Salita Capodimonte Napoli

Ed ovvero ciò che è stato fin dai tempi remoti un alveo per acqua piovana, una sorta di condotta scavata più o meno in trincea dalle lave.
Ampliato e sostanzialmente modificato per l’azione dell’uomo, oggi segna il limite orientale della zona dei Vergini.
Un piano contestuale geomorfologico che nella città di Napoli, relativamente ai comparti urbani sul confine fisico delle colline, ha condizionato per intero l’orografia dei luoghi ad esso confinanti:
L’intervento di modifica strutturale del comparto deve farsi risalire tra i due secoli più produttivi per l’edilizia del rango napoletano: il Seicento ed il Settecento.
Orografia e toponomastica dei luoghi di Santa Maria del Presepe a Napoli.
Il comparto risulta quasi per intero libero da costruzioni sulla mappa topografica di Napoli di Alessandro Baratta del 1629, mentre è chiaramente visibile lo scavo nel tufo che diverrà poi l’attuale Salita di Capodimonte.
- Ed ancora, sulle mappe antiche in altezza rispetto alla strada, la salita la si osserva adagiata su di un piccolo pianoro disteso, si occupata da una costruzione, riferibile più che certamente al piccolo complesso religioso di Santa Maria del Presepe da cui prende anche il nome, tutto il comparto, giustificato per la presenza nell’anzidetta chiesa di un presepe nella prima cappella a sinistra, opera dello scultore Ottaviano2.
- A differenza della prima, nella pianta del Duca di Noja, invece sono ben descritti i luoghi che rimarranno pressocchè gli stessi fino ad oggi, eccezion fatta per il fronte che guarda al bosco di Capodimonte, con grandi spazi aperti drasticamente ridotti alla fine del XVII secolo per le costruzioni edificate sul posto con ottenuta la massima saturazione durante tutto l’Ottocento. Santa Maria del Presepe è tale, da essersi formata in ragione della sua vicinanza fisica alla roccia del monte dal quale pende per minima parte ed arranca su di esso con la strada centrale del comparto, che, al suo interno è stato capace di generare, dal fondovalle all’apice, tre diversi insediamenti edilizi, il più grande e significativo di tutti e tre è proprio il collegio serafico dei Minori di San Pietro ad Aram.
- La Salita Capodimonte, diventa più suggestiva, tipica e pittoresca nel tratto serrato tra gli affioramenti del tufo, laddove, una particolare tipo di edilizia sfrutta la ripida essenza del costone tufaceo per ricavarci in qualche caso letteralmente scavarci nella sostanza le abitazioni per i residenti per i primi due piani fuori terra con scale d’accesso ripidissime, essenziali per costituire un caso unico nel tessuto urbano antico di ciò che effettivamente però, risulta esser soltanto la somma di numero considerevole di manovre di sistemazione relativamente moderne. Vi sono anche classici esempi di architettura letteralmente strappata al repertorio dell’architetto Sanfelice, specie nelle facciate con bugne a punta di diamante, allo stesso modo di quanto è invece accaduto col piperno per ingigantire ed impreziosire la facciata della chiesa dei Gesuiti a piazza del Gesù Nuovo. Esiste in questo comparto urbano il vico Tronari, sulla pianta del Duca di Noja detta via di Centagrada, e dai napoletani meglio nota come il Monte dei Cristallini, sede delle più antiche fabbriche di fuochi d’artificio in città, da cui, appunto l’appellativo di tronari dalla storpiatura napoletana per indicare tuoni.
Descrizione minima del complesso di Santa Maria del Presepe.
Il complesso di Santa Maria del Presepe è un corpo di fabbrica a pianta rettangolare, corrispondente al convento minoritico acquistato da questi ultimi solo nel 1885, all’indomani dell’insediamento francescano anche del Rione della Sanità, il polo religioso di San Severo fuori le Mura ed il complesso del Monacone.
- Precedentemente il complesso religioso con affaccio sulla città distesa, fu di pertinenza dei Gesuiti almeno fino al 1767, e dell’attività dei religiosi medesimi, e la conseguente superfetazione dell’ambiente, oggi non v’è più traccia; dopo di che, fu lasciato in stato di abbandono ed assediato da occupanti abusivi, che, in vero lo riportarono ad una situazione originaria. Fino al 1991, data di stampa del documento di analisi condotto dagli studiosi sul complesso religioso, si sa che lo stesso appartenne ”all’Istituto delle Piccole Ancelle di Cristo Re”. L’immobile sacro, è anticipato dall’ingresso con scala, ed un ambulacro coperto a vela; pianta regolare con sviluppo senza alcuna irregolarità in longitudine fino al presbiterio absidato, lievemente sviluppato in lunghezza rispetto alla copertura originaria, che resta volta a padiglione con affrescature.
Spazio note
(1) Estratto da i testi di Ornella Zerlenga, Santa Maria del Presepe, ultimo polo monumentale sulla vecchia strada per Capodimonte in Il *Borgo dei Vergini : Storia e struttura urbana / a cura di Alfredo Buccaro; prefazione di Giancarlo Alisio. - Napoli : CUEN, [1991]. - 388 p. : ill. ; 24x22 cm. Codice SBN NAP0007472 ISBN 8872951011 Collana Architettura e città; 3 BNN sez. nap. VII B 1592 pagg. 179-181(2) *Storia della Minoritica Provincia Napoletana di S. Pietro ad Aram / Cirillo Caterino. - Napoli: N. Jovene. - v. ; 24 cm Codice SBN NAP0029853 Contiene 3 Monografie
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