Acquario tropicale di Fuorigrotta a Napoli

È l’edificio che occupa lo spazio in prossimità dell’ingresso disegnato con porta ad esedra e realizzato per conto del progetto firmato dall’architetto Stefania Filospeziale, per il quartiere espositivo della Mostra d’Oltremare a Fuorigrotta di Napoli1.

Pur tuttavia, va ricordato che l’Acquario di Fuorigrotta fu ideato e realizzato solo come complemento dell’Acquario napoletano della Villa Comunale, sul fronte aperto del Lungomare.


Il percorso sulle esposizioni fu affidato a Giuseppe Muller, consacrato ”ordinatore” del quartiere della Mostra, organizzata al livello del piano terra, attraverso l’esclusivo utilizzo di vasche-vetrine incassate ad altezza d’uomo nei muri laterali.
Le vasche fin dalla loro prima funzione furono riempite di acqua di mare, continuamente ricambiata da un sistema idro-elettrico di cambio alloggiato nei vani inferiori. Al secondo piano dell’immobile gli spazi furono destinati all’suo di una biblioteca di pertinenza alla materia delle specie marine dell’area tropicale.


La storia dell'acquario nell'architettura prismatica e multifacce del Regime fascista.

Ed è da questa specifica angolazione che l’edificio fu costruito rispettando la forma planimetrica del tutto vincolata all’andamento obliquo dell’ampia gradonata prospiciente piazza Antiniana.

  • Ovvero, lo slargo che durante il Ventennio di Napoli fascista, dovette costituire grandioso e magnifico accesso alle esposizioni dalla provinciale Miano-Agnano, oggi via Terracina. Una singolare articolazione dei volumi delle strutture che interessano tutto l’Acquario, risolsero il complicato rapporto delle emergenze con la forma trapezoidale del lotto sul quale furono fondate a completamento di tutto l’impianto. Scelte compositive indotte dalla ricerca di valori immobiliari più puri, quasi scultorei, dichiaratamente posti l’uno contro l’altro, conformano allo stato dell’arte, così come sui disegni del progetto, la quinta laterale dell’immobile e la sua condizione di testata originaria, determinandone ancora oggi il rapporto con l’ingresso a nord. Tuttavia l’elemento che lo distingue e lo riscatta è il corpo multi facce, prismatico, di pari altezza a due livelli, la cui dimensione in lunghezza copre tutta la profondità dello stesso edificio. Nell’ala posteriore innestata in quest’articolazione attentamente ricercate delle aree, furono destinati gli spazi per le esposizioni tropicali; un altro spazio, pensato come ripostiglio e guardaroba, bilancia il rapporto di simmetria col fronte conclusivo dell’acquario in rapporto alla rampa antistante. L’ingresso all’acquario è finto tridimensionale grazie all’arretramento dal filo di facciata dei corpi di fabbrica posti ai lati ed è rivestito di decorazioni di ceramica opera di Paolo Ricci, carico, alla sua epoca, di quel significato di tipo avanguardistico alla messicana, ma che per il suo successo ottenuto, venne fin da subito relegato alla cosiddetta ”Ceramica di Posillipo”.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: La Mostra d'Oltremare e Fuorigrotta di Uberto Siola Collana diretta da Giancarlo Alisio Electa Napoli 1990 BNN SEZ. NAP VII B 225