Terme di Agnano Napoli

E’ un albergo a vocazione termale, inaugurato ufficialmente il 1 luglio del 1911, mantenuto in posizione privilegiata sulla sommità del Monte Spina interno del Cratere di Agnano nel variegato mondo antico dei Campi Flegrei di Napoli1.

Esse costituiscono elemento di mediazione tra la collina da cui effettivamente spuntano ed il fondovalle su cui si affacciano. Mentre il fulcro dell’opera sta sul fronte del parco, dal quale l’edificio prospetta due ali di palazzo fittiziamente simmetriche tra loro.

Le due ali di palazzo, tuttavia, sono separate da un manufatto che fa da nucleo centrale, esedra porticata e tamburo ottagonale.

L’opera si attribuisce agli architetti Giulio Ulisse Arata, aiutato da Carlo Borgstrom e Luigi Centola. Il primo dei tre è il medesimo autore di una vasta rete di edifici in tutta Italia progettati e realizzati nell’esecuzione dello stile Liberty in Europa; più semplicemente, a Napoli, nel cuore del quartiere di Chiaia tra via Geatano Filangieri e le Rampe Brancaccio suo è il palazzo Mannajuolo ed ancora suo il palazzo Cottrau al Rione Amedeo ed un altro omonimo palazzo alla Salita di Piedigrotta.


La raccolta dei bagni attuata dal piacentino Arata. 

L’attribuzione del complesso termale di Agnano all’architetto Arata è documentato dalla sua presenza in questa zona dal 1907 al 1908.

  • L'architetto Arata fu forse presente sul posto come consulente in studi di fattibilità nonché l’intervento del Liberty sulle antichità romane naturalmente presenti nello scenario urbanistico di Agnano per conto degli imprenditori edili Ricciardi, Mannajuolo e Borrelli, coinvolti tutti e tre con capitali propri in un programma edilizio che rischiò effettivamente il fallimento societario. Nel 1909 gli stessi ingegneri aderiranno assieme ad altri notabili napoletani alla costituzione della Società Terme di Agnano. Il corpo di fabbrica che sta a destra delle due ali ha assorbito dentro di sé le cosiddette Stufe di San Germano, mentre quello che gli sta a sinistra nella costruzione che si è fatta, ha ingoiato i bagni di lusso, disposti tra due file separate da un cortile, mentre non disgiunto sul fondo dell’ala i bagni di seconda classe con linguaggio figurativo più semplice. In effetti l’architetto piacentino riuscì a trattenere in un unico volume architettonico le sorgenti termali di Agnano, le fanghiere ed i locali delle stufe tenendo in conto di minimizzare la presenza del complesso con bassi corpi di fabbrica nel parco del boscoso soggetto a taglio periodico.

La passeggiata alberata installata apposta tra le architetture barocche autoctone son l’elemento di persuasione che inizia con una scalea curvilinea posta all’accoglienza del viaggiatore e si continua attraverso una sequenza lunga di spazi resi significativi per un percorso di terapia:

  • il Salone delle Feste primo e secondo piano,
  • la Galleria delle pitture simboliste illuminata dall’alto,
  • il grande atrio ottagonale
  • ed il tamburo dell’esedra dalla quale sul fondo del viale si vedono i giochi d’acqua della fontana aperta sul fondo del bacino naturale.

Codice classico e stile Liberty delle Terme di Agnano.

  • L’uso espressivo che qui se ne è fatto della pietra bianca sul disegno dei portali interni, specie alle intersezioni tra le travi e le colonne richiamano le opere di fondazioni dei Borrelli, Ricciardi e Mannajuolo con le competenze architettoniche dello stesso Arata nel palazzo di Giustizia Calderini di Roma. Complessivamente l’edificio delle Terme di Agnano è determinato per struttura architettonica da continui richiami agli stilemi del classicismo con reperti del Liberty come i cancelli in ferro battuto e i cementi del Summaruga dalle teste medusee dei capitelli alle fasce vegetali, s’intrecciano con ascendenze vagamente medievali tipiche del linguaggio figurativo di Ulisse Arata come in effetti lo sono i mostruosi mascheroni e le teste d’ariete.


Spazio note

(1) [Liberamente estratto da: *Giulio Ulisse Arata : opera completa / Fabio Mangone. - Napoli : Electa Napoli, c1993. - 192 p. : ill. ; 24 cm. Codice SBN VEA0047713 Sez. Nap. Sesto B 1682 pp 145/147 sulle fonti ARR, AAP e ADN]