Villa Vacca a Napoli
È il palazzo di Paquale Vacca, ex villa Pisanelli, già villa Filomarino, inglobata nella masseria Martino alla Pietrabianca1, e più precisamente con ingresso al numero 958 del corso principale di San Giovanni a Teduccio a Napoli1bis.Oggi di aspetto profondamente mutato in ordine alle origini per l’aggiunta di due piani in altezza, molto del materiale originario resta nascosto tra le aggiunte al disegno; questi sono: gli antichi cortili rivolti allo schermo del Vesuvio, le originarie aperture al piano nobile del palazzo e due bei pozzi in pietra vesuviana.
È anche appartenuta a Rosario Luigi del Duca che l’ha acquistata nel 1811, e poi ancora a Ruggiero che vi aggiunse l’omonimo casino, la famiglia Jesu, altrettanto ed il Galbiati. Medesimo contributo anche dai fratelli Lieto e per ultimo il Consultore Capone, già fittuario del piano nobile di Palazzo Venezia a Spaccanapoli.
Tutte le alternate vicende sulla proprietà della villa giustificano la conformazione dell’edificio che, attualmente, ruota attorno ad un cortile, ove, al centro del lato più lungo, ancora esiste la scala che anticamente portava al giardino superiore. La villa fu donata in fidecommessa nel 1664 dalla vedova di Claudio Pisanelli, la Marchesa Diana de Guevara al nipote Girolamo, il quale a sua volta cedette in enfiteusi, all’attuario di camera Matteo Martino, tutte le 29 moggia di terra nel circondario del casino.
Una storia raccontata attraverso gli interventi giudiziari contro l'altius non tollendi.
Furono insereti nel contratto di cessione il diritto a fabbricare strutture di servizio altius non tollendi2, meccanismo che verrà rispettato quasi come un regolamento edilizio interrotto solo nel 17743 dai compratori delle terre e dell’immobile4 con facciata prospisciente il bordo della strada.
- Fu quello l'anno in cui, in seguito ad un intervento giudiziario durato fino all’Unità d’Italia5, si avvierà, su suggerimento del duca di Carafa6, la sovrintendenza reale a tutte le ville con facciata prospiciente la Strada Regia delle Calabrie, il cosiddetto Miglio d’Oro7. Venne poi acquistato nel 1732 da Antonio Filomarino dei duchi di Crotofiano, proprietari successivamente anche di tutti gli appezzamenti intorno al casino. Al sopraggiungere della nuova proprietà, tutto l’immobile venne trasformato, scrive il cistercense Placido Troyli8, in uno dei più superbi casini della città orientale. Quindi come anche confermato dalla mappa del duca di Noja, la villa a quel punto fu ampliata specie all’altezza del cortile originario; il volume delle camere di servizio restò immutato in forza del divieto di sopraelevare ed un altro, ulteriore cortile venne estratto da una striscia di terra sottratta al giardino alle spalle della villa. Il disordine edilizio che rappresentava la destra e la sinistra della prima porzione del Miglio d’Oro venne anche costatato dal duca di Noja e andò aggravandosi nel corso del XIX secolo allorquando sulle terre si registrarono un sensibile aumento della popolazione residente e dei quartieri ottocenteschi sorti al fianco delle industrie manifatturiere culminate cinquant’anni più tardi nelle leggi speciali per il Risorgimento economico della città.
Il confronto di Villa Vacca con le altre emergenze del territorio vesuviano.
Nell’Ottocento gli ultimi proprietari che continuarono ad ampliarla furono Rosario Luigi del Duca.
- La tenuta Pisanelli di San Giovanni a Teduccio, fino al 16049 rimase inglobata nelle stesse proprietà rurali e trattate con il sistema della seminatoria ed in quanto terre distese al mare all’immobile venne legato il concetto giuridico dello jus pescandi10. La villa o casa palaziata, fu esempio emblematico del fenomeno di trasformazione urbanistica avviata durante tutto il XVIII secolo a partire dalla trasformazione delle ville presenti sul territorio vesuviano da case rustiche con podere e case palaziate con giardino, in vere e proprie ville di lusso con gli inevitabili condizionamenti sull’assetto sia sulla linea di costa che sul Golfo. Nell’adduzione della direttrice di penetrazione costiera, tutta l’area urbanizzata a sinistra del corso a San Giovanni a Teduccio subito dopo il Ponte della Maddalena ed in direzione di Portici, già nella prima metà del Settecento, fu interessata da una fervida attività di costruzioni che hanno trovato poi il proprio culmine nella massiccia opera di restauro della villa di Giuseppe Brunasso duca di San Filippo del 173511, della villa di Francesco Del Pezzo, principe di San Pio, risalente al 1750, ed infine il Casino del Principe di Sepino del 175212.
La versione attuale della Villa.
L’aspetto architettonico della villa subito a prima vista denuncia il suo carattere agricolo, impressione significativamente convalidata dalle fonti, prima tra tutte, e la più importante è la perizia del Settecento scritta dal Regio tavolario Antonio Alinei, che l’ha indubbiamente vista nella primitiva forma degli ultimi anni del Seicento.
- La struttura, scrive il documento, prima del riordino di metà Settecento, si presentava ad L, alta tre piani, compreso il piano terra; il lato lungo teneva la facciata prospiciente un cortile stretto e lungo, e alla testa del lato breve, alla sinistra del portone d’ingresso, una torre scalare. All’interno del portone un androne largo e profondo, immette subito in un piccolo sistema doppio di ingressi al giardino e al cortile, quest’ultimo separato da un alto muro e sul fondo, l’area di un piccolo casermaggio ed i locali destinati alla servitù, anche detti: “le Camerelle”. La villa fin dall’inizio fu costruita con cappella attigua, un edificio prospettato da un timpano spezzato e due paraste binate sormontata da una grande cupola in linea col disegno neorinascimentale ampiamente voluto proprio dal Duca. Alla cupola segue agganciata la casina del Rugiero, separata dalla villa Jesu da appena una strettola di vicoletto cieco. A costituire gli episodi molto più armoniosi per il partito decorativo fu lo scomparso casino Petrinelli, sostituito nel 1960 da costruzioni estratte dal risanamento napoletano.
Spazio note
(1) La chiamano ostinatamente villa, ma dall'aspetto e dalle funzionalità sorge come un palazzo tra la zona meglio nota col toponimo di “I due palazzi” e la Croce del Lagno, quel tratto di strada anticamente detto della Pietrabianca.(1bis) Estratto in massima parte da: L' *Altius non tollendi nella trasformazione urbanistica della costa vesuviana: il caso di Villa Pisanelli a Pietrabianca / Gaetano Amodio Codice SBN NAP0423855 Napoli nobilissima : rivista di topografia ed arte napoletana, BNN SEZ NAP 5 s. v. 7(2006), n. 1-2; pp. 27-38.
(2) Letteralmente: "...non si tollera la costruzione di un immobile in altezza". Prescrizione imposta specie agli immobili costruiti sul fondo ammobiliato per cui la necessità di tutelarne la vista alla regia strada proibiva la costruzione oltre il primo piano di caseggiati tirati su per il solo scopo di accogliere la servitù o i magazzini
(3) A.S.N., Perizie di Corte d’Appello, fs. 133 fasc 14. Tavola dei tipi geometrici delle fabbriche del sig. Tarallo e Alberti, in via Borrelli a San Giorgio a Cremano, dal perito Alfonso de Gennaro
(4) Questi furono Pasquale di Gennaro, Francesco Gavotti, e Vincenzo D’Annitto
(5) I riferimenti al lungo iter giudiziario si trovano all’A.S.N., 13465, 1841; 16218, 1845; Perizia di Corte d’Appello, fs. I fasc. 20, I luglio 1821; fac. 201, 25 agosto 1821
(6) G. Carafa, Lettere ad un amico Napoli, 1750. pag. 159.
(7) Ai contratti di cessione vennero aggiunti ulteriore clausole, tra le quali, anche il divieto di piantare ed esercitare taverna.
(8) [8]: *Indice universale, e tavole cronologiche riguardo alla storia generale del reame di Napoli, composta dal p. abate d. Placido Troyli dell'ordine cisterciense, .. - In Napoli, 1754. - [4], 163, [1] p. ((Segn.: [pi greco]² A-V⁴ X². Codice SBN NAPE01059
(9) A.S.N.a, Notai del XVII secolo, Nicol’Antonio Collacola, scheda 550, 26 del I dicembre 1696
(10) Ivi Gregorio Servillo, scheda 665, 43 del 20 settembre 1732
(11) *Organizzazione e produzione edilizia a Napoli all'avvento di Carlo di Borbone / Giuseppe Fiengo. - Napoli : Edizioni Scientifiche Italiane, [1983]. - 289 p. : ill. ; 24 cm. Codice SBN VEA0042596 BNI 83-12447
(12) A.S.N.a, Processi antichi. Pandetta corrente, 9604. Descrizione della villa Del Pezzo 1748
Categorie delle Guide
- archivi, fondi e biblioteche
- articoli di storia locale
- bosco di Capodimonte
- cappelle napoletane
- chiese chiuse di Napoli
- chiese di Napoli
- cimiteri di Napoli
- conventi e monasteri di Napoli
- musei e gallerie di Napoli
- Non Categorizzate
- opere d'arte napoletana
- palazzi e case storiche di Napoli
- palazzi moderni di Napoli
- palazzo Reale di Napoli
- rioni, quartieri e zone di Napoli
- teatri di Napoli
- territorio e archeologia
- tombe e sepolcri a Napoli
- vie e piazze del centro di Napoli
- ville della città di Napoli
- ville della Provincia di Napoli
- Visite Guidate
- zona Mostra
Strutture sponsorizzate
B&B Mergellina Appartamenti
A partire da 60.00 €
B&B Sofì
A partire da 75.00 €
B&B Monteoliveto
A partire da 68.00 €
B&B La Dimora di Nettuno
A partire da 49.00 €
B&B Palazzo Ruffo di Bagnara
A partire da 80.00 €
B&B Terra Napoletana
A partire da 40.00 €
B&B Casa del Monacone Napoli
A partire da 45.00 €
B&B Quattro Palazzi
Aggiungi la tua struttura
A partire da 40.00 €
Lista dei desideri
La tua lista dei desideri è vuota