Palazzo Real Paggeria all’Egiziaca Napoli
È uno dei palazzi di Napoli1, ad uso di Paggeria della Intendenza di Casa Reale del Regno delle Due Sicilie, istituita al suo interno nel 17342 ancor quando, differentemente da oggi, l’immobile era composto di un pian terreno, un piano matto, due piani nobili, e di un terzo più piccolo in altezza rispetto a tutti gli altri, ai quali restava sufficientemente collegato a mezzo di quattro tese di scale3.La Paggeria venne abolita il giorno 11 dicembre del 1825.
L'abolizione in effetti seguì l'esecuzione del decreto numero 425, e, fino a tutto il 1838, il palazzo mantenne la sua funzione di casa per ospiti della persona del re, e solo successivamente la Tesoreria Generale ne propose la vendita con base d’asta.
Il palazzo già dagli ultimi dieci anni dell’Ottocento, acquisì il merito di diventare un semplice condominio pubblico. Anticamente appartenuto allo scomparso Monastero di San Luigi, ed oggi ubicato in via dell’Egiziaca nell’omonimo quartiere sotto Pizzofalcone, nell’isola 48, detta Carignano, presente al catasto francese al numero 39 sulla “Strada della Solitaria”.
Origini, fondazione e soppressione della Paggeria napoletana.
Il pezzo di terra su cui è fondato è contrassegnato con la “lettera B” sulla carta topografica del Galluccio.
- Fu censuato a don Ferdinando d’Aragona, duca di Montalto, da Bartolomeo Cortese il 4 ottobre del 15804. Fu ristrutturato, che sarebbe meglio dire, completamente trasformato nel corso del Settecento, con messa in opera del capomastro Domenico De Luca, sotto la direzione tecnica di Luca Vecchione, entrambi pagati dai procuratori del Monastero di San Luigi di Palazzo, Lorenzo Pinelli e Francesco De Angelis due volte: una prima volta il 7 gennaio del 1752, ed una seconda volta il 20 aprile dell’anno successivo. Vi è scritto nel testo del Majolo, che le terribili sollecitazioni liberate nel sottosuolo relativamente cavo del comparto dell’Egiziaca, nel 1815, per la costruzione della mastodontica chiesa di San Francesco di Paola, ai margini occidentali dell’invaso di piazza del Plebiscito, causarono delle lesioni strutturali alle fondamenta del palazzo stesso, che fu rinforzato, ed ancora una volta, sarebbe meglio dire ritrasformato.
Spazio note
(1) *Pizzofalcone e Le Mortelle / Italo Ferraro. - Napoli : Oikos, 2010. - p. 606 : ill. ; 31 cm. ((In calce al frontespizio : Fondazione Premio Napoli ; MN Metropolitana SpA Codice SBN NAP0544539 ISBN 9788890147883 BNN sez nap VII A 1638/6 pagg 269-287. (2) Dalla collezione Google Libri. Collezione delle leggi e de' decreti reali del regno delle Due Sicilie(3) B. Majolo, C’era una volta Pizzofalcone, Napoli 1992, pag. 11
(4) Relazione dell’ingegnere Antonio Galluccio, delle censuazioni di suolo nel territorio di Echia, ossia sopra a Pizzofalcone, 1689, Monasteri Soppressi, vol. 5519
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