Villa Chierchia a Posillipo Napoli.

E’ una delle ville del centro storico di Napoli1 sul colle a Posillipo2 conosciuta come Casa Giulia o anche Villa Maria Teresa, forse per l’avvicendarsi dei vari proprietari3 che l’hanno separata in singoli e diversi alloggi.

Attribuita da Arnaldo Venditti all’architetto Stefano Gasse, primariamente per aver riconosciuto, almeno a partire dal disegno caotico delle sue facciate, lo stile che, quest’architetto ha più volte adottato per altri importanti lavori al medesimo commissionati.


Tipo ad esempio le altre ville sempre sulla stessa strada la Villa Rosebery e villa Sofia immediatamente dopo il 1820 ed ancora qualcosa vagamente somigliante è possibile collegarlo ai lavori di accomodamento di villa Bozzi ai Ponti Rossi.

L'attribuzione della villa al Gasse è sostenuta anche dal confronto della sistemazione delle facciate della medesima struttura col portale del palazzo Tocco di Montemiletto a via Toledo e le paraste della facciata di palazzo San Giacomo a piazza Muncipio.


Le prime storie che riguardano la villa di Giuseppe Chierchia.

E’ la prima delle costruzioni avvenuta sulla strada per Posillipo nei primi anni Venti dell’Ottocento in un periodo di profonda mutazione morfologica ed insediativa del crinale spezzato al suo primitivo isolamento dalla città urbanizzata e a questa agganciata a valle per mezzo della via realizzata da Ruomualdo de Tommaso.

  • Sorge proprio nel suo tratto iniziale da Mergellina al posto di un Castello con quattro torrette e finestre per ogni facciata appartenuto al principe Roccella Carafa di Branciforte, assediato e distrutto durante una rivolta di popolo4. Nel 1932 il pian terreno della palazzina venne messo all’asta5 a credito di un pignoramento della proprietà riconosciuto al suo ultimo proprietario Giuseppe Chierchia, in favore del marchese Luigi Mancini, si apprende che alla villa medesima andavano aggiunti a patrimonio …una zona di terreno a banchina confinante ad ovest con il Circolo Nautico Giovinezza e a nord-ovest con la testata di via Caracciolo ed un giardinetto municipale ultimo tratto del Lungomare. Tutto ciò che sta integrato all’impianto architettonico come funzione decorativa, contribuisce a ridimensionare fortemente la primitiva purezza del complesso mortificandone in definitiva l’impiego sobrio e misurato del codice neoclassico col quale è stata pensata e realizzata.

La scansione delle facciate della Villa ed il confronto col patrimonio immobiliare del Gasse.

Un pronao posticcio di stile dorico sporge lievemente sulla superficie di fondo della facciata occupata da paraste che poggiano a loro volta su uno zoccolo che ancora finge un basamento.

  • Una funzione architettonica pienamente sperimentata non solo dall’architetto Gasse, ma un fatto pratico in materia di architettura usata come scena, come ad esempio viene applicato dal Valente nel casino Amato e Antonio Niccolini nel caso del teatro San Carlo di Napoli. Tuttavia è verosimile credere che l’impossibilità di avanzare un vero e proprio portico, poiché la villa prospetta direttamente sulla strada, stia a fondamento di questa trovata nuova specie per le paraste rudentate. Attraverso una serie di aperture in corrispondenza del piano terra, protette da inferriate piegate a maniera di palmette angolari, non certamente ritenute appartenenti al palinsesto di Stefano Gasse, è possibile ancora scorgere finestre che poggiano su balaustre, mentre i portoni che invece stanno ai lati delle anzidette inferriate custodiscono dietro di sé nuove rampe che conducono agli appartamenti dei piani superiori. Ancora al pian terreno nel bugnato sono esitati due balconi che non sporgono a filo della facciata dell’edificio, ognuno di questi delimitato da una cornice attestata da un fregio retto da volute. Le ghirlande di stucco, almeno quelle che sono sopravvissute ai rimaneggiamenti novecentisti stanno nei riquadri corrispondenti al piano ammezzato. Il prospetto della facciata del secondo ordine risulta molto meno manomesso, ancor meno danneggiate si presentano le lesene ioniche, alle quali son state affidate le scansioni superficiali e al centro la medesima distribuzione di balconi senza fregio e lievemente aggettanti. La terrazza all’ultimo piano è stata coperta a veranda.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: La cultura neoclassica napoletana nel dibattito europeo. La figura e l'opera di Stefano e Luigi Gasse. Facoltà di Architettura dottorato di Ricerca in Storia dell'architettura e della città XXI ciclo Coordinatore Architetto Starace, Tutor Architetto Buccaro, dottorando Architetto Marilena Malangone.
(2) [M. MALANGONE, La nuova strada di Posillipo e la bonifica del litorale di Coroglio, pp. 84-86.]
(3) [L. LANCELLOTTI, Promenade à Mergellina, Pausilype et aux fouilles de Coroglio, de l’Imprimerie Vara, Napoli 1842, p. 58)]
(4) [F. ALVINO, Il regno di Napoli e Sicilia descritto da Francesco Alvino, con disegni eseguiti dal vero ed incisi dall’artista Achille Gigante. La collina di Posillipo, tip. Di Giuseppe Colavita, Napoli 1845, p. 73]
(5) [La voce di Napoli, a. XIV, n. 698, 25 gennaio 1932, p. X, in ASMUN, Demanio e Patrimonio, cat. 4D, cart. 9 - prat. 14/19]