Villa Volpicelli a Posillipo

Villa Volpicelli1(1bis) ex proprietà del Demanio ed ex caserma militare, è la struttura verticolare arcigna ed emergente dalle acque dell'insenatura di Marechiaro tesa a rendere suggestivo l'ultimo miglio napoletano prima di Pozzuoli. Fu venduta come bene pubblico nell’incanto del 30 dicembre del 1884.

In quella data la comprò per sole cinquantuno mila lire Raffaele Volpicelli2, titolare della più grande industria napoletana di carbone. 

La villa offre una veduta del golfo di Napoli, di eccezionale valenza paesistica data anche dallo sfondo scenico del gran cono del Vesuvio diametralmente opposto alla costa frastagliata della collina di Posillipo

E’ stata col tempo utilizzata come brand e copertina del prodotto televisivo R.A.I. “Un Posto al Sole”, col quale l’immobile è comunemente diffuso col nome di “Palazzo Palladini”. Indicata con qualche imprecisione sulla mappa del Duca di Noja come il “fortino”, la villa medesima è visibilissima dalla pianta di Alessandro Baratta del 1629. Sull'anzidetta pianta la si osserva emergere dalle inquiete acque della baia, in un incantevole scenario della collina di Posillipo, con alle spalle della costruzione turrita, una terrazza che si può facilmente raggiungere da via Ferdinando Russo, e dalla quale, a sua volta, è possibile anche raggiungere l’ameno e celeberrimo sito della “Peschiera”, con ampia veduta della costa su Procida ed Ischia.


Villa Volpicelli nelle vedute antiche di Bulifon e di François Didier Nomé.

La villa possiede diverse strutture che la definiscono un prezioso belvedere, composto di viali tracciati su distese terrazzate al sole, interrotte di tanto, da nicchie decorate a stucco e da statue di terracotta.

  • Alle spalle della villa Volpicelli, trova posto l’opera egregia di Giulio Ulisse Arata, il complesso architettonico proprietà della Presidenza della Repubblica Italiana, la villa Rosebery. Villa Volpicelli, riesce a mantenere la sua piena eleganza nella robustezza dei corpi di fabbrica di cui è composta. Due torri centrali e merlate, tinte di rosa antico, realizzate come tale da ignoto architetto, occupano lo spazio visivo di lontananza. Esse sono affiancate ognuna da un’ala sopra un alto basamento. Le due torri collegate tra loro conferiscono all’aspetto complessivo della struttura la forma ”a castello”, contribuendo alla posizione architettonicamente giustificata che ben la collocano nell’ambiente circostante lasciato essenzialmente primitivo e rupestre dall’azione dello Stato che l’ha comunque circondata da un perimetro murario. Il basamento di terra in muratura apre tre grossi portoni, l’altro basamento che affonda sulla superficie di costa sommersa poggia su una massa tufacea livellata. Estesa fino al limite fisico segnato da una barriera di scogli frangiflutti, raggiunge una terza torre rimasta isolata dal progetto di fine Seicento, abbandonata per tutto il Settecento, riattata nel secondo Ottocento, e venne ricordata solo e soltanto dal Capaccio3, disegnata tale e quale anche sulle topografie antiche, segna il punto preciso dove sarebbero esistiti i bastioni del palazzo del Principe Pietro Santacroce o anche Santa Croce, versione confermata da un dipinto di François Didier Nomé e da un'incisione del Bulifon.


La villa è raggiungibile con auto propria o a piedi solo da via Ferdinando Russo, e questa a sua volta è raggiungibile solo da via Posillipo.

  • Attualmente per raggiungere via Ferdinando Russo dal centro storico della città e dal suo lungomare l'unica autolinea con fermata dedicata A.N.M., è la storica 140 con capolinea dall'altro versante della collina sulla piana di Bagnoli. Il Comune di Napoli data la prerogativa territoriale ha chiesto che potesse esser disposto un servizio di autobus navetta da e per la scogliera frangiflutti sul ciglio a mare della villa. Richiesta accolta da A.N.M., ma attiva però solo durante la stagione estiva. Il percorso a piedi è salutare ed incantevole in discesa, disagevole però in salita. Con auto propria si evince la sola difficoltà di trovare posto alla fine della strada, eternamente occupato da altre auto in sosta nell'area di pertinenza ai ristoranti della zona. Nei pressi della villa vige il divieto assoluto di pargheggiare. E' consigliabile altrimenti lasciare l'auto nelle aree dedicate dalla Municipalità competente con Linee Blu che ne segnalano l'autorizzazione alla sosta all'altezza di piazzale Salvatore Di Giacomo, non molto distante dall'imbocco di Via Ferdinando Russo e procedere a piedi verso lo sbocco a mare per godersi la veduta paesistica unica al mondo. Una serie di tornanti carrabili discendono verso l'area delle acque attraversando antichi terrazzamenti esposti al sole caldo della baia ed alle brezze di Marechiaro, un tempo coltivati ad agrumi e limoni dai monaci di San Pietro ai Due Frati. Durante la discesa è possibile notare in più punti del percorso l'amabile contrasto del bruno grigio del Vesuvio che scherma possente l'orizzonte contro il bianco candido delle ville che spuntano spesso da zone coltivate a macchia di Lecci, una di queste, per incantevole splendore è villa Rosebery di proprietà della Presidenza della Repubblica Italiana.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Le ville di Posillipo, origini, vicende, personaggi. In: I tempi di Posillipo dalle Ville romane a i Casini di Delizie Domenico Viggiani per la Electa Napoli, edizione del 1989 1181953 BNN SEZ. NAP. VII A 180 pagina 190., Contributi da: La cultura neoclassica napoletana nel dibattito europeo. La figura e l'opera di Stefano e Luigi Gasse. Facoltà di Architettura dottorato di Ricerca in Storia dell'architettura e della città XXI ciclo Coordinatore Architetto Starace, Tutor Architetto Buccaro, dottorando Architetto Marilena Malangone.] sul colle a Posillipo[M. MALANGONE, La nuova strada di Posillipo e la bonifica del litorale di Coroglio
(1bis) Al suo interno, nel 1956, furono girate le esterne per il film Totò, Peppino e la Malafemmena, per indicare il posto in cui, i protagonisti, Gianni e Marisa, soggiornano.
(2) Indicazione desunta dalla premessa del notaio Luigi Carnevale, 17 marzo del 1888
(3) La *vera antichita di Pozzuolo, descritta da Giulio Cesare Capaccio secretario dell'inclita citta di Napoli...A modo d'itinerario, accio tutti possano seruirsene.- In Napoliappresso Gio. Giacomo Carlino, e Costantino Vitale, 1607. - \\40], 386, \\2] p. : ill. ; 8o. ((Marca? (granchio e farfalla: Matura)sul front. - Segn.: π \\croc]8, \\croc]⁸ 2\\croc]4 A-2A8 2B2. Codice SBN SBLE013100 Autore Capaccio, Giulio Cesare Editore Carlino, Giovanni Giacomo & Vitale, Costantino Autore Capaccio, Giulio Cesare Impronta r-a, uaci m-l- raaN (3) 1607 (R) Marca Marca non censita Anno pubblicazione 1607