Natura morta con cedro e mandarini

È stato un allievo di Franz Snyders, ed è stato altrettanto l’unico artista a Napoli ad aver introdotto l’uso squisito ”… della luce impastata di colore; scelta buona per la materia rubensiana, greve ed opulenta creando nuove direzioni pittoriche prospettate per le ornamentazioni di classe barocca".
Il dipinto fu composto in collaborazione con Giuseppe Ruoppolo3 e fu collocato nella ricognizione borbonica dallo studioso e ricercatore Raffaello Causa datata 1948, che però lo esclude, forse per il cattivo stato di conservazione che non ne permette di apprezzarne la fattura di luminescenza pittorica, dalla "Mostra sulla Natura morta" tenutasi a Napoli nel 1964 e neppure citato dallo stesso ricercatore per la sua sintesi sulla Storia di Napoli del 1972.
Oggi, assieme alla Natura Morta del De Caro, il quadro occupa un posto alla Quadreria del piano nobile di palazzo della Prefettura a piazza del Plebiscito, aggiungendosi agli elementi napoletani che hanno contribuito alla conoscenza di questo genere di pittura afflitto da problemi specifici, primo tra i tanti, quell’antica specializzazione per il fiammingo da cui lo stesso genere trae origine e sostentamento.
L'esame del dipinto.
All’esame di questo dipinto spicca l’intensità della luce scandita per la buccia del cedro, l’unico frutto presente sul quadro di notevoli dimensioni.
- Sproporzionato rispetto agli altri elementi della composizione, ma pur sempre ragionevolmente posizionato in uno studio esatto di fiori e cascate di frutta, in un’architettura di caduta che riesce a creare movimento. Invece, un’anfora di gusto manieristico, seminascosta dall’abbondanza, è l’unico indizio secentesco che riesce a segnare fortunatamente una linea di confine tra le figure, quasi tutte le stesse, che occupano il primo piano con un secondo piano che fa da sfondo, c’è scritto sul documento, ”… sfuma con un paesaggio al tramonto”. Esiste un’attribuzione all’artista rimasta discussa senz’esito alcuno per i dipinti raffiguranti Una cesta di fiori portata da una giovane e di un’altra opera raffigurate Fiori disposti in un vaso da fanciulle, entrambi portati alla Mostra della pittura del ‘600 e del ‘700, tenutasi a Genova nel 1969, in collaborazione con Giovan Battista Gaulli.
Spazio note
(1) Olio su tela cm 76x102 di Abraham Brueghel.(2) Contributi: Ugo Carughi, Luisa Martorelli, Annalisa Porzio in Il Palazzo della Prefettura introduzione di Agatino Neri. Sergio Civita Editore Officine Grafiche Peerson Napoli 1989. A pagina 84
(3) Pinacoteca di Capodimonte, foto 35839 AFSG; cfr., Il repertorio della pittura napoletana del ‘600 a cura di N- Spinosa, 1984, numero 58
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