Sala del Trono a Palazzo Reale di Napoli

E’ la Sala del Trono successiva alla terza anticamera delle sale musealizzate all'interno dell'appartamento storico di Palazzo Reale a Napoli1, con un’orditura ottenuta dagli abili carpentieri che le realizzarono con la parete orizzontale in chiave di forma rettangolare.
Un tempo chiamata la Stanza dorata, poi, Stanza del baciamano, mutata in Sala del Trono solo dalle nuove disposizioni dettate dal conte Santisteban, maggiordomo maggiore, già aio di Carlo di Borbone2

Costui si occupò personalmente di rinominare le funzioni di ogni singolo ambiente nel tentativo di conferire nuova aurea di splendore all’illuminato Governo del suo Sovrano.

E’ la sala dove il re si faceva trovare assiso in trono per dare udienza agli ospiti che ne avessero fatta richiesta e si faceva trovare seduto su di un trono di legno dorato coi leoni dei braccioli applicati solo nel 1850. Questo elemento è oggi come allora il centro scenografico della sala.
Di fronte ad esso il dipinto di Vincenzo Camuccini, ritrae Ferdinando I di Borbone3 il re che ha maggiormente impegnato il Regno governando più a lungo lo si vede mostrare la Basilica di San Francesco di Paola a piazza Plebiscito, ex voto offerto al santo taumaturgo calabrese per la grazia concessa di illuminare la restaurazione del governo dei Borbone.


Presentazione della Sala del Trono di Palazzo Reale.

Sta tra la terza anticamera ed il Salone degli Ambasciatori a sud e la Sala delle Guardie delle Corpo ad est.

  • Il Trono è sormontato ancora oggi da un baldacchino con cielo rosso vellutato, galloni in similoro ed intrecci di altri intarsi incorniciano il dipinto del Settecento ritraente Carlo di Borbone, re di Spagna, che abdica in favore di Ferdinando IV nel 17594. Il cielo della stanza invece, al cui centro pende il lampadario unico elemento che illumina l’ambiente, è popolato di figure femminili in caffettano greco e corona dorata ognuna di queste corrispondenti ad una delle Province napoletane annesse alla città nel restaurato Regno borbonico del 1818 comprendenti il Molise, l’Abruzzo, Terra di Lavoro, Principato Ultra, Capitanata, Bari, Otranto e Calabria. L’opera, ancora frammento del codice neoclassico dell’età di Giocacchino Murat, mostra al centro tra le ninfee, il simbolo del Cavallo e della Trinacria, rappresentanti Napoli e la Sicilia. Il disegno mirabile è attaccato allo strato di incannucciata e stucco, supporto allo scheletro di specie legnosa datata 1600, al di là della quale resta nascosta la volta realizzata mediante la griglia di elementi di centine e listelli con una configurazione a chiglia di nave rovesciata. Di Giuseppe Bonito i dipinti della Storica ambasciata turca e tripolina, data 1741, sono copie degli originali repertati alla corte di Spagna. In sala tra i dipinti anche re Vittorio Emanuele III dei Savoia, ritratto in tenera età in un dipinto del 1784 appresso ai Farnese e i Sassonia, i Braganza e gli Asburgo.

Terza Anticamera di Palazzo Reale. 

E' la terza anticamera nel percorso organizzato lungo le sale musealizzate dell'appartamento storico di Palazzo Reale a Napoli.

  • Interessante principalmente per l'opera di Peppe Cammarano, il siciliano morto a Napoli, nel 1850, professor emerito dell'Accademia di Belle Arti, noto per aver lasciato molte opere egregie, prime tra le tante, le tela del velario che, nel complessivo apparato decorativo, occupa il novanta per cento del soffitto del teatro San Carlo, trattata con strati di biacca, ocra gialla e terra rossa. Infine, il Cammarano è anche il medesimo autore dell'Apoteosi di Saffo, un dipinto che centra nel pieno il gusto Liberty dello scalone centrale di Palazzo Zevallos a via Toledo. Qui in questo ambiente di questo autore abbiamo un riquadro sul soffitto che ritrae la scena di Pallade che incorona la Fedeltà, autografata Peppe Cammarano, datato 1818 ed ovviamente, segno riferibile in tutto e per tutto alla Restaurazione borbonica di Ferdinando I. Alle pareti dell'anticamera un dipinto siglato Massimo Stanzione ritrae Lot e le figlie, diversamente vi è un arazzo che merita l'attenzione perchè particolarmente significativo dell'opera manifatturiera napoletana di Pietro Duranti, ultimi anni del Settecento. L'arazzo riproduce l'Allegoria del Fuoco, come il Ratto di Proserpina. Si dice che il cartone preparatorio per quest'arazzo fu commissionato a Gerolamo Starace Franchis nel 1762 sotto la previa consulenza di Luigi Vanvitelli. E lo stesso arazzo, c'è scritto sul documento, completava a distanza di circa vent'anni la sequela degli elementi di prima serie della fabbrica medicea fondata dalla famiglia Borbone nel 1737 coi pezzi sopraggiunti dalla soppressa scuola fiorentina ed oggi noto come il palazzo delle Pietre Dure nel fitto edilizio sul comparto delle Mortelle ai Quartieri Spagnoli. Ai lati dell'arazzo, è esposto altro materiale mediceo in arazzo. Sono quattro pezzi: di Sebastiano Peroni abbiamo, la Testa di Vecchio e di Vecchia; di Antonio Rispoli, il Ritratto di Giovane donna col manto rosso e blu; di Gaetano Leurie del 1742 l'arazzo che ritrae la Figura di Donna con orecchini pendenti, e sulla parete nella direzione di ingresso vi è l'arazzo che ritrae la Dama di Lanier del 1724. L'arredo composto di mobili in legno di faggio e le specchiere sono del XIX secolo tutto in stile neobarocco e su pilastri sono adagiati due vasi di porcellana francese di manifattura Sèvres, datati 1842, firmati Giovine, e dello stesso autore o della sua bottega sono tutti gli altri vasi adagiati alle consoles, e sui quali, vi sono ritratti motivi floreali, raffigurazioni di scene tratte dalla bibbia e danzatrici di Pompei.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da:Il *Palazzo Reale di Napoli/ testi di Giuseppe Zampino ... [et al.] ; fotografie di Luciano Pedicini. - [Napoli] : Electa Napoli, [1995]. - 127 p. : ill. ; 24 cm. ((In testa al front.: Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici di Napoli e provincia. Codice SBN MIL0290066 ISBN 8843548158 8851001871
(2) [La residenza di Carlo di Borbone fra tradizione spagnola e orientamenti culturali italiani e francesi di Adele Fiadino in Napoli Spagna, Architettura e città nel XVIII secolo a cura di Alfonso Gambardella. Edizioni scientifiche italiane ISBN 88-495-0652-X Napoli nel 2003 BNN Misc. B-a C 402/5 ]
(3) [*Ferdinando 1. di Borbone] / Imperato inc. ; Camuccini dip. - [S. l. : s. n., 18..]. - 1 c. : inc. ; 42x30 cm. Codice SBN NAPG005700 Artista (pittore,scultore ecc.) Camuccini, Vincenzo <1771-1844> Incisore Imperato, Filippo]
(4) [*Carlo 3. per la grazia di Dio Re di Castiglia, Leone, Aragona .. - Napoli : nella Real Stamperia, 1759. - [4] c. ; fol. ((Dopo la morte di Ferdinando VI, Carlo III gli succede al trono di Spagna, rinunciando al Regno delle Due Sicilie in favore del suo terzogenito Ferdinando. - Data di emanazione in calce: Napoli 6 ottobre 1759. - Nel tit. il numero 3 e' espresso III. - Incipit del testo: Tra le gravi cure, che la Monarchia delle Spagne ... Codice SBN NAPE023304 Autore Napoli Autore secondario Carlos Editore Stamperia Reale Autore Napoli Possessore precedente Real Biblioteca Luogo pubblicazione Napoli Editori nella Real Stamperia Impronta tin- o-sa a,i- l-l- (C) 1759 (R) Anno pubblicazione 1759].