionante la quantità degli elementi analoghi allo stile dei dipinti di Napoli, e soprattutto per questo dipinto c’è da risaltare la somiglianza della figura del vecchio, San Pietro ed ancora, nel quadro San Paolo che converte Lidia, sono impressi tutti i chiari riferimenti del classicismo di Poussin, che l’autore avrebbe imparato durante gli anni del pensionato di Roma.
(6) A Caserta, Raffaele Postiglione potè approfondire recondite conoscenze in materia di pittura iconografica, assumendo più e più il taglio raffaellesco, quello stesso taglio per cui in gioventù fu aspramente criticato semplicemente di ripetere senza la medesima forza espressive del Raffaello. Lo stile del Raffaello fu studiato dai testi originali che gli hanno potuto permettere di conoscere la spazialità architettonica giusta dove collocare i personaggi scattati nella giusta posa e con le movenze aggraziate, le stesse che si rintracciano nel dipinto del palazzo della Prefettura di Napoli.