Fontana dell’Esedra Napoli

E’ una sorgente d’acqua artificiale di imponenti dimensioni, ennesimo elemento del corredo di Napoli fascista, detta anche l’Anfiteatro delle Acque, cuore della zona monumentale della Mostra d’Oltremare a Fuorigrotta1, realizzata da Carlo Cocchia e Luigi Piccinato, ispirata ai modelli già collaudati da Luigi e Carlo Vanvitelli per la Reggia di Caserta, ed attivati per l’inaugurazione del complesso fieristico avvenuto il 9 magio del 1940.

Essa è una chiara esplicitazione progettuale del piano della Mostra impostata sulle scelte compositive basilari.

All’acqua della fontana e al verde del decoro tutt’intorno è affidato il compito di concorrere a comporre con gli edifici della Mostra un unico scenario visto come definitivo da ciascuno degli infiniti punti d’osservazione. Il sistema idraulico che ne alimenta il flusso dell’acqua è stato studiato per ottenere forme di getti d’acqua considerati a loro volta delle espressioni architettoniche, caratterizzati da uno specifico valore plastico.
Tutte quante le fontane possono considerare la possibilità di un doppio gettito d’acqua: il primo detto a ciuffo polverizzatore gode di una spinta dalla superficie che gli garantisce l’altezza pari alla dimensione del diametro della bocca, variabili tra i tre e i sei metri.
Il secondo tipo di getto detto anche getto verticale può raggiungere anche i quattordici metri.


Descrizione della Fontana dell'Esedra.

Solo la vasca centrale è capace di emettere un getto d’acqua garantito quaranta metri d’altezza.

  • Millequattrocento proiettori di luce a fascio colorato combinato coi giochi dei getti d’acqua stanno sul fondo della fontana dei quali centotrentadue solo nella vasca centrale. E’ racchiusa da una teoria di Pini secolari che le conferiscono la forma a esedra, da cui ha inizio il grande bacino rettangolare lungo 230 metri e largo 20; il lungo viale a sua volta è diviso in dodici vasche adagiate su terrazzamenti che si susseguono a differenze di quote tutte quanti degradanti in direzione del piazzale dell’Impero. Di forma circolare, l’esedra è composta da una vasca centrale e quattro corone semicircolari concentriche gradonate ognuna, accessoriata di diciannove vasche di forma trapezia per un totale di settantasei fontane. Un doppio ordine delle pendenze poste a progetto conferisce all’impianto un andamento radiale delle vasche tutte verso la fontana al centro ed un’altra pendenza che degrada le sculture verso i bordi in linea di simmetria con l’esedra costituendone una sorta di facciata. Negli anni 50 del ‘900 si provvedette a a realizzare per la fontana un impianto di decorazione di Giuseppe Macedonio, il quale la rivestì di pezzi di mattonelle puntualmente irregolari e poste in opus incertum con una certa gradazione del colore voluta tra il turchese ed il blu. I fregi a rilievo disegnano sulla parete della facciata ”…donne che recano in testa enormi vasi, selvaggina cacciata con archi e con frecce, corsa ai tori, ai caproni e ai cerbiatti e addirittura una giraffa”, mentre il vasto sistema di bordi è impreziosito da ”ricami di foglie e foglie con fiori”. La suggestione dei bordi è conferita ad un’area ad essi interessata con punti di posizionamento scelti per installare alberi di fusto medio alto.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: La Mostra d'Oltremare e Fuorigrotta di Uberto Siola Collana diretta da Giancarlo Alisio Electa Napoli 1990 BNN SEZ. NAP VII B 225