Pallonetto a Santa Chiara Napoli

Già nota agli studiosi dell’Ottocento come del Novecento, la funzione cimiteriale del sito di Santa Chiara a Spaccanapoli1, riferibile al III secolo a.C, venne confermato dal rinvenimento nell’area del monastero delle Clarisse, a piazza del Gesù Nuovo, al di sotto dei locali della cucina di una volta, di una cappella funeraria lavorata a riquadri con malta durissima, tipico delle costruzioni dell’età imperiale romana. La recinzione orientale del complesso monastico confina con la cortina muraria che stingeva più ad ovest il vallone dove oggi trovano sede gli edifici di via Mezzocannone

Il cambio destinazione d’uso della vastissima area oggi occupata dal gigantesco immobile e dalle recinzioni, avverrà a partire dal I secolo d.C., confermato dalla scoperta in zona Borgo al Cerriglio nel 1983 di un’abitazione di residenza con relativa struttura termale di proprietà.
La scoperta ancora di un’altra abitazione con bagno termale nell’area tra piazza Borsa e via del Sedile di Porto estesa addirittura fino a via Guglielmo Sanfelice confermerebbe l’ipotesi assai suggestiva, che quest’area, ancor prima che fosse divenuto esclusivo dominio dei Minori napoletani fosse stato un quartiere termale terrazzato, a mezza strada tra porto Megaride ed il Foro di San Lorenzo Maggiore.


L'orografia antichissima dei luoghi di Santa Chiara.

L’area è ancora termale fino al II e anche il III secolo d.C., confermate dalle iscrizioni lapidarie onorate nel nome dei senatori Anicio Auchenio Basso e Nicomaco Flaviano.

  • Allorquando venne inglobata nel perimetro murario della città fatto costruire dal Valentiniano III nel 440 d.C., contro l’avvicinarsi sempre più minaccioso dei Goti, l’uso delle terme sparirà lentamente ma comunque non oltre i cento anni, in luogo di un riutilizzo dell’area come orto. Il tracciato resterà pressocchè identico rispetto alle fondazioni tardo antiche e alla sistemazione ducale di tutta quanta la zona. Tutto quanto l’impianto di Santa Chiara Vergine è collocato su pendio dolce, lungo l’arteria orografia oggi l’antico segno del vallone urbanizzato dalle strutture di via Sant’Anna dei Lombardi e via di Monteoliveto. Zona questa che gravita tutta quanta a sud verso l’area portuale stretta tra la chiesa di San Pietro Martire e piazza del Municipio, il vicinissimo centro di via Partenope in direzione di Fuorigrotta ed i Campi Flegrei. La viabilità riferita a Santa Chiara Vergine è data dalla struttura a scacchiera del Pallonetto, all’interno della quale, furono rinvenute tombe a cassa di tufo giallo napoletano, di datazione vicina al IV secolo a.C., aggiunte alle sepolture scoperte più a sud tra l’area di Santa Maria dell’Aiuto e Santa Maria La Nova, laddove le tombe sono a cassa di tufo di età greca, all’interno di un ipogeo dipinto pur’esso nel IV secolo a.C.


Spazio note

(1) Liberamente estratto da: Monastero di Santa Chiara Guioda Electa Napoli a cura di Annalisa Alabisio BNN SEZ NAP VI B 1625