Camera della Sommaria a Napoli

Per Camera della Sommaria deve qui intendersi la documentazione angioina compilata in “Atti di Governo”, sostanzialmente acquisita e modificata a partire dall'opera di Alfonso I d’Aragona, primariamente affiancando al Gran Cancelliere, che la presiedeva, un Consiglio dei Reggenti.
- Mutando poi la classificazione del materiale documentario, assieme alla formulazione e la prima spedizione degli atti, il Segretario della Cancelleria, in epoca aragonese, divenne figura di primo piano: egli dettava e scriveva di suo pugno l’ordine sovrano, finendo via a via per sostituire il Cancelliere.
- Suggestivo, oltreché tragico, ricordare i danni che la Cancelleria ha subito a partire dalle impostazioni aragonesi, in gravi e ripetute perdite, la prima delle quali, durante le sollevazioni popolari di Masaniello, quando il Palazzo del duca di Caivano, allora Segretario del Regno, venne assediato dai rivoltosi, saccheggiato e devastato, dato alle fiamme, qualche giorno dopo aver dato a fuoco anche la chiesa di Santa Marta a Spaccanapoli. Quattro anni più tardi, nella congiura del principe di Macchia, altro materiale andò perduto irrimediabile ed infine distrutto quasi totalmente durante i bombardamenti napoletani del 1943.
Classificazione primaria dei registri superstiti presso il fondo Regia Camera della Sommaria.
I registri superstiti sono:
- il Privilegiorum 1452-1495;
- la Iustitiae solo un frammento 1489-1492.
- Alcuni pezzi della Cancelleria del viceré di Calabria (1422, 1451- 1452).
L’archivio, affidato ad un luogotenente del Gran Camerario, fu sostenuto da presidenti togati e da presidenti breviorìs togae. Uno dei massimi presidenti fu il fondatore dell’onnipotente famiglia dei banchieri Miroballo, oltre ad esser stato proprietario delle città di Lettere, alcune terre a Grangnano, Pimonte, Positano ed Angri, ed oggi ricordato nel pregevolissino altare Miroballo alla chiesa di San Giovanni a Carbonara.
Regia Camera della Sommaria Composto dalle raccolte sotto la voce di:
- Segreteria,
- Ruote,
- Materia Feudale,
- Patrimonio,
- Procedure Giudiziare,
- Dipendenze della Sommaria.
Per un totale di 29.000 volumi e fasci comprensivi di documenti datati nel lungo periodo tra il 1386 fino al 1819.
Storia breve della Camera della Sommaria.
La Camera fu anche presieduta, talvolta, da avvocati ed un procuratore fiscale, venne costituito da Alfonso I d’Aragona nel 1444 riunendo in un sol organico complesso cartaceo la curia magistrorum rationalium oltre a tutto il documentario sui presidenti della Camera dei Conti della quale oggi giunge intatto il più antico documento conservato nell’archivio della Sommaria datato 1386.
- Alla prima ruota degli avvocati e del procuratore, nel 1596 Filippo II ne aggiunse ancora un’altra con attribuzione in materia di conti, imposte ed arredamenti; nel 1637 Filippo IV ne creò una terza onde ascrivere competenza agli stati discussi delle università e del primo autentico vero catasto. Il Fondo della Sommaria trattò degli affari di finanza dello Stato d’allora, le cause espletate tra gli attori e i convenuti ed i trattati quasi segreti delle Università che intesero tutelare l’Archivio medesimo dagli interessi baronali; ebbe la competenza nelle successioni dei feudi e le loro rinunce, esercitò funzioni consultive in materia di finanza e trattamento dei dati relativi alle gabelle mediante le relazioni scritte, registrate ed oggi raccolte sottovoce consulte, rescritti questi che giravano al re sovrano l’ultima decisione.
- Per un certo periodo venne concesso al convenuto o attore di poter ricorrere avverso le sentenze della Regia Camera della Sommaria presso il Sacro Regio Consiglio, fino al 1482, anno in cui re Ferdinando I d’Aragona, dichiarando la Sommaria tribunale supremo, stabilì che fosse competente in ultima istanza non ammettendo altre impugnazioni di sorta. Ad essa, tra l’altro, venne stabilito esercizio sul riesame nelle disamine rese dalla dogana di Foggia e dalla doganella d’Abruzzo.
Classificazione secondaria dei registri presso il fondo Regia Camera della Sommaria.
Alla Sommaria fanno parte:
- 15 fascicoli precettori Reale Camera di Santa Chiara, con datazione 1736 1800;
- 19 fascicoli sui precettori e i diritti dei cristalli e delle vitelle datato 1555 1806;
- 7 fascicoli trattanti i dipendenti del Real Albergo dei Poveri;
- 20 fascicoli relativi alle carte dell’annona detto anche il Fondo Grassa;
- 31 fasci sulle Truppe Cesaree dal 1705 al 1730;
- 18 volumi sulla giunta del vestiario tra il 1756 ed il 1806;
- un elenco composto nel 1972 contenente documenti contabili e liquidazioni dei conti;
- ancora un altro elenco sulle reali amministrazioni di viveri e di foraggio, conti e cautele tra il 1771 ed il 1806;
- 197 fascicoli che raccontano come son stati assegnati alle truppe francesi nel biennio 1801 e 1802 i Comuni dell’Italia meridionale; si tratterebbe di materiale in vero rimasto segreto fino allo scoppiar della Seconda Guerra Mondiale, dalla cui ricostruzione si evince la disposizione reale sulle forze militari d’occupazione francese sulle province del Regno;
- 5 volumi per i processi con pandetta alfabetica del XIX secolo;
- 2286 fascicoli in tema di contenzioso;
- composto nel 1973, un indice onomastico dei feudatari;
- la Taxis Adohae del 1525 riferibile alle tasse pagate dai nobili per evitare il servizio militare;
- 130 fascicoli sotto la voce vettovaglie in materia di deliberazione delle università sui prezzi delle derrate con datazione 1584 e non oltre il 1806;
- le piante dei Tratturi e i siti del Tavoliere del 1704 fino al 1806 non oltre;
- l’indice sui fuochi;
- 2468 volumi costituenti il catasto onciario tra il 1741 ed il 1796, indicanti i pesi per ciascun fuoco, il reddito imponibile in once, la ripartizione del carico da gravare su ogni oncia di carico imponibile.
Per le province, le fuori sede e le terre occupate fuori regno:
- 9.248 volumi secondo un inventario redatto nel XIX secolo;
- l’inventario per materia comprendente l’arsenale e la munizioneria di marina dal 1453 al 1790;
- le galere, le forniture di vettovaglia e genere d’armamento dal 1530 al 1805;
- 24 fascicoli sui Castelli e le Torri del Regno comprese le fortezze toscane di Orbetello, Talamone, Porto Ercole, Piombino, Porto Santo Stefano e Porto Longone (costituenti lo Stato dei presidi), ed ovvero trattato di Cateau-Cambrésis del 1559 col quale furono assegnate definitivamente alla Spagna, che fin dal 1555 le aveva occupate.
- Rioccupate altrimenti dagli austriaci nel 1708, furono aggregate al regno di Napoli nel 1735, e ne fecero parte fino al 1801 quando, col trattato di Firenze del 26 marzo 1801, furono unite alla Toscana.
Spazio note
(1) Estratto da: Estratto dal Fondo per l’Archivio Storico di Napoli curata alla voce Napoli da Amelia e Iolanda Donsì Gentile. Hanno collaborato per la raccolta dei dati archivistici Maria Lucia Abbamonte, Antonio Allocati, Vincenzo Carbone, Aldo Caserta, Lidia Castaldo Manfredonia, Rosanna De Simine, Biagio Ferrante, Maria Antonietta Martullo Arpago, Maria Martullo, Dora Musto, Renata Ore$ce, Domenica Porcaro Massafra, Giulia Rossi , Martedì, Catello Salvati, Fortunata Turino Carnevale, Adriano, Zeni, coadiuvati da Mario Acciarino, Salvatore Calligari, Mario Campanile, Antonio. Di Balsamo, Giuseppe Martucci, Sergio Masella, Giovanna Montesano, Anna Maria Muraglia. Maria Antonietta Martullo Arpago. Esiste un rimando alla bibliografia di settore qui di seguito elencato. Codice aragonese o sia lettere regie, ordinamenti ed altri atti governativi de’ sovrani aragonesi in Napoli riguardanti l’amministrazione interna del reame e le relazioni all’estero, per cura di F. TRINCHERA, Napoli 1866-1874, volI. 3 in 4 tomi; L. VOLPICELLA, Regis Ferdinandi 1 instructionum liber, Napoli 1916; ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Regesto della cancelleria aragonese di Napoli, a cura di J. MAZZOLENI, ivi 1951 (PAS, VII); J. MAZZOLENI , Fonti per la storia dell’epoca aragonese esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli in Archivio storico per le province napoletane, ns., XxX111 (1952), pp. 125-154, XXXV (1955), pp. 351-373; A. SILVESTRI , Sull’attività bancaria napoletana durante il periodo aragonese, in Bollettino dell’Archivio storico del Banco di ,Vapoli, 11 (1954), n. 6, pp. 80-120; Fonti aragonesi, a cura degli archivisti napoletani, Napoli 1957-1983 [pubblicati finora i volI. I-X11]; P. GASPARRINI, La prima perdita dei registri aragonesi di NapoIi, in RAS, XX (1960), pp. 253-258; R. Mo- SCATI, Ricerche su gli atti Auperstiti della cancelleria napoletana di Alfonso d’Aragona, in Rivista storica italiana, LXV (1963), pp. 540-552; C. SALVATI, Le fonti per la storia della Puglia nell’età aragonese reperite nell’Archivio di Stato di Napoli, in Atti del II congresso internazionale di studi sull’età aragonese, Bari 1968, pp. 417-429; A. GROHMANN , Un registro della cancelleria di Alfonso Z d’Aragona (Z451-1453), in Economia e storia, XVI (1969), pp. 7-26; ARCHIVIO. DI STATO DI NAPOLI, Mostra di documenti dell’età aragonese (Napoli 29 maggio – 5 giugno 1978) [Catalogo con introduzione di C. SALVATI], Napoli 1978Categorie delle Guide
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