Palazzo degli Uffici Finanziari a Napoli

E’ il palazzo delle Finanze a Napoli¹ in Via Armando Diaz, per buona parte dirimpettaio del palazzo Chiaromonte.

Sta a ridosso del lotto di fabbricazione quattrocentesca, sul quale, oltre a prendere posto il palazzo degli Uffici della Provincia, il Palazzo della Questura e l’Ex Casa del Mutilato, venne edificata e poi abbattuta la scomparsa chiesa e monastero di San Tommaso d’Aquino. Più a nord del Palazzo Ottaviano a San Giuseppe oggi occupato dall’edifico detto Palazzo Troise.

Fu realizzato da Marcello Canino nel 1937, quattro anni più tardi rispetto alla data di assegnazione del concorso vinto sugli appalti.

• Forma planimetrica con galleria al piano terra corrispondente alla porta carraia, copertura piana di forma schiacciata, misure da garage, stesso sistema al piano superiore retta da enormi pile rivestite da blocchi di travertino che sfuggono trasversalmente all’infuori, orientamento in forza di una giacitura data da un improbabile fiume². Il sistema della galleria interna all’edifico che attraversa tutto quanto il corpo di fabbrica compreso tra le due scale si ripete anche al piano superiore. Distribuzione in due cortili di pari larghezza agganciati tra loro, nel cortile detto minore due belle scale a chiocciola sono l’unico elemento formale per uno spazio lasciato alla sua stessa funzione, il tutto compreso nelle indicazioni messe a bando. Mentre è certo che la irregolare forma del lotto è significativo di un capriccio non giustificato da esigenze planimetriche. I due cortili permettono all’autore la composizione di due blocchi affiancati che sui lati darebbero la falsa idea d’esser comunque separati da un forzatura stilistica data da facciate arricchite da decorazioni verticali, una specie di brise soleil di pietra con schermi sulle scale arretrate dal filo stradale. L’edificio degli uffici finanziari di Napoli, pur essendo disegnato, evocandolo di fatto nega l’attraversamento longitudinale. La forma curva dell’edifico su via Cesare Battisti non ha alcun senso architettonico, puro plasticismo personale all’autore del progetto di fondazione del medesimo edificio, geometria del tutto priva di una ragione fisica di assomigliare palesemente ad un abside. Piuttosto significativa di un senso del bello e dell’estetica architettonica è l’atrio aperto su via Diaz in due corpi in scala simmetrici, con ballatoi dietro la curva parete traforata ed ampie vetrate. Le rampe, a pianta triangolare, avvolte da tubi in pasta di vetro perennemente illuminati, attraversano tutto l’edificio in verticale, oltre alla bella idea di una controparete in vetro sul primo cortile e corte rampe con sfere di pietra. Straordinaria per la sua progettazione e realizzazione è la tessitura dei laterizi dell’esterno.

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Spazio note

_{(1) Estratto da: [5]: Quartieri Spagnoli e Rione Carità di Napoli / Italo Ferraro. – Napoli : Oikos, [2007]. – CIV, 551 p. : ill. ; 31 cm. ISBN 9788890147807 Fa parte di Napoli : atlante della città storica , 5 Autore Ferraro, Italo Soggettario Firenze NAPOLI – Rioni e quartieri – Urbanistica Luogo pubblicazione Napoli Editori Oikos Anno pubblicazione 2007 e da: Archivio di Stato di Napoli
(2) [G Frediani, Marcello Canino ed il Rinnovamento della Tradizione.Il Palazzo degli Uffici Finanziari a Napoli in Napoli, “Ar.Q” n°3, Napoli 1990 a pag. 48]}