Palazzo delle Poste a Napoli

Fu perfettamente riadattato dalla versione non ufficiale di un disegno che inizialmente aveva previsto l’uso massivo di archi, colonne e lesene, poi riqualificato secondo lo schema che attualmente lo edita.
Si presenta con fronte parabolico ed uno scuro basamento che sorregge le masse chiare dei piani superiori con una pensilina di copertura apparentemente distaccata dal corpo di fabbrica.
Ad esaltare il processo di bellezza architettonica di squisito gusto fascista, il grandioso portale sul fronte, occupato all’interno dalla Statua della Vittoria, opera dell’artista Arturo Martini. L'immobile è l'epilogo dei successi considerati sia belli che brutti ottenuti durante la gestione dell’Alto Commissariato fascista di Pietro Baratono, grazie al quale, ci si accorderà di allargare di tre metri non oltre via Monteoliveto. Mentre la gradonata "arrancata" sulla piccola quota di piazza Giacomo Matteotti è conseguenza di un dislivello apportato alla stessa piazza e l'eliminazione del raddoppio delle tre arcate previste per i due ingressi al chiostro.
Descrizione del palazzo delle Poste a Napoli.
La facciata è un'impaginazione chiara, elegante, spoglia di frontoni e colonne. Conci agli spigoli arrotondati del portale d'ingresso e le cornici immesse forzatamente negli archi sotto vistose mensole e sopra l'arcone centrale.
- Ma più in generale, la facciata del Palazzo insiste con un andamento curvo, che riesce a mantener fuori dalla competizione tutti gli altri edifici preesistenti. Collocato su tre fronti di alto livello urbano, due preesistenti occupati dal chiostro e dalle propaggini della caserma Pastrengo, ed infine un terzo destinato inizialmente all'edificio dell'INA in piazza Carità contestualizzato dal centro compositivo del Palazzo posto al di sopra di un'ampio basamento gradinato. Le finestre dei due piani superiori son state intagliate senza cornici direttamente nel blocco di pietra. E' stato costruito con criterio di composizione che ha sottomesso buona parte del tessuto urbano al centro del quale è stato collocato l'immobile, aspirando alla simmetria sull'asse ingresso-piazza ed il cortiletto irregolare alla sua sinistra è ciò che resta di uno spazio preesistente aperto a campana, uguale e simmetrico al cortile di destra che non potendo esser disteso è stato soppresso per lasciar posto al chiostro secentesco utilizzato come ingresso laterale dei Carabinieri.
Storia breve della costruzione del palazzo delle Poste.
Il concorso relativo alla sua costruzione fu bandito4 prima ancora che fosse approvata nell'agosto dello stesso anno in cui fu approvata la variante al piano di bonifica.
- In seguito alla quale parecchia dell'area già urbanizzata dalle architetture olivetane venne stravolta unitamente all'assetto planimetrico di gran parte della Corsea a Sud di via Toledo. Ottenendosi così un prospetto tipico del centro direzionale a partire dal palazzo degli Uffici della Provincia, il palazzo degli Uffici Finanziari ed il Palazzo Troise. L'opera mastodontica abbraccia le due varianti del Rione Carità, lato Monte al cospetto dell'edifico dell'INA di fronte al Palazzo Mastellone di piazza Carità, il prospetto centrale con facciata curvilinea sporge la cortina su piazza Matteotti agganciato a Via Armando Diaz. L'isolato previsto per il palazzo delle Poste a Napoli ha confini spezzati più volte interrotti e ripresi specie ad angolo di via Monteoliveto ove fu previsto spazio dedicato ad un loggiato cinquecentesco e nei due tratti di accesso al chiostro-piazza le tre arcate corrispondenti all'ex monastero degli Olivetani di Sant'Anna dei Lombardi, vengono raddoppiate. L'andamento delle vie ad esso prospicienti ed il piazzale antistante alle Palazzo delle Poste sono stati conformati all'orografia originaria del settore del nuovo centro direzionale collocato sulla città vecchia da Giuseppe Vaccaro che supererà il I grado affiancato da Gino Franzi nel II con disegni che in entrambe i gradi ed in conclusione premiato con l'incarico assegnato dal Consiglio dell'Amministratore delle Poste e Telegrafi nel maggio del 1930. Il fronte su via Monteoliveto, liberato della cortina cinquecentesca, venne assunto nel progetto di nuova formazione dell'asse agganciato a via Sant'Anna dei Lombardi in direzione del Palazzo Doria D'Angri. Il loggiato a tre ordini sul posto assegnatogli solo per compensazione, usato come misura del colore del marmo scuro di Baveno, con basamento virtuale, del tutto straniato, fuor delle misure di un cortile schiacciato dalla mole e dalla massa dell'edifico nuovo. E con questo, vennero di fatto non raccolte le istruzioni comprese nel bando, ovvero di assumersi l'onere di costruire pezzi di città nuova sul tessuto antico, tracciato sulle innervate fondazioni aragonesi; piuttosto il Palazzo delle Poste sorse come nuovo nell'accezione di nuovo come valore esclusivo.
Spazio note
(1) Estratto da: [5]: Quartieri Spagnoli e Rione Carità di Napoli / Italo Ferraro. - Napoli : Oikos, [2007]. - CIV, 551 p. : ill. ; 31 cm. ISBN 9788890147807 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 5 Autore Ferraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI - Rioni e quartieri - Urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Oikos Anno pubblicazione 2007 e da: Archivio di Stato di Napoli(2) "Il palazzo delle poste, indicarono gli ingegneri a Benito Mussolini presente sul cantiere in una sua visita privata a sorpresa nel 1939, parlerà direttamente al popolo del suo grandioso progetto di romanità su tutta quanta la città di Napoli. Il suo ampio respiro ed il suo lirico slancio racconterà dell’anima mediterranea che fa vivere e persistere il fascismo a Napoli". Quando la stampa locale diffuse il plastico del palazzo delle Poste ed i disegni del nuovo rione che lo stesso doveva rendere ampiamente famoso, però, date lo ostilità ataviche dell’architettura napoletana a qualsiasi tipo di regime, al palazzo fu appioppato l’appellativo di "O’ Casatiello", un alias che gli rimase addosso per lungo tempo. Così trovato scritto in: Palazzo Troise al Grattacielo a pagina 35 di *Mussolini e le opere napoletane del Ventennio / Giuseppe Basadonna. - Napoli : A. Berisio, ?1980?. - 126 p. ; 21 cm . Codice SBN SBL0631596 BNI 821840.
(2bis) Dichiarato da Benedetto Gravagnuolo: Il palazzo delle Poste è collocato all’interno di un contesto di città delicato oltremodo da un punto di vista urbanistico e anche politico. L’opera fascista è riuscita egregiamente a riscattare questa porzione di territorio che gli urbanisti del XX secolo consideravano insipiente, come un elemento tangibile del fallimento dell’ultimo dei piani di zona studiati dal governo del Re. Ed in effetti, lo stesso palazzo delle Poste, risponde gradevolmente alla complessa questione urbana di una zona di Napoli ancora vuota di un linguaggio architettonico semantico al pari della modernissima architettura installata nella distesa di Fuorigrotta. Così trovato scritto a pagina 175 di Pasquale Belfiore e Benedetto Gravagnuolo in Napoli, architettura ed urbanistica del Novecento, Premessa di Mario De Cunzo, prefazione di Renato De Fusco. Editori La Terza, 1994 alla BNN S.C., ARTE B 495/ter
(3) Giuseppe Vaccaro : moderno e contemporaneo : 17 aprile-30 maggio 2002, Napoli, Palazzo reale. - [S. l. : s. n., 2002?] (Napoli : Arte tipografica). - [6] c. : ill. ; 20 cm. ((Tit. della cop. - Sulla cop.: Ministero per i Beni e le attivita culturali, Direzione generale per l'architettura e l'arte contemporanee. Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio di Napoli e Provincia, Archivio Vaccaro. Codice SBN NAP0281373
(3bis) ”Nel procedere dello studio sono stato portato a modificare l’aspetto del palazzo , indirizzandomi verso forme di architetture schiettamente molto più attuali, nelle quali, ho profonda fede che l’Italia dovrà vigorosamente affermarsi. “ Lettera di Giuseppe Vaccaro, 24 gennaio del 1932, Archivio Centrale di Stato, Atti della Presidenza del Consiglio, vol 1931-1933, f. 1/1-3, numero 4160
(4) [Dal ministero delle Comunicazione, il 28 aprile del 1928, istituito nel 1924 col compito di realizzate le opere di fondazioni a cavallo delle due Guerre specie per gli edifici di pubblico interesse e di trasporto cose e persone come Stazioni ferroviarie e Palazzi per le Poste] nell'aprile del 1928[Il Progetto è ampiamente documentato dalla Cislaghi. La commissione venne formata da Gustavo Giovannoni, Presidente della Commissione del PR.G., Gino Chierici soprintandente dell'Arte Medievale e Moderna della Regione e da Carlo Laneri, Giuseppe Boni, Mario Folinea, Angelo Marroni; gallery id 36]
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