Domenico Antonio Vaccaro

E' stato1 uno scultore e pittore nonché abilissimo maestro marmoraro del Sei Settecento napoletano.
Nato a Napoli, il 14 maggio del 1678 battezzato alla chiesa di Sant'Arcangelo agli Armieri agli Orefici, fu avviato all'arte dal padre Lorenzo, e durante gli ultimi dieci anni del Seicento si ritrova a soli vent'anni in una fase della pittura napoletana straordinariamente ricca di artisti.
Abitò alla via Magnocavallo oggi via Girardi al quartiere di Montecalvario ai Quartieri Spagnoli al secondo piano del Palazzo di proprietà dei Conti di Magnocavallo posto di fronte alla chiesa di Santa Maria del Soccorso.

Sullo scorcio di quello stesso secolo, Luca Giordano è il più famoso dei pittori napoletani forse il più famoso dei pittori italiani, che nel corso della sua lunga vicenda spagnola ha popolato le maggiori residenze reali di Spagna oltre ad un cospicuo numero di edifici sacri di quella stessa Nazione e a Napoli suo pieno interlocutore non può che considerarsi Francesco Solimena.

Di quest'ultimo il concorrente più agguerrito nella sicurezza di tutti i generi di pittura è di sicuro Paolo De Matteis2.


Biografia delle opere di Domenico Antonio Vaccaro.

E' morto a Napoli il 13 giugno del 1745 come risulta dai registri ancora conservati dai Pii Catechisti Operai presso la chiesa di Santa Maria Ogni Bene ai Sette Dolori a Spaccanapoli.

  • Pur essendo un artista compreso per il suo genio indiscusso, richiesto ed impegnato in molte opere, ammirato e non si esclude invidiato dai suoi contemporanei ha comunque condotto una vita afflitta da problemi soprattuto economici. Ha sposato Giuseppina Fierro dalla quale ha avuto dieci figli: sei maschi: Filippo, Alessandro, Lorenzo, Ludovico, Andrea, Ferdinando; e quattro femmine: Caterina, Rachele, Angela e Giovanna, lasciandoli vivere d'ogni dignità possibile, ma senza alcun tipo d'agiatezza.  Nei primi dipinti di Domenico Antonio Vaccaro emerge una cultura espressiva che è propria di quella vasta tradizione figurativa e a conferma di questo giudizio oggi si ammirano le opere dell'anzidetto autore per la chiesa di Sant'Agostino degli Scalzi, Due storie di Cristo, la Vergine appare a San Guglielmo da Vercelli, e San Guglielmo d'Aquitania in meditazione tutti quanti datati in prossimità del quadro eseguito per la chiesa di San Lorenzo Maggiore ai Tribunali Visione di San BonaventuraE mentre Domenico Antonio Vaccaro temporeggia in questi schemi compositivi, nella bottega del padre Lorenzo, Gian Domenico Vinaccia sperimenta nuove soluzioni berniniane facendo una splendida riuscita in questo campo oggi testimoniata dal Paliotto alla Cappella del Tesoro di San Gennaro al Duomo di Napoli.  Qualche decennio prima ancora della diffusione del genio napoletano di Domenico Antonio Vaccaro la libera circolazione delle invenzioni compositive del padre, quelle inclinazioni stilistiche che lo resero celebre, molto commissionato, questo vizio, questa particolare attitudine di sperimentare l'utilizzo di temi comuni sia alla pittura che alla scultura, l'abitudine forse geniale di ricomprendere tutte le arti in un sol progetto, sarà già tutta l'intera cultura che riuscirà a tramettere al figlio Domenico. Con l'eccezione, va aggiunto, che gli artisti non solo Lorenzo Vaccaro ma anche lo stesso Granucci, Vinaccia, Conforto, Lazzari ebbero guardato alla tradizione napoletana di raccontare le storie col solo marmo bianco non appena ebbero in uso la sana abitudine dello stucco come elemento di decorazione plastica. Oggi una testimonianza simile è data dalla stupenda opera dell'Altare dell'Annunziata  alla chiesa dei Santi ApostoliE' stato un'artista eclettico, ha rivelato il suo genio nella pittura e nella architettura, ma in maggior impegno nella scultura.

Sue sono le opere eseguite nelle chiese di:


Altre grandi opere di Domenico Antonio Vaccaro. 


Storia breve delle attribuzioni d'opera a Domenico Antonio Vaccaro.

  • Sarebbe da lui stata realizzata su di un suo disegno l'ancona dell'altare maggiore come tra l'altro anche il vicino Angelo Reggicandelabro alla chiesa di Santa Maria dell'Aiuto ai Banchi Nuovi;
  • di suo evidente stampo eran pure le macchine lignee decorative della Cappella Maggiore alla chiesa del Gesù Nuovo di Napoli distrutta dall'incendio del 1639. 
  • Un pregevolissimo altarino in stucco alla chiesa e monastero di Santa Caterina da Siena, sulle alture dei Quartieri Spagnoli, farebbe pensare alla presenza dell'artista anche in questa chiesa pur tuttavia non riuscendo tale notizia a trovar fondamento.
  • Resta apprezzabile il tentativo di restituire un minimo di dignità all'ambiente nell'opera di ammodernamento della Cappella del Rosario interno chiesa abbandonata dell'Antico Complesso di Santa Maria di Betlemme oggi il Palazzo dei Veterani. Gli stucchi nella cappella medesima si vede che restano di buona qualità e non eccedono sull'intera decorazione che insiste sul celeste e ben s'intona con l'altare centrale dominato dalla gigantesca cornice in legno dorato un tempo ad accogliere il quadro della Vergine del Santo Rosario coi quindici Misteri e che la critica vuole attribuire con forza alla mano geniale del Vaccaro o al massimo al suo miglior allievo: Filippo Falciatore. 
  • Di scuola vaccariana sono le cornici a muro per i dipinti rimossi alla chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini.
  • L'affresco con soggetto nuziale scoperto nella controsoffittatura del passetto della Regina, ventiseiesima stanza musealizzata dell'appartamento storico di Palazzo Reale a Piazza del Plebiscito.
  • L'affresco ritraente Giunone con la Pace, la Fortuna ed il Dominio vestito coi simboli del Potere e dell'Abbondanza, scoperto nella controsoffittatura di Palazzo all'altezza del Boudoir della Regina.
  • Un bellissimo San Gennaro tutto in marmo presso la cappella dei Seripando, navata dinistra del Duomo di Napoli.

La sua arte è andata sviluppandosi fortemente negli ultimi vent'anni del Barocco, quando l'anzidetto fenomeno artistico non solo napoletano, ovviamente, si andava esaurendo e si affacciava all'orizzonte della cultura dell'allora Europa, un gusto che per attento com'era alla realtà si distinse fortemente dallo stile che lo ha preceduto: il Neoclassico.

Da un nuovo movimento artistico animato dalla filosofia del secolo illuminista gli sono attribuite la costruzione di Villa Meola a Portici, accanto al tratto del Miglio d'Oro e Villa Prota nel territorio di Torre dell Greco.


Spazio note

(1) Estratto da: Carmine Genovese in “Chiesa Concezione a Montecalvario di Napoli” Guida artistica e storica della chiesa. Finito di stampare nell'aprile del 1988 presso la Tip. D'Alessandro- via Nilo, 26 Napoli. Il quale rimanda a: P Troyli: “Istoria generale del reame di Napoli”; Napoli 1752 alle pp.452-454 P.A.Orlandi, “Abecedario pittorico de' professori più illustri in pittura, scultura e architettura”, Napoli 1763 p. 445 F. Milizia: “Memorie degli architetti antichi e Moderni”, Bassano, 1785 vol. II° pp. 51-52 G. De Simone, “Le Chiese di Napoli”, 1845, pp.51-52 G. Sigismondi: “Guida di Napoli”, Napoli, 1788 vol. II° pp.260-262 G. Filangieri, “Indice degli Artefici”, Napoli, 1891, vol. VI° p.500 Documenti 1939; 480: Biblioteca della Sovrintendenza dei beni Artistici e Culturali di Capodimonte a Napoli.
(2) *Domenico Antonio Vaccaro : sintesi delle arti / a cura di Benedetto Gravagnuolo e Fiammetta Adriani ; saggi di Leonardo Di Mauro ... [et al.] ; interpretazione fotografica di Mimmo Jodice. - Napoli : Guida, [2005]. - 465 p. : ill. ; 34 cm. ((Ed. di 500 esemplari num. ISBN 8871888367 a pagina:20