Chiesa Gesù Vecchio Napoli

L’incrocio di quest’ultima, stretta tra il palazzo Bux e del Panormita, realizza l’omonima piazzetta, cuore trecentesco della regio Nilensis, e di Spaccanapoli, sulla cosiddetta area degli Alessandrini, laddove si trova alloggiata la Statua del Nilo.
La strada quindi continuando dritta prende da quel punto nome di via Paladino terminante nello slargo innanzi al Collegio medesimo un tempo occupato dalla casa dei Mazzeo d’Afflitto.
La chiesa in particolare, tiene la facciata arretrata di modo da formare uno slargo ad essa prospisciente.
Mentre, più suggestivo è accorgersi che nella veduta Lafrery Dùpèrac del 1566 la chiesa, lo si vede chiaramente, ha la facciata rivolta a sud all’altezza del vico che spunta a Mezzocannone. E altrimenti nel 1606 su progetto del Valeriano se ne muta il sito e l’orientamento di questa chiesa che terminerà nel 1624 e consacrata soltanto nel 1632.
Artisti ed architetti per la realizzazione della chiesa del Gesù Vecchio.
Si presenta a navata unica, rettangolare, coperta a botte, quattro cappelle per lato, abside rettangolare ugualmente e sul presbiterio la cupola finestrata.
- Nel 1700 Giandomenico Vinaccia terminerà la facciata, mentre non è attestato da alcuna fonte ma Dionisio Lazzari potrebbe aver fornito il disegno per il cortile della clausura. Giuseppe Astarita provvedette invece al restauro dell’impianto marmoreo e decorato della chiesa. Al transetto nel 1630 lavorerà Cosimo Fanzago, attivo in questa chiesa almeno fino al 1654 come riferito da Gaetana Cantone e ricordato da Italo Ferraro nell’Atlante Storico di Napoli; lo stesso artista realizzerà per il Gesù Vecchio la cappella sacra a San Francesco Saverio che rivedrà tutto quanto il transetto se non addirittura tutto quanto il volume della chiesa stessa trasformandolo per intero; fu la gloriosa rivisitazione di ciò che avverrà di lì a poco per la monumentale chiesa del Gesù Nuovo nell’omonima piazza.
Gli anni della fondazione.
Si offerse di fondarla il signor Scipione Porzio su proposta già avanzata da Tommaso Filomarino principe della Rocca di contribuire all’opera con 10.000 ducati.
- Lo stesso principe si offerse pure di seguire il disegno di Orazio Turriani, che sostanzialmente modificava il disegno originario del gesuita senese Pietro Provedi, sacerdote con ufficio di Architetto della Provincia napoletana dell’Ordine a partire dal 1613 e fino al 1623 anno della sua morte presso la Casa professa dei Gesuiti. Ma lo stesso disegno del Turriani fu talmente modificato a sua volta che si può dir con certezza che si tratta indubbiamente di un disegno del Provedi stesso. Con l’intervento del vicerè austriaco conte di Daun ed in pieno accordo col vicino monastero di San Marcellino tra i 1718 ed il 1733 si realizzeranno per la prima volta le rampe del Salvatore ed il collegamento dei bracci mancanti tra il Collegio ed il cortile della clausura.
Spazio note
(1) Liberamente estratto da: L'*architetto Giuseppe Valeriano (1542-1596) progettista del collegio napoletano del Gesù Vecchio / Michele Errichetti S. I e da Chiesa del Gesù Vecchio di Napoli di Giancarlo Alisio in Napoli Nobilissima, BNN Per. Ital. 355 fascicolo V e VI settembre e dicembre 1966.Categorie delle Guide
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