Guglia dell’Immacolata a piazza del Gesù Napoli
E’ la Guglia dell’Immacolata Concezione, gigantesco simbolo di devozione mariana posta a piazza del Gesù Nuovo a Napoli1(1bis) nell’epicentro cerchiato dalla fondazione monastica di Santa Chiara e quello conventuale del Gesù Nuovo a Spaccanapoli.E’ l’ultima delle Guglie di Napoli ad esser stata innalzata, ma la più ardita da un punto di vista architettonico(1ter) e la sua base risulta esser la combinazione di più figure geometriche a partire dalla forma a croce che sta alla base.
Quest'ultima interseca un cerchio, e via a via salendo verso l’apice, la mastodontica opera assume forme geometriche sempre più plastiche e a seconda del livello su cui si imposta, si presenta ora in forma conica ora in quella cilindrica.
Il rivestimento marmoreo è riconosciuto in marmo bardiglio e bianco di Carrara su tutti e due i prospetti, rispettivamente lungo il fronte principale in asse alla posizione frontale della Vergine e lungo uno dei quattro cantonali. Le volute alla base dell’opera, sono simili alle volute degli Splendori di San Gennaro, all’interno dell’omonima cappella al duomo di Napoli.
Descrizione della Guglia dell'Immacolata.
I primi scavi del fosso, che accoglie l’imponente muratura in conci di tufo, furono avviati nel 1746.
- E’ una costruzione marmorea piramidale, di forma allungata, con le fondamenta innervate nel sottosuolo, laddove un tempo, Lorenzo Vaccaro vi ebbe fatta collocare il monumento equestre tutto completamente in bronzo dedicato a Filippo V, a ricordo della visita del re a Napoli nel 1702 poi distrutto cinque anni dopo dalle truppe austriache insediatesi in città. Ampiamente allestito in verticale ove abbondano esuberanti scenografie, il manufatto, fin dal suo esordio, è stato utilizzato a fini propagandistici dalla committenza gesuitica per onorare la Gloria del dogma di Maria l’Immacolata Concezione, protettrice della Monarchia di Spagna, commessa in territorio pubblico già cardine dell’insula conventuale dei Gesuiti napoletani e fatta erigere nello spazio che attualmente occupa in occasione di alloggiarvi la statua della Vergine in argento prezioso, posta in un primo momento nella cappella maggiore della chiesa stessa del Gesù ed un primo abbozzo di guglia fu già eretto nel cortile dell’educandato gesuita a Materdei. Al di sotto il basamento continua con tre salti di quota a sprofondare per 8 metri, adagiandosi su di una falda tufacea che ben resiste allo schiacciamento della massa muraria in superficie.
I cinque livelli della Guglia dell'Immacolata.
- La prima fase di costruzione della guglia tutta in tufo giallo e solo qualche tratto in mattoni venne avviata tutt’attorno ad un vano interno al monumento rimasto vuoto come una camera d’aria, collegata con l’esterno attraverso una fittissima rete di cunicoli per il passaggio d’aria, di cui oggi gli sbocchi son stati individuati in corrispondenza di ciascuna delle quattro volute del primo livello dove si trovano quattro coppie di puttini con gli emblemi dell’Immacolata, di difficile attribuzione sia al Bottiglieri come al Pagano anche per le manomissioni in forza di interventi di restauro.
- Al secondo livello corrispondono quattro santi gesuiti, ovvero Sant’Ignazio di Loyola e San Francesco Saverio eseguite dallo stesso Bottiglieri il 23 luglio del 1752, mentre San Francesco Regis e San Francesco Borgia da Francesco Pagano per 1200 ducati, e , altri quattro puttini al terzo livello.
- Al quarto verso l’apice dell’obelisco dell’Immacolata, due ovali contornati di decorazioni accolgono i mezzi busti aggettanti di San Luigi Gonzaga e San Stanislao Kotska santi ritratti anche nella chiesa di San Ferdinando di Palazzo a piazza Trieste e Trento. L’insieme plastico e decorativo è concepito per rivestire la guglia di un carattere unitario a partire dai rosoni in ghirlanda e dai panni stretti tra i denti di un leone nel basamento fino ai cartocci del primo livello e diversi particolari festoni di fiori e frutta che corrono lungo tutto il corpo dell’opera
- Al quinto ed ultimo livello sta installata la bellissima statua in argento della Vergine.
Storia e vicende legate alla sua costruzione.
La prima pietra venne posta la notte del 7 dicembre del 1747 e le statue che oggi rivestono l’obelisco fino al 1748 erano tutte in stucco.
- Per l’intero complesso scultoreo delle stesse statue in marmo vennero ingaggiati Matteo Bottiglieri e Francesco Pagano, messi ad ubbidire allo spirito nuovo del maestro Domenico Antonio Vaccaro solo alla metà di quello stesso anno giusto per non aderire per l’affermato simbolo del potere gesuita alla volontà del nunzio Gualtieri, che invece ebbe in pensiero di favorire per la realizzazione delle sculture sull’opera un’architetto di Roma suggerito dal Segretario di Stato. Il basamento è profondo e largo ed i piani superiori son sempre più degradanti verso la cima culminata dalla gran statua della Madonna, interrotta più volte da angioletti che reggono i simboli dell’Immacolata ed infine i misteri rappresentanti i quattro episodi fondamentali della vita della Vergine Maria2. Venne eretta per volere del gesuita padre Francesco Pepe nel cuore del centro storico di Napoli, ad 84 palmi napoletani dal palazzo Pignatelli di Monteleone3. L’attuale versione della guglia riprende fortemente l’aspetto complessivo dei carri di Pompeo Battaglino, a cui dovette senza dubbio ispirarsi il suo progettista Giuseppe Genuino, che della guglia non ne fece che solo il disegno, mentre la direzione dei lavori per innalzare l’obelisco venne affidata a Giuseppe Di Fiore, aiutato dall’architetto gesuita Filippo D’Amato tra i più fiorenti architetti dell’Italia governata da Carlo III subito dopo Vanvitelli e Fuga ed un perito direttore di fabbrica dovette essersi occupato della gestione del cantiere anche mastro Carlo Schisano. Seppur sia chiaro oltre che evidente che i radicati e maturati modelli seicenteschi di Cosimo dei Fanzago, Lorenzo Vaccaro, Giuseppe Astarita, fino alle scioltezze del rococò di Domenico Antonio Vaccaro rivivono assorbite proprio nella guglia dell’Immacolata Concezione, inusitato esempio d’opera a metà tra la scultura e l’architettura, che per concetto fa brillantemente da ponte dalle fleches fiammeggianti del gotico all’ornamentazione errabonda e satura del tardo barocco.
Spazio note
(1) Le *guglie di Napoli : storia e restauro / Gaia Salvatori, Corrado Menzione ; introduzione di Ferdinando Bologna. - [Napoli] : Electa Napoli, stampa 1985. - 134 p. : ill. ; 28 cm. ISBN 8843512323 BNI 89-6751(1bis) Unica necessaria condizione per cui proprio in città contro le ostilità delle forze nuove, tipo ad esempio i filosofi moderati moderni della schiera di Locke, Bayle, Newton, Wolff, e gli esponenti dell’Illuminismo più radicale, rappresentato dai seguaci di Spinoza e dai deisti inglesi, i Gesuiti in prima linea promuoveranno il dogma dell’immacolata Concezione innalzando a piazza del Gesù Nuovo l’obelisco dell’Immacolata, a San Domenico Maggiore, i Domenicani faranno altrettanto con la Guglia di proprietà, ed infine, la Diocesi contribuisce alla difesa della Religione Rivelata rielaborando le dottrine apologetiche estratte dal ciclo liturgico del Sangue di San Gennaro che si scoglie in presenza delle Ossa del Martire contenute nella cavità del Busto, fatto traslare in processione liturgica messa e registro ed autorizzata anche dal re medesimo, ostentando più arditamente durante la solennità di San Gennaro il 19 settembre, il 16 dicembre in ricordo perenne dell’eruzione del Vesuvio datata 1631 le Ampolle del Sangue per le chiese del circuito durante l’ottavario di maggio o semplicemente, durante la festa dell’Inghirlandata. Rielaborazione di: Lettera apologetica dell’Esercitato accademica della Crusca contenente la difesa del libro intitolato: lettera di una peruviana per rispetto della supposizione dei Quipu scritta dalla Duchessa di S**** e dalla medesima fatta pubblicare. In Napoli, MDCCL; il manoscritto originario della lettera apologetica, fu esposto per la prima volta assieme a tutte le altre edizioni postume alla Mostra del Libro antico di Milano, 14-16 marzo 2008 a cura della libreria antiquaria Philobyblon di Milano e Roma. Così scritto in nota 1 pagina 157 di Mario Bocola, Capuana e Di Sangro tra ismi e alchimie. La critica militante di Luigi Capuana e l’esoterismo di Raimondo di Sangro principe di San Severo, Napoli 2008 edizioni Esseditrice, BNN distribuzione 2008 A 1445.
(1ter) Così trovato scritto G. G Borrelli, Domenico Antonio Vaccaro autore di modelli per argenti, in ”Antologia delle Belle Arti”,21-22, 1984, pagg. 127-135 ed R. Mormone, La Scultura (1734-1800), in Storia di Napoli, vol. VIII, Cava dei Tirreni, 1971, pagg 551-606 (spec. Pag 561-564) nota 2 a pagina 236 di Napoli Nobilissima: rivista di topografia ed arte napoletana. BNN Sezione Napoletana. Collocazione: Per. 40 anno 2011, pagina 213. L'altra Guglia più vicina ad essa è la Guglia dei Predicatori in piazza San Domenico Maggiore
(2) Ed ovvero: l'Annunciazione, la Nascita della Vergine, la Presentazione al Tempio (o la Purificazione) e l'Assunzione (o Coronazione di Maria della SS Trinità)
(3) [Della guglia sostituita al monumento equestre ne parlano: *Memorie storiche della citta di Napoli / Francesco Ceva Grimaldi. - Bologna : A. Forni, 1976. - 806, LXVIII p. ; 21 cm + 1 tav. ((Facs. dell' ed.: Napoli, 1857. - 300 esempl. BNI 779286 Collana Biblioteca istorica della antica e nuova Italia Autore Ceva Grimaldi, Francesco Soggettario Firenze Napoli - Storia Luogo pubblicazione Bologna Editori A. Forni Anno pubblicazione 1976 - 1859
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