Il Territorio vesuviano e le sue ville

Furono così recuperate vaste aree agricole, avviando la civiltà delle Ville moderne su tutto il tracciato vesuviano, conferendo a vaste parti del territorio l'aspetto urbano che ha mantenuto per quattrocento anni.
Prima sparse un po' ovunque, spesso al centro di masserie fortificate, poi sempre più presenti in gran numero sui lotti di terra vicini al mare, infine in gran parte gravitanti attorno alla Reggia di Portici3, le ville hanno segnato il territorio, ne hanno modificato irrimediabilmente in alcuni casi l'orografia dei luoghi, influenzando non poco la toponomastica4.
La concezione secentesca della proprietà fondiaria in considerazioni di condizioni climatiche poco avverse al suolo naturalmente fertile del Vesuvio, hanno contribuito allo sviluppo di agricoltura intensiva, determinando un generale miglioramento delle condizioni di vita con conseguente formazioni di insediamenti non rurali a connotazione colta e di stampo cittadino.
L'avvento delle ville masserie ha sostanzialmente modificato anche l'organizzazione degli spazi in funzione dell'edilizia di rango: è nota la sosta di Carlo V alla villa Leucopetra edificata sulla via che da Portici conduce a San Giovanni a Teduccio, l'ospitalità data alla regina d'Ungheria presso al villa Bisignano a Barra5 pur tuttavia mantenendo un carattere storico saldamente agganciato all'architettura romana di Pompei; ed infine si ricordano la villa Favorita ad Ercolano, la Villa De Gregorio di Sant'Elia poi detta anche villa Giulia, la Villa dei Prota a Torre del Greco ed il casino e Villa Pignatelli Monteleone a Barra.
La costruzione delle Ville vesuviane privilegerà la composizione ad asse rettilineo, una dilatazione all'infinito degli spazi barocchi, estratta dallo stile del Sanfelice a Napoli di ricavare un passaggio al giardino da uno sfondamento della parete del cortile, opera questa che editerà per la villa La Favorita, la villa Menna, villa Teresa, l'ex villa di Guardiamarina, villa Campolieto e nella villa Prota, in direzione del Vesuvio come nella villa Ruggiero, nella villa Aprile, nella villa del Cardinale e nella villa Bifulco6.
Il territorio vesuviano è originato dal sistema urbano tracciato dalle ville inscindibili dai loro giardini mai realizzati in maniera casuale, fatti pendere dalle colline in disgressione sul mare, esitati in un immenso progetto architettonico dentro il quale riuscirono a trovare armonia le ultime forme plastiche di fare abitazione in villa ed in funzioni delle dimensioni degli spazi da occupare; le forme dei giardini erano sinuose con costante presenza degli aromi e delle fragranze ne hanno connotato un malizioso e godibile tocco di sensualità7.
Spazio note
(1)[Liberamente estratto da: Università degli Studi di Napoli “Federico II “ anno accademico 2006-2007 Dottorato di Ricerca in Storia dell’Architettura e della Città XVIII ciclo Coordinatore: Ch.mo prof. Arch. Francesco Starace. Nella discussione si è fatto riferimento ai seguenti elementi bibliografici: G. FIENGO, Gioffredo e Vanvitelli nei palazzi dei Casacalenda, Napoli 1976. N. SPINOSA, Affreschi nelle Ville Vesuviane del Settecento, in "Antologia di Belle Arti",n. 1, 1977, p. 97 e segg. . V. FRATICELLI , Napoli, 1993 AA. VV., Napoli 1804 - I Siti Reali , la città, i Casali nelle piante di Luigi Marchese, Napoli, 1990. F. STARACE, L’ambiente europeo ed il giardino inglese della Reggia di Caserta, in AA. VV., “Il disegno di architettura”, Napoli, 1993](2) [ G. M. MECATTI , Racconto storico- filosofico del Vesuvio, Napoli, 1752.]
(3) [M. NOCERINO , La Real Villa di Portici, Napoli, 1787.]
(4) [ C. DE SETA, L. DI MAURO, M. PERONE, Ville Vesuviane, Milano, 1980.]
ù(5) [ G. FIENGO, Organizzazione e Produzione edilizia a Napoli all'avvento di Carlo di Borbone, Napoli, 1983. ]
(6) [M. DE CUNZO, Le Ville Vesuviane, in “Civiltà del '700 a Napoli”, Catalogo della mostra, vol. I, Firenze 1979/80]
(7) [R. PANE, G. ALISIO, P. DI MONDA, L. SANTORO, A. VENDITTI, Ville Vesuviane del Settecento, Napoli, 1959]
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