Villa Rosebery a Posillipo Napoli

E’ una delle ville storiche di Napoli1, monumentale complesso architettonico2 iscritto nell’uso del codice neoclassico di gusto squisitamente francese, e di applicazione napoletana.

E' stata inclusa al Centro Storico UNESCO, a partire dall’aggiornamento della Dichiarazione di Eccezionale Valore Mondiale per il Sito del Centro Storico di Napoli, in occasione della 38ma sessione che si è tenuta a Doha, nel (Qatar)2bis.


Sorge sulla collina di Posillipo, non molto distante dalla villa Volpicelli, circondato su tre lati dall’ultima macchia di verde che separa l’insenatura della baia napoletana da Pozzuoli e lo scenario selvaggio dei Campi Flegrei.
Fu riordinata dall’architetto Stefano Gasse negli anni in cui il medesimo seppe dar corpo alla Villa Bozzi ai Ponti Rossi e la villa Chierchia sempre a Posillipo, oltre al palazzo San Giacomo a piazza Muncipio ed il palazzo Tocco di Montemiletto a via Toledo.
Si sviluppa dal lato opposto per soli due piani ed ancora un portico alla maniera dorica con un ambiente mansardato. La palazzina della Pietra Salata, così venne per molto tempo conosciuta fu lasciata ai contadini durante il riassetto del complesso da parte dell'architetto Stefano Gasse.


Le cessioni di titolo della villa prima dell'insediamento della Presidenza della Repubblica.

La villa Rosebery oggi è inclusa nel patrimonio immobiliare della Presidenza della Repubblica Italiana.

  • Alla Repubblica Italiana fu questa ceduta dal Regno Unito, precedente proprietaria, con un patto di cessione siglato dalla mano di Mussolini destinandosi la villa medesima a soggiorno estivo per la famiglia Reale.  
  • Nel 1934 in onore della nascita della primogenita del Principe Umberto la villa venne chiamata “Villa Maria Pia”.
  • Nel 1944 re Vittorio Emanuele III si trasferì in villa con la regina Elena fino al giorno dell’abdicazione e la partenza per l’esilio in Egitto il 9 maggio del 1946.
  • Nel 1949 venne affidata all’Accademia Aereonautica.
  • Fu quindi riacquistata dallo Stato italiano nel 1957.
  • Architettonicamente ottenuta dall’imprescindibile unificazione dei casini di radura detti del Gaudioso, fu conosciuta per qualche tempo anche come ”la grande foresteria”, poi il Belvedere o anche ”Palazzina Borbonica” e la Pietra Salata3.
  • Fu detta nel 1800 “Villa Serra Marina”. 
  • Nel 1857 il figlio del duca di Gerace Luciano Prunas Serra la cede a Luigi di Borbone conte d’Aquila4, comandante di Marina, fratello di re Ferdinando II di Borbone, ribattezzandola “villa La Brasiliana” in onore della moglie di Luigi, sorella dell’imperatore del Brasile.  
  • Fu comperata nel 1897 da lord Archibald Primrose, conte di Rosebery, primo ministro inglese tra il 1894 ed il 1895, il quale generosamente la cedette al Governo britannico, in una donazione perfezionata soltanto nel 1909.

Le vicende storiche legate alla Villa Rosebery.

L’uso della villa medesima, a destinazione non agricola, quanto piuttosto ad ambita residenza colonica, si attuò mentre andava crescendo un rinnovato interesse per la città urbanizzata dai collegamenti di Mergellina con Bagnoli e Mergellina col Borgo Santa Lucia al Mare attraverso l’antico trottatoio rasente la riva: oggi il Lungomare.

  • Denominata villa Rosebery dal 1897 in poi, novant’anni prima di questa data, il conte Giuseppe de Thurn, ufficiale agli ordini dell’esercito di Casa Borbone acquisì l’immobile con diversi appezzamenti ad essa contigui e congiunti per effetto del Regio encomio sui servigi resi all’ammiragliato Acton, isolandola dal contesto urbanistico e riservando per essa minor attenzione di quanta non ne avesse mostrata per il parco tutt’attorno. Durante il decennio francese la villa fu confiscata e restituita solo alla restaurazione del Governo Borbone e solo la parte relativa al Belvedere a Domenico Cacace, titolare dell’istanza inoltrata a Sua Maestà affinchè si concedesse licenza di riparare il casino che minacciava imminente rovina5. Nel 1817 la villa venne restituita al Conte. Rientrato dalla Sicilia, anch’egli accarezzò l’idea di trasformarla in una rendita da porre in fitto alla luce dell’accresciuta qualità degli spostamenti che la resero agevolmente raggiungibile dal centro città e dalle colline. Di fatto con acquisto ratificato nel marzo del 1820 dal notaio Servillo6, il genovese Agostino Serra duca di Terranova principe di Gerace7 la trasformò, voler suo, in una graziosa ed elegante dimora di rappresentanza8 raggiungibile da una via collegata alla strada consolare di Posillipo fatta accomodare con le spese private del duca non prima e non senza aver acceso un contenzioso col Comune, al quale chiese senza successo, fondi necessari per le migliorie9 affidate all’architetto Stefano Gasse, dopo le quali la villa si chiamò “Villa Serra Marina”.

Breve descrizione della Villa Rosebery.

La palazzina borbonica, il preesistente Belvedere, oggi sorge bianchissima tra le Conifere ed i Lecci di Posillipo.

  • Mentre il disegno pulito ed essenziale di quattro colonne doriche che sostengono un portico attico sulla facciata prospettata a mezzogiorno, assai simile al monumento della Villa Comunale di Napoli omaggio a Torquato Tasso, mostra l’abuso che in architettura se ne è fatto in quel secolo di costruire alla maniera greca e nel caso della villa Rosebery lo si nota laddove è stata data successione di tre timpani che sovrastano la balconata sulla loggia, assente per lo meno nelle vedute ritratte prima dell’intervento di Stefano Gasse come nell’Archivio dell’Istituto Geografico Militare di Firenze che ne rappresenta lo stato dei luoghi prima del 1830. La valutazione critica alla qualità del complesso residenziale è da sempre stimato col valore aggiunto offerto dal contributo sull’ampia e superba prospettiva del versante esposto al mare particolarmente sferzato dalle brezze naturali dell’insenatura, immersa in uno stato di primitivo silenzio. L’articolazione volumetrica del complesso Rosebery a Posillipo non fu mai stravolta ed il suo assetto originario è stato conservato in vista della creazione del viale che ancor oggi, assecondando il naturale andamento del suolo, forma due tornanti collegando nella zona mediana del colle l’anzidetta ”palazzina greca” reciprocamente collegata alla tripartizione dei restanti corpi di fabbrica. Al pian terreno della palazzina destinata a residenza dei proprietari resta rettangolare come all’origine fu progettata, distinta in tre moduli due sui lati corrispondenti a due salotti, sbucando senza soluzione di continuità in un giardino anticipato dal portico di colonne doriche e candidi stucchi. La casina del Gaudioso servì durante la proprietà del duca dei Serra a dare ospitalità ai forastieri al seguito delle feste di famiglia in conviviali periodi di convivenza. Fu un casamento agricolo appena destinato alla masserizia e alla servitù trasformato poi nella versione che attualmente si ammira. Un edificio alto 21 metri, con semplici pareti ad archi e pilastri che coprono l’aspetto ancor rustico dei locali all’interno. 


Spazio note

(1) [Liberamente estratto da: La cultura neoclassica napoletana nel dibattito europeo. La figura e l'opera di Stefano e Luigi Gasse. Facoltà di Architettura dottorato di Ricerca in Storia dell'architettura e della città XXI ciclo Coordinatore Architetto Starace, Tutor Architetto Buccaro, dottorando Architetto Marilena Malangone.] sul colle a Posillipo[M. MALANGONE, La nuova strada di Posillipo e la bonifica del litorale di Coroglio, pp. 84-86.]
(2) [A proposito della Villa Rosebery, prima della sua istituzionalizzazione ne hanno parlato: L. LANCELLOTTI, Promenade à Mergellina, Pausilype et aux fouilles de Coroglio, de l’Imprimerie Vara, Napoli 1842, p. 58); FRANCIOSI, Villa Rosebery, in «Le vie d’Italia», Rivista mensile del Touring Club Italiano, XXXVIII, 1932, pp. 646-650); F. DE FILIPPIS, Le Reali delizie di una capitale, Ente provinciale per il turismo, Napoli 1952, pp. 99-103; Id., Storie napoletane d’altri tempi, F. Fiorentino, Napoli 1959, pp. 119 sgg e da da Roberto di Stefano, Villa Rosebery, Electa, Milano 1992]
(2bis) Il Comitato per il Patrimonio mondiale dell'UNESCO ha aggiornato la Dichiarazione di Eccezionale Valore Mondiale per il sito Centro storico di Napoli in occasione della 38° sessione. A questo link per maggiori informazioni
(3) [Sulla proprietà dove trova fondazione la Villa Rosebery nei pressi della radura detta del Gaudioso, tale Andrea Revail (ANN, Contratto not. Nunzio Pacileo, 20 maggio 1800).) un anno più tardi del 1800 riuscì ad unire questi appezzamenti ad altre moggia di terra estratte dal casino detto della Pietra Salata (ivi Contratto not. De Nicola, 9 ottobre 1801) unite poi ad altra estensione di terra avuta dalla Regia Camera della Sommaria (ivi Contratto not. Antonio Marinelli, 27 giugno 1787), e tutto passò nelle mani del Conte Thurn. (ASNa, Archivio Serra di Gerace, fsc. 46, f.lo 6).].
(4) [ASNa, Archivio Serra di Gerace, fsc. 46, f.lo 6, Contratto di vendita di Luciano Prunas Serra al Principe D. Luigi Carlo Maria Borbone Conte di Aquila.]
(5) [ASNa, Cassa di Ammortizzazione, fsc. 4911, f.lo 4850.]
(6) [ANN, Contratto not. Raffaele Servillo, 7 marzo 1820]
(7) [B. CANDIDA GONZAGA, Memorie delle famiglie nobili delle provincie meridionali d’Italia, De Angelis, Napoli 1875-79, vol. IV, pp. 218 sgg]
(8) [ANN, Contratto not. Gabriele M. Ferraro, 17 febbraio 1817.]
(9) [ASNa, Archivio Serra di Gerace, fsc. 46, f.lo 7, Nota indirizzata a S. E. il principe di Montemiletto, Sindaco di Napoli.]