Chiesa del Redentore al Corso Vittorio Emanuele a Napoli

E’ una delle chiese moderne di Napoli1 sita al Corso Vittorio Emanuele tra piazza Cariati e Mergellina, in uno spazio risultato estrattto da un lotto di utile fondazione, addossato al muro di sostegno del sovrstante parco Grifeo.

Fu voluta da Francesco D’Ayala Valva, nobile napoletano che riesce a firmare la sua opera con lo stemma del proprio casato e quello di famiglia Grifeo affisso sulla porta bronzea dell’ingresso all’edificio di culto.

La chiesa dunque fu commissionata dal D’Ayala al duca Antonino Maresca di Serracapriola, il quale, la progettò e ne diresse i lavori con posa della prima pietra datata 5 giugno 1904, la completò, la decorò e la consegnò all’ufficio di culto del terzo decanato nel 1912, che in questa zona ricade sotto la giurisdizione della parrocchia di Santa Lucia al Monte nell’omonina zona.

Mattoni e pezzi di pietra calcarea di Trani compongono la facciata della chiesa, che è stata disegnata rispettando la sistemazione di tredici archetti marmorei e dodici colonnine atte a simboleggiare i dodici Apostoli che coronano cinque finestroni bislunghi.


Storia brevissima della chiesa del Redentore. 

Il particolare delle colonnine che simboleggiano il primo Collegio apostolico si ripete nella stessa sostanza anche nell’abside.

  • All’interno la chiesa è a navata unica rivestita per intero da marmo di Vitulano, detto anche Perla del Brasile. Il tetto dell’edificio dedicato al Cristo nella forma teologica del Santissimo Redentore è di legno massiccio. La chiesa, in questo caso inteso come corpo di fabbrica e non come luogo di preghiera, è di fatto considerato lavoro estraneo al tema urbanistico dov’è stata collocata, e piuttosto invece è rivolto alla soluzione di un problema tecnico principalmente per aver a disposizione in zona una chiesa che effettivamente mancava ed in ordine alle preesistenze ambientali, risulta in disaccordo e fuoriscala. La chiesa è circondata da un giardino in perfetto stile Neoromanico ed alle sue spalle si leva una torre con campane alta 11 metri ed una meridiana in marmo bianco.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Alessandro Castagnaro Arcchitettura del Novecento a Napoli. Il noto e l'inedito. prefazione di Renato di Fusco Napoli 1998 Edizioni Scientifiche italiane BNN SEZ NAP VII A 1623 ISBN 8881147408